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Sognare una società diversa si deve

di Franco Salerno

Numero 181 - Ottobre 2017

Cicerone dimostrò che solo i grandi Sogni possono dare un senso alla Vita


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Molto spesso raccontiamo alle altre persone i nostri sogni e riteniamo che ad esse interessino. Raramente ci accorgiamo della verità: cioè che il nostro interlocutore trova i nostri sogni banali e privi di senso. E altrettanto raramente ci rediamo conto del fatto che i nostri sogni non fanno altro che descrivere situazioni normali e ordinarie. Infatti, il vero sogno che ognuno di noi deve nutrire è sognare di conquistare una meta impossibile. Perché solo le utopie, pur segnate da complessità ed ostacoli, hanno funto da sprone all'uomo per conseguire risultati inaspettati. È a questo tipo di idee, capaci di muovere e migliorare la storia, che va il nostro interesse. E spesso le abbiamo rintracciato nel mondo antico, che non smette mai di parlare al nostro cuore. -taglio- Perciò questa volta proponiamo ai nostri lettori una breve riflessione su un'opera che ha segnato una tappa fondamentale nella storia della letteratura: "Il sogno di Scipione", scritto da Cicerone. Quest'opera, che corrisponde all'ultima parte del sesto libro de “La Repubblica”, affronta un argomento che oggi ci sorprende: il premio ultraterreno destinato ai grandi uomini politici benefattori della patria. Questo tema era molto sentito nell'antica Roma: verrà, infatti, ripreso in seguito da Seneca nell'opera "Consolazione a Marcia", nella quale l'autore latino vuole consolare - per la morte del figlio - Marcia, figlia di Cremuzio Cordo, uno storico repubblicano che era stato fiero oppositore del regime imperiale. Nel "Sogno di Scipione" viene raccontato un sogno, nel quale a Scipione l'Emiliano appare il nonno adottivo Scipione l'Africano. Questi, nel predirgli le sue glorie future e la sua morte prematura, gli dischiude un "mondo nuovo", in cui gli mostra una visione delle sfere celesti. Questo sito meraviglioso, posto nella Via Lattea, sarà riservato come premio dagli déi alle anime degli -taglio2- uomini politici virtuosi. Qui, in una dimora lontana dalla Terra, sarebbero vissute per l'eternità le loro anime immortale. "La Terra - confessa l'Emiliano - mi sembrò tanto piccola che mi vergognavo del nostro dominio", cioè della dimensione meschina della bassa politica. Sembra strano che una società così laica e mondana come quella romana, sorretta dal mito della guerra, abbia potuto partorire un testo così "spiritualistico", capace di dire che "i vivi sono quelli che volano via dalle catene del corpo, invece quella che voi chiamate vita è morte". Il corpo, insomma, viene visto come una prigione da cui liberarsi. "Osserva le cose celesti, considera secondarie quelle terrestri": consiglia Cicerone in un altro passo dell'opera. Egli intende, così, allontanare il vero uomo di stato da un'eventuale sopravvalutazione dei disvalori connessi con il Potere. Se i nostri politici leggessero questo gioiello della cultura latina, sicuramente proverebbero a cambiare questo mondo per un mondo "altro". E noi cittadini potremmo davvero sperare che i sogni possano davvero diventare realtà.





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