Al Teatro Diana Vincenzo Salemme, regista e autore, porta in scena “Ogni promessa è debito”
Dopo il successo riscosso al “Sistina” di Roma e all’ “Alfieri” di Torino Salemme approda in un teatro nel quale è di casa a Napoli, il “Diana”, dove lo attende, come sempre, un pubblico attento e affettuoso che ne riconosce talento e classe. -taglio- Nella nuova, esilarante commedia, “Ogni promessa è debito”, presentata in un tempo unico per non spezzarne l’energia, una storia brillante e coinvolgente. Benedetto Croce, proprietario di una pizzeria di Bacoli, finisce, insieme ai suoi due figli ed al suo cameriere Roberto (il sempre bravo Antonio Guerriero), disperso in mare. Durante il naufragio rischiano di morire e Croce, privo di sensi per un colpo ricevuto alla testa, in stato di sonnambulismo, rivolge la sua preghiera a Sant’Anna, lanciando un SOS dalla radio di bordo. Nella richiesta di soccorso Benedetto fa voto a Sant’Anna di donare 5.557.382 euro e 60 centesimi. Una barca, “Chiavic One”, ascolta la sua richiesta di aiuto e li soccorre. Tornato a casa, l’uomo, indebitato, non ha più pace. Tanti affollano “Croce & delizia”, la pizzeria di Croce, bramando i soldi promessi alla Santa patrona di Bacoli: i figli, che sperano di vivere meglio, i dipendenti che attendono gli stipendi arretrati, i due soccorritori, l’influencer Seccia Nera e il marito soprannominato “chiavicone”, la banca, il sindaco, il parroco, l’invidioso fratello Gaetano, portiere esaurito di uno stabile. Benedetto non ricorda più nulla di ciò che ha promesso poiché aveva fatto il voto in stato di incoscienza, ma sa di non avere quella cifra, non creduto da nessuno. Interviene anche il maresciallo dei carabinieri che svolge accurate indagini. Il fuoco di fila di battute, gli strafalcioni, l’ignoranza galoppante che diventa surreale cifra del tempo presente, tutto social e poco studio, l’avidità e il dilemma etico danno spunto a risate e riflessioni amare sulla realtà attuale. -taglio2- Croce racconta di aver ereditato la pizzeria dagli adorati nonni, emigrati che si sudarono ogni giorno della loro vita. Racconta come sono cambiati i rapporti tra genitori e figli, tra alunni e insegnanti che oggi non si rispettano più. Mostra la potenza della rete, delle notizie virali, dei follower superficiali e analfabeti. Narra, come al solito, tutto un mondo: gli affetti, la coscienza, una società avida che punta tutto sulle promesse, quasi sempre disattese, e dove vi è “la generazione più infelice della storia”. Il suo sguardo “eduardiano” sulle umane debolezze e sui sentimenti è scavo interiore e disincanto, e coinvolge il pubblico nel dilemma morale. Gli attori sono bravissimi e in parte, egregiamente diretti da Salemme, sempre magnifico interprete capace, ancora una volta, di stupire. L’affiatato cast è composto da Nicola Acunzo, Domenico Aria, Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Oscarino Di Maio, Pina Giarmanà, Gennaro Guazzo, Geremia Longobardo, Rosa Miranda, Agostino Pannone, Fernanda Pinto, il già citato Antonio Guerriero. Sempre poetiche le scene ideate da Roberto Crea, che cura anche il disegno delle luci, che mostrano la pizzeria e, nel finale, l’oscurità della barca e dei naufraghi, illuminati dalla luna e dalla speranza. Belli i costumi di Francesca Romana Scudiero, le musiche di Antonio Boccia. Lo spettacolo è sempre sold out, così Salemme ha annunciato che lo riproporrà al “Diana” il prossimo marzo 2026. Davvero imperdibile e unico, nel suo stile inimitabile.