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SUSANA MARTIN GIJON

di Maresa Galli

Numero 253 - Settembre 2024

Giurista specializzata in relazioni internazionali e diritti umani, tanti anni di studio e formazione in Italia, si è occupata di sviluppo socioeconomico e cooperazione internazionale


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Susana Martín Gijón (Siviglia, classe ‘81) è una delle più famose scrittrici noir spagnole. Giurista specializzata in relazioni internazionali e diritti umani, tanti anni di studio e formazione in Italia, si è occupata di sviluppo socioeconomico e cooperazione internazionale.-taglio- Già direttrice dell’Istituto giovanile dell’Estremadura e presidente del Comitato contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, nel 2013 inizia la sua carriera di scrittrice. Quando pubblica il suo primo libro, “Màs que cuerpos”, è una pioniera del genere poliziesco che oggi invece sembra appannaggio delle scrittrici. Finalista di prestigiosi premi (“Premio Literario Felipe Trigo” e “La Trama/Aragón Negro”), ha ideato cicli polizieschi di successo con due ispettrici protagoniste: Annika Kaunda e Camino Vargas. In Spagna ha pubblicato undici libri. In Italia esordisce nel 2024 con “1580: morte a Siviglia”. Le sue autrici di riferimento sono Agatha Christie, Alicia Giménez-Bartlett, Claudia Pineiro, Ilaria Tuti. Il documentato e affascinante romanzo storico noir racconta le vicende di una grande flotta mercantile che sta per salpare per le Indie, a caccia di fortune e tesori per la Corona. Centinaia di navi e un galeone che deve scortare le navi che trasportano le ricchezze strappate dalle terre appena scoperte da Cristoforo Colombo. Qualche sera prima viene ritrovata sulla nave principale la testa di una prostituta scuoiata. “Alla fine del XVI secolo non interessava a nessuno tutto questo – spiega l’autrice - a maggior ragione perché era morta una donna che si prostituiva considerata una strega. Non si faceva nulla, neppure l’autopsia”. -taglio2- Il luttuoso evento viene letto da tutti come un oscuro presagio che porterà male al viaggio. Due donne, però, cercheranno la verità: la bella mulatta Damiana, la migliore amica di Violante, prostituta di “Babilonia”, casa di tolleranza in voga a Siviglia, amica della vittima, che non crede nel fato. E Carlina, sua amica d’infanzia, ora suor Catalina, carmelitana scalza, che la aiuterà. Cresciute assieme, orfane, ritrovano l’antica sorellanza e complicità. Violante, la donna uccisa, la “strega buona", studiava le erbe officinali, le droghe, le spezie, per produrre creme, unguenti, pozioni per curare le malattie veneree di cui le giovani prostitute si ammalavano e aiutarle nei casi di gravidanze indesiderate. La storia è ambientata in un’epoca difficile per le donne costrette a diventare prostitute o suore senza un marito che le proteggesse. Così l’autrice dà voce al mondo femminile oppresso da rigide regole sociali e religiose. Dopo quel delitto, altre donne vengono uccise. L’autrice mescola personaggi di fantasia con personaggi realmente esistiti. Nelle oltre cinquecento pagine tiene alta la tensione del thriller ben costruito, descrivendo soprattutto la dura, disumana vita di bordo che incattivisce i marinai. Soprattutto si respira l’atmosfera di quel periodo storico carico di violenza e ingiustizie ma anche foriero di progresso. L’autrice parte dal 1278 per spiegare dove affondano le radici epica del colonialismo selvaggio. E racconta anche la storia dell’impero Mandingo del Nord Africa, aprendo il romanzo con la finzione del ritrovamento di un manoscritto anonimo, espediente già utilizzato da scrittori del calibro di Cervantes ed Eco. Amata e seguita dal suo pubblico, Susana ha tutte le carte in regola per collocarsi tra le firme del romanzo d’autore.





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