La rivelazione del nuoto italiano ha sbaragliato la concorrenza battendo il record di Federica Pellegrini. Giovane, ambiziosa e determinata conosciamo la nuova stella degli azzurri in vasca
Se il 2024 è stato definito l’anno della conferma per la giovanissima Sara Curtis, in occasione del suo passaggio agli atleti senior e la sua grande capacità di “adattarsi” subito alla categoria,-taglio- il 2025 è diventato senza ombra di dubbio l’anno del record. La vittoria nella staffetta 4×50 mista ai Mondiali di Budapest ha confermato il talento della nuotatrice appena maggiorenne, mentre l’esperienza delle Olimpiadi di Parigi 2024 l’ha messa alla prova sia dal punto di vista fisico sia mentale. Spesso Sara Curtis è stata accostata a Federica Pellegrini, e mai avremmo immaginato che in così poco tempo sarebbe riuscita ad aggiornare il primato italiano, della Pellegrini, sui 50m sl in vasca lunga agli Assoluti primaverili, portandolo a 24.52 in batteria e a 24.43 in finale. Nella stessa competizione, inoltre, la Curtis sigla il nuovo record italiano dei 100m stile libero, che passa dai 53.18 di Federica Pellegrini del 2016 ai 53.01 della cuneese. Sarebbe da ipocriti, quindi, non riconoscere il promettente talento dell’atleta azzurra che non vediamo l’ora di rivedere in vasca ai prossimi Mondiali di Singapore previsti la prossima estate. Noi di Albatros l’abbiamo incontrata in occasione della conferenza stampa post vittoria e le abbiamo chiesto cosa c’è dietro il successo appena ottenuto. Partiamo subito dal nuovo record che hai ottenuto nella tua ultima competizione, cosa hai provato quando hai capito cosa eri riuscita a fare? “Dire che ero felice non rende l’idea! Non posso dire di essere rimasta sorpresa, perché già in allenamento era successo che io riuscissi ad ottenere quel tempo, con questo non voglio peccare di presunzione, però poi una cosa è l’allenamento e una cosa è la gara e non pensavo di riuscire a nuotare in quel modo. Sono felice perché significa che il duro lavoro sta iniziando a dare i suoi frutti; il nuoto è uno sport che richiedere un grande sacrificio e non tutti i ragazzi sono disposti ad accettare determinate condizioni, però poi capitano cose come questa e capisci che ne è certamente valsa la pena.” Adesso hai certamente i riflettori puntati addosso, che effetto ti fa e soprattutto come gestisci l’attenzione mediatica? “Sicuramente mi fa strano, però devo dire che la mia famiglia ed il mio team hanno fatto un grande lavoro con me e mi hanno insegnato, appunto, come ‘gestire’ determinate situazioni. -taglio2- Per fortuna caratterialmente non sono una che si lascia influenzare troppo dalle opinioni altrui, ho su una bella corazza quindi penso solo ed esclusivamente al nuoto.” Hai sempre posto l’accento sul tema del razzismo, a che punto siamo secondo te? “Beh, di strada da fare ce n’è ancora tanta però essendo la prima campionessa di nuoto italiana nera, penso che un primo segnale finalmente tangibile ce l’abbiamo. La cosa bella dello sport è proprio questa: abbatte i pregiudizi, c’era qualcuno che pensava che i neri non potessero nuotare velocemente perché avrebbero le ossa più pesanti, e invece eccomi qui!” Più di una persona ha detto che è davvero incredibile, nonostante la giovane età, la tua forza mentale e determinazione, da cosa nasce? “Sicuramente è un aspetto che mi appartiene da sempre, è un fattore che curo tanto, soprattutto col mio allenatore. Per me le gare, proprio la manifestazione, il dover gareggiare di seguito è proprio una tipologia di allenamento. Io non a caso gareggio moltissimo: per esempio a Ginevra, in 3 giorni, ho fatto circa 15-16 gare, perché voglio mettermi alla prova sotto stress e quindi capire cosa ho fatto bene e cosa male così da non farmi cogliere impreparata alla prossima occasione.” Fuori dall’acqua, invece, quali sono i tuoi progetti? “Il prossimo anno voglio fare l'università e studiare psicologia. Alla fine mi piacerebbe riuscire anche a trovare un punto di incontro tra le due cose, magari aiutare gli sportivi proprio sotto questo punto di vista, mi ha sempre affascinata molto il mondo della psiche e sappiamo che per gli sportivi è un aspetto fondamentale, nel frattempo sono la mental coach di me stessa!”