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Sfidare Dio

di Pasquale Matrone

Numero 245 - Novembre 2023


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Su una rivista, aperta a caso, colpisce, il quadro intitolato “Adieu”, realizzato da Alfred Guillou nel 1892 e conservato nel Museo delle Belle Arti di Quimper. -taglio- Raffigura una piccola e malmessa barca color marrone-scuro di pescatori bretoni, costruita con legno povero e incastrata tra gli scogli dopo essere stata travolta dalla tempesta; sulla prua c’è la scritta “Concarneau”; aggrappato al relitto, un uomo sostiene a fatica un giovane pallido. Il pittore, suggestionato da un evento realmente accaduto, è riuscito a catturare e a rappresentarne il momento più drammatico: l’uomo ha tra le braccia il cadavere del figlio e lo bacia per l’ultima volta… I colori dominanti sono verdastro e azzurro sbiadito segnati da chiazze gialle e da schiuma biancastra. L’attenzione abbandona il dramma, distolta, all’improvviso, dalla voce mielosa di un’amorfa sirena che, alla radio, reclamizza: un’auto pluriaccessoriata, senza anticipo comode rate tasso zero; una vacanza alle Maldive; il filantropismo di una banca a misura dei clienti; una tisana donatrice di felicità; una pillola mirata a restituire linfa e vigore alla fiacca sessualità dei vecchi. Fuori, sulla strada, raffiche di pioggia: il cielo s’intristisce, si veste di nero. Altra voce, ora, alla radio, gelida: attentati, sfida nucleare; bombe intelligenti, droni, missili; superpotenze e impotenze; borse che: salgono, scendono, tremano, crollano; mercato delle armi; fame, sete, epidemie; vittime; tiranni… E subito dopo: acque violentate da plastica liquami e rifiuti cancerogeni; deforestazione, desertificazione, scioglimento dei ghiacciai; -taglio2- terremoti, eruzioni, tsunami; naufraghi, naufragi… Il naufragio coinvolge tutti, oggi. Difficile immergersi nell’oceano sconfinato e inesplorabile dell’esistenza, con i mezzi sempre più precari di cui ciascuno è riuscito a dotarsi. La storia si ripete. Niente retorica e niente politica, per carità: risulterebbero devianti! Sono ancora tante le burrasche che si abbattono su naviganti inesperti e inermi. Il mare, nel bene e nel male, è metafora della vita. Come lo sono la barca e la tempesta. L’umanità non è ancora riuscita a individuare rotte giuste e sicure. Del quadro, segna l’anima soprattutto il bacio sovrumano e disperato del padre sulla fronte del figlio. Non si arrende, questo personaggio “gigantesco, eroico”: desidera trasferire la vita, dalla sua, alla bocca del freddo cadavere. Vuole sfidare Dio, dimostrargli di essere più forte e misericordioso di lui... O, almeno, destarne l’attenzione, provocarlo, dopo averlo implorato sino a quando gli è rimasto, nel petto, solo quel debole fiato ormai inutile...





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