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Sara Ricci

Una donna d’arte

di Di Claudia Minichino

Numero 215 - Novembre 2020

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La bella e brava attrice si racconta apertamente, rivivendo l’inizio della sua carriera e i suoi progetti di oggi, dichiarandosi dalla parte dei giovani in questo periodo d’emergenza sanitaria


Sara Ricci si approccia al mondo dell’arte attraverso la danza, la sua prima passione. Successivamente cresce in lei il desiderio del teatro, del cinema e della televisione. Impavida e determinata sin dalla tenera età, inizia a muovere i primi passi sui palcoscenici romani. La sua grande occasione arriva all’età di 29 anni, diventando protagonista della serie “Vivere”, in onda su Canale 5. -taglio-Sara Ricci è oggi ancora una donna impegnata, che insegna teatro e vive d’arte. Si rivolge soprattutto ai giovani, alimentando i loro sogni e spingendoli a non demordere mai. Lei stessa, sulla sua pelle, ha provato la sensazione del rifiuto e della sconfitta. Ma solo chi ha la forza di perseverare può arrivare in cima alla montagna. Sara ha svelato aneddoti della sua carriera, ripercorso i suoi primi passi e tanto altro…
Sara, cos’è che ha fatto nascere in te la passione per il teatro? “In realtà io ho iniziato con la danza, che è stato il mio primo grande amore. Da lì la passione per il teatro è stata quasi spontanea. Il teatro è proprio l’essenza dell’attore, secondo me, è la sua arte. Nel cinema c’è un lavoro dietro diverso, dove diventa prorompente anche la mano del regista, la colonna sonora e via dicendo. Nonostante questo, in realtà poi a me piace molto fare televisione, mi sento proprio nel mio. Tuttavia, per un attore, il teatro è l’essenza della recitazione.” Impossibile non parlare di questa pandemia che sta colpendo molto anche il mondo artistico. Tu come la stai vivendo? “Il punto è che il nostro settore era molto in crisi già prima di quest’emergenza. La questione è senz’altro molto delicata. Sulla chiusura di cinema e teatri però - che io ho frequentato da spettatrice in questi mesi - non sono d’accordo, a mio avviso non c’erano luoghi più sicuri. Credo che sia fondamentale soprattutto sensibilizzare le persone, senza far crollare settori interi. Quest’emergenza ci sta sicuramente mettendo a dura prova, rattristando anche le persone più allegre. Mi spiace soprattutto per i giovanissimi. Io insegno e faccio, nei weekend, dei workshop con i giovani. Sto continuando a farli ma è inutile negare che non è la stessa cosa. Soprattutto ai ragazzi stiamo rubando sogni ed opportunità, e questa non è una cosa che un Paese può sottovalutare.” Allora cogliamo l’occasione: c’è qualcosa che vorresti dire ai giovani aspiranti attori? “Eh… Diciamo che d’istinto mi verrebbe da dire che non è un grande momento. Ma tanto, a dirla tutta, è da anni che non è un grande momento. Forse giusto gli anni ’90 sono stati un po' più floridi e ci hanno fatto respirare un’aria migliore. Però ecco, quello che posso dire è sempre lo stesso, che però non va mai dimenticato, ed è quello di non demordere e di essere noi stessi la nostra fonte d’ispirazione. Torneremo ad abbracciarci e a fare tutto quello che abbiamo sempre fatto. Nel frattempo, non spegnete i vostri sogni.” La soap opera che ti ha aperto al grande pubblico italiano è stata “Vivere”, in onda su Canale 5. Che esperienza è stata? “È stato un sogno. Prima di quell’opportunità stavo quasi per cambiare lavoro, avevo 29 anni e non avevo ingranato ancora come speravo. Facevo tanti provini, mi dicevano sempre che ero adatta a questo mestiere, però puntualmente prendevano qualcun’altra. Poi, è arrivata questa grande opportunità. È stato davvero quasi un segno del destino. Avevo il numero di una casting, l’unica di Milano che conoscevo, Luisa Pacchetti. L’ho chiamata e mi disse che era proprio lei la casting della serie. Feci tre provini e poi niente, sappiamo com’è andata. È stato proprio un sogno, per questo mi rivolgo sempre ai giovani che pensano che sia tutto un fatto di raccomandazioni. Certo, ci sono, è inutile negarlo. Però queste cose succedono, bisogna crederci e lavorare duro. Io non conoscevo quasi nessuno, appartenevo molto di più al mondo del teatro. È stata un’esperienza forte anche per questo, perché fu totalmente inaspettata. Fui anche fortunata perché il produttore creativo era Daniele Carnacina, che ha sempre scelto in modo meritocratico, nonostante avesse sicuramente diverse pressioni.” Quali sono le tue aspirazioni oggi? “Oggi sicuramente voglio continuare a fare televisione e fare anche un po' più cinema. A gennaio/febbraio usciranno tre film che ho girato quest’anno: “Vado e Vengo”, “E buonanotte” e “Weekend”. Sono una mamma in tutte e tre i film, seppure siano ruoli molto diversi. Sono entusiasta e non vedo l’ora che escano sul grande schermo. Mi piacerebbe continuare a fare tutto; televisione, cinema e anche teatro, che farà parte sempre della mia vita.”

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