“La squadra b. Una storia di rugby”: questo il nuovo e commovente romanzo di Luca Di Pangrazio
Luca Di Pangrazio, brillante autore bellunese, di genitori abruzzesi, avvocato, appassionato di sport e di cinema, ha pubblicato il suo secondo romanzo, dopo “Fuochi sulla città”, “La squadra B. Una storia di rugby”, Absolutely Free Libri. Nel solco dei grandi scrittori e giornalisti che si sono cimentati con lo sport, -taglio- Ormezzano, Brera, Zavoli, Buzzati, Ciotti, l’autore appassiona il lettore al mondo del rugby. Già premiato per suoi scritti, ha pubblicato un ricordo di Rodolfo Sonego, uno dei maggiori sceneggiatori italiani, e un articolo dedicato al pugile Rocky Marciano. Intenso, toccante il suo racconto “E i minatori festeggiarono Bartali”, uno spaccato della dura storia dei lavoratori in anni difficili, del sogno e dell’identificazione nel talento di un grande ciclista. Nel nuovo romanzo, scrive Maurizio Paniz nella prefazione che la storia costruita dall’autore invita i giovani, in una società che spinge a vincere ad ogni costo, “ad uscire dalla solitudine, a riacquisire orgoglio, equilibrio e positività nonché a puntare su obiettivi che spesso sembrano irraggiungibili ed invece sono a portata di volontà e di dedizione. Magari con l’aiuto di un docente, insegnante o familiare, elevando perciò il valore della scuola e di chi la rappresenta a vero motore utile alla crescita morale della società tanto quanto una famiglia che sappia essere tale”. Nella citazione che introduce alla coinvolgente storia si legge: “penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce”. Così scriveva Pasolini e questo è il messaggio altissimo della storia. Dai dieci ai sedici anni Di Pangrazio ha praticato il rugby, amato anche dal compianto padre che invitava il figlio a scrivere un romanzo sul significato di questo incredibile sport. “Nel rugby – spiega l’autore – vige l’inclusione, nessuno resta indietro”. Non è affatto facile essere la squadra “B”, sapendo di doversi confrontare con avversari più forti, di subire sconfitte e di doversi ogni volta rialzare. Quando si tratta di adolescenti le dinamiche di impegno, caduta, rivincita, sono ancora più pressanti. -taglio2- Se a ciò si aggiungono difficili storie familiari, vita di borgata, sacrifici economici, e i problemi dell’età, dell’innamoramento, della scuola, si comprende il senso dello sport e dello spirito di squadra che sembra sparito dal nostro orizzonte. La storia è ambientata a Roma, metropoli-simbolo, con le sue infinite possibilità e contraddizioni, con le sue luci ed ombre, dove la riuscita dei giovani sembra determinata dal quartiere di provenienza. Per fortuna in un liceo di Roma arriva il professore Luciano Ricciardi, che ha giocato nella nazionale di rugby negli anni ’90, “grande flanker italiano”. Il destino lo trasforma nel coach di una formazione under 18 di serie “B”, alla quale nessuno offre alcuna possibilità. Ricciardi ritrova vecchi colleghi e competitor, tutti ancora ammirati dalla sua carriera e intreccia anche una storia d’amore con l’austera preside, Francesca Pasqualini, che si rivela essere, invece, animo nobile e fine educatrice. L’interesse sincero, l’amore che Luciano nutre per gli studenti è una grande lezione di impegno e di riscatto per i giovani ai quali il mondo sembra gridare che non potranno mai farcela. La caparbietà, il sostegno e la presa in carico del “papà-coach” cambia del tutto la loro prospettiva. Si può e si deve perdere ma ciò che conta è lo spirito di corpo e mettercela tutta. Romanzo di formazione e di buoni sentimenti, dallo stile scorrevole e coinvolgente, lascia immaginare una sua trasposizione cinematografica o televisiva ed è ricca di spunti per una sceneggiatura. Una storia appassionante, con lo sport nobile metafora di vita di comunità e di crescita civile. Un libro da leggere e condividere per veicolare ciò che oggi è obsoleto: la solidarietà, il senso di comunità, lo spirito di sacrificio, saper cadere e rialzarsi.