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Spot pubblicitari contro i medici

di Alfredo Salucci

Numero 196 - Febbraio 2019

Nell’immaginario di molte persone alla figura medico esperto, umano e stacanovista di un tempo si è sostituita quella di un professionista poco umano, incapace di svolgere il suo lavoro e anche fannullone...


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Nell’immaginario di molte persone alla figura medico esperto, umano e stacanovista di un tempo si è sostituita quella di un professionista poco umano, incapace di svolgere il suo lavoro e anche fannullone. Ma siamo sicuri che il medico attuale sia veramente cambiato? Oppure è cambiata la società? Il medico oggi è certamente più preparato di quelli di una volta. Per quanto attiene l’umanità, è bene precisare che è la stessa di quella che avevano i nostri colleghi decenni fa. Nella mia lunga carriera di medico non ricordo un solo episodio di insofferenza mio o di colleghi nei confronti di un paziente. Se qualcuno, poi, dovesse ritenere che i medici siano anche fannulloni, invito queste persone ad affiancare un medico durante il suo turno di lavoro di notte o di giorno in un reparto ospedaliero o al pronto soccorso o su un’ambulanza di emergenza. Allora perché tanto accanimento fisico, mediatico e giuridico contro i medici? La mia risposta è: perché è cambiata la società. Innanzitutto sta venendo meno sempre più il rispetto per le persone, e questa cosa si osserva in qualsiasi ambiente: uffici, scuola, politica, comunicazione, ecc. -taglio- L’umanità e il rispetto che si richiedono al medico verso il paziente dovrebbero, poi, essere ricambiati, ma questo capita sempre meno. La società è cambiata anche per il modo di comunicare. Oggi le notizie ci arrivano in tempo reale e sono tante da impedirci di esaminarle correttamente. Cosa che induce a emettere giudizi affrettati, che spesso richiedono una immediata rettifica. Ma la tecnologia ci ha reso anche più presuntuosi. Basta avere un telefonino e ci sentiamo esperti e capaci di intrattenere qualsiasi conversazione: discutere di matematica, di letteratura, e perché no di medicina. Tanto che il “cogito ergo sum” cartesiano non ha più il solo significato: “penso dunque sono”, ma oltre ad esistere pretendo di sapere, e pure di intervenire su qualsiasi argomento. La società è cambiata anche perché si vuole un colpevole per tutto, anche per una morte naturale, soprattutto quando ci sono interessi. Così dobbiamo assistere anche alle maliziose e odiose campagne pubblicitarie di risarcimento danni nei confronti di medici e ospedali. Questi spot fino a poco tempo fa giravano solo su radio e televisioni locali, a dicembre uno spot pubblicitario contro i medici è stato trasmesso anche dalla Rai. E solo per le sentite proteste dei medici è stata interrotta la campagna pubblicitaria, in attesa di chiarimenti da parte dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria. In questo caso va apprezzato il comportamento della Ministra della salute Giulia Grillo che con uno scritto, che ritengo opportuno riportare, ha detto: “Sono pienamente d’accordo con la decisione della Rai di sospendere la messa in onda dello spot sui risarcimenti per casi di malasanità di una società privata, perché banalizza e fa commercio del legittimo diritto delle persone al risarcimento del danno, mettendo in cattiva luce il lavoro infaticabile e serio di medici e professionisti della sanità ogni giorno impegnati a prendersi cura di chi ha bisogno. -taglio2- I cittadini devono avere fiducia e sapere – continua – che in corsia e negli ambulatori si lavora con il più alto spirito di servizio, e che laddove vi siano errori o danni interviene la legge a tutelare il paziente con imparzialità. Ogni giorno registriamo aggressioni a danno di chi lavora a contatto con i pazienti e la comunicazione non può essere superficiale o colpevole di creare ulteriore allarmismo. Il ruolo dei mass media è essenziale nella nostra società e i messaggi che riguardano la salute devono essere particolarmente accurati e diffusi in maniera responsabile. In attesa dell’esito della valutazione dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (Iap), confido che anche le altre emittenti sospendano la messa in onda dello spot, che appare un’occasione sprecata per fare buona informazione, seguendo una logica puramente commerciale e di profitto”. L’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, intanto, ha deciso per l’ammissibilità degli spot pubblicitari. Aspettiamo la risposta dei medici.





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