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Sciogli e riunisci

di Maresa Galli

Numero 226 - Dicembre-Gennaio 2021-2022

Al Mann la personale di Alessandra Cardone, tra archeologia e futuro del medium fotografico


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“Solve et coagula”, ovvero sciogli e riunisci, è l’alchemico titolo dell’esposizione di Alessandra Cardone al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), inaugurata il 24 novembre e che si concluderà il 10 gennaio 2022. Fotografa, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove si laurea in “Scenografia”,-taglio- conseguendo il Biennio Specialistico in “Arti e discipline dello Spettacolo” e in “Fotografia come linguaggio d’Arte”, Alessandra Cardone dal 2000 lavora per il Ministero della Cultura ed è fotografa presso il Laboratorio fotografico della Direzione Regionale Musei della Campania. Brillante fotografa di scena teatrale e cinematografica, nel 2014 vince il concorso internazionale “Scene da una fotografia” (Roma) con il progetto fotografico “Il teatro dipinto”. È fotografa di scena del film “Per amor vostro” di Beppe Gaudino (2015), da cui è tratta l’omonima mostra personale delle fotografie di scena presentata presso Intragallery - Galleria per le arti contemporanee di Napoli (2016) e del film “Il signor Rotpeter” di Antonietta De Lillo (2017). Tra i finalisti del “Premio Nazionale delle Arti”, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Urbino, 2016), nel 2016 è ospite alle “Journées portes ouvertes d'ateliers d'artistes contemporains d'Avignon” (Avignone, Francia) con una mostra personale. Le sue fotografie sono presenti in numerosi cataloghi di mostre ed eventi promossi dal Ministero della Cultura. Il suo nuovo progetto artistico “Solve et coagula”, riflessione sui molteplici significati e trasformazioni del medium fotografico, nasce dalla (ri)scoperta degli archivi fotografici dei beni culturali di Napoli. Cura il progetto espositivo Michele Iodice (funzionario storico dell’arte, MANN e Direzione Regionale Musei della Campania), con il coordinamento di Laura Forte (responsabile Archivio Fotografico del MANN). La mostra ha ottenuto il Matronato del Museo Madre ed è stata realizzata con il contributo della Regione Campania. “Tra memoria di un passato analogico e presente digitale, - spiega l’artista - ho cercato di costruire un legame nuovo tra immagini d’archivio e realtà contemporanea, con l’idea di emancipare il materiale fotografico d’archivio dalla consueta funzione di studio e ricerca scientifica ad esso attribuita e di intraprendere un dialogo critico e creativo, aperto a nuove e diverse forme di fruizione e valorizzazione”. Lavoro in progress è nato dalla selezione delle diapositive conservate nell’archivio fotografico del MANN. Da antiche e preziose memorie, le immagini d’archivio conoscono nuova vita attraverso lo sguardo d’artista di Cardone che pone le immagini in dialogo con la realtà contemporanea, che richiede diversi tempi e modi di fruizione. Dopo aver scansionato le diapositive scelte Cardone, affascinata dai segni che il tempo ha impresso alla materia,-taglio2- (polvere, graffi, impronte, ha messo in luce “un’immagine sull’immagine caratterizzata da segni quasi pittorici che avvolgevano le figure in una dimensione irreale e quasi fantastica. Da quel momento, pertanto, ho deciso di interagire diversamente con la diapositiva, dialogando dapprima con l’oggetto fotografia e poi con la sua immagine impressionata, al fine di giungere ad una sintesi visiva e fotografica costituita da entrambi gli oggetti di indagine, resa attraverso la tecnica della sovrimpressione di scansioni digitali applicata alle 15 diapositive che costituiscono la serie fotografica denominata “Resti. Come un’archeologia della fotografia”. La prima impressione che viene fuori dal lavoro è una visione di insieme “apparentemente impossibile” per restituire, in un solo momento, l’incredibile ricchezza delle collezioni delle diapositive del MANN relative a mosaici, affreschi, gemme preziose, monete e statuaria in marmo. Così nasce “Collezione d’Archivio”, photocollage digitale di grande formato, visione contestuale di tutte le diapositive così come conservate presso l’archivio, nelle rispettive scatole (classificate e numerate per ordine cronologico e per collezione) e nelle reali dimensioni (24 x 36 mm). Dopo aver creato le due sezioni artistiche, Cardone visita nuovamente “dal vivo” alcuni dei capolavori della statuaria classica ed archeologica dedicandole una specifica sessione fotografica, intitolata “Hic et nunc”, realizzata utilizzando esclusivamente gli strumenti tecnici della fotografia digitale. Le tre sezioni formano in realtà un’unica, integrata visione delle meraviglie di una classicità senza tempo, stupefacente memoria proiettata nel tempo digitale che ne ripropone la bellezza senza alterarne lo spirito. L’ampio progetto diviene ricerca delle impronte e della memoria, della sperimentazione fotografica, attraverso i capolavori della statuaria, dall’Antinoo all’Afrodite di Capua, dall’Eros Centocelle alla Venere accovacciata, dal Doriforo ad Oreste ed Elettra e altri ancora. Questo è il talento dell’artista che non rappresenta la pur sconvolgente bellezza delle opere, ma le ri-vela attraverso ombre, svelamenti, sfumature, dissolvenze, lontane anni luce dalla foto tradizionale. Assoluta padronanza della tecnica, immaginazione e creatività, capacità introspettiva e visione di futuro, sguardo profondo sul passato, sono la cifra stilistica di Alessandra Cardone che sperimenta e inventa unicamente progetti ispirati.





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