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Rivoluzioni artistiche

di Massimiliano Craus

Numero 256 - Dicembre 2024 - Gennaio 2025

Il sentire artistico al di là di schemi e simbolismi di Generoso Spagnuolo


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E se lavorassimo ad una tela non come strumento ma come opera in sé? E se fosse proprio la tela a rappresentare un artista e non più il suo contenuto?-taglio- Beh, sarebbe una rivoluzione artistica che, in verità, “nel suo esplosivo vitalismo ha illustri antenati dal contorsionismo di Van Gogh al vorticismo russo, per risalire indietro nel tempo fino all’astrattismo della simbologia celtica”, tanto per citare Dario Nicolella. Durante i mesi silenziosi della pandemia, Generoso Spagnuolo ha potuto leggere e rileggere la propria arte fin lì maturata, con linee che si scompongono e si ricompongono, si formano e si deformano. A seguire il solco di Nicolella, “le linee di Spagnuolo nascono dal Nulla per arrivare al Tutto, attraverso un moto perpetuo e un’arte in divenire, in cui ogni opera è tappa di un percorso la cui meta sembra sempre prossima ma non ancora raggiunta, o forse irraggiungibile. Ed è proprio così che le sue opere sono mobili, fluide, magnetiche. Si avvolgono e si aggirano, in spirali e volute. Cambiano direzione e mutano colore. Sono campi magnetici, magma di vulcani, cerchi di tronchi d’albero, correnti d’acqua e flussi d’aria, cortecce cerebrali e nebulose di galassie planetarie”. Tuttavia, da appassionato di astronomia, Generoso Spagnuolo è molto attratto dal mistero che il cosmo riesce a trasmettere. Spazio-tempo, buchi neri, forza di gravità, sono argomenti che spesso affronta nelle sue opere. Nello specifico parliamo di “Singolarità Gravitazionale”, ovvero un punto situato nel cuore di un buco nero, dove la deformazione dello spazio-tempo e la densità della materia tendono ad un valore infinito. Secondo alcune teorie fisiche l’universo potrebbe avere avuto inizio e finire con singolarità gravitazionali, rispettivamente il Big Bang e il Big Crunch. A questo proposito sono le parole dell’artista irpino a calarci direttamente nel suo mondo, infatti chiarisce a caratteri cubitali che “a tela bianca, vuota, in attesa di essere lavorata, non è un semplice supporto bidimensionale bensì è il portale d’ ingresso al mio spazio-tempo.-taglio2- Uno spazio virtuale dotato di quattro dimensioni, (lunghezza, larghezza, profondità e tempo), intricato e dinamico, libero e coerente, dove confluiscono le mie sensazioni, le mie emozioni, la mia gestualità ed in generale le mie idee. A pensarci bene la tela si comporta come un buco nero che possiede un campo gravitazionale così intenso da non lasciar sfuggire né la materia né la luce e quindi il colore.” Del resto sono passati molti anni e molti cicli tra i monti e le valli dell’Irpinia, location fisica ed intima di un artista che si è più volte messo in discussione alla ricerca delle risposte giuste. Fino alla scoperta delle nuove dimensioni, così come lo stesso Spagnuolo ci racconta: “trasformare la tradizionale bidimensionalità della tela, in uno spazio tridimensionale, realmente accessibile, è la sfida che cerco di affrontare e superare in questa tipologia di opere che appartengono al periodo che ho chiamato delle Manipol-Azioni. Avere un approccio non solo pittorico, ma anche e soprattutto scultoreo con il supporto, potrebbe essere la chiave di accesso a quegli spazi finora solo percepiti. Per tale motivo questi lavori sono realizzati anche attraverso un utilizzo improprio della tela che, infatti, viene costantemente reinterpretata attraverso manipolazioni che modificano il suo status: da semplice supporto, la tela diventa medium e o materia caratterizzante l’opera.” Ci piace leggere le riflessioni di Giovanni Riccio, esperto d’arte e concittadino dell’artista, che analizza la pittoscultura e la immagina a scavalcare i muri delle convenzioni, “in primis quello che considera l’opera d’arte un oggetto intoccabile, da contemplare senza potervi entrare in contatto se non attraverso la vista. Generoso Spagnuolo, invece, ci sollecita ad instaurare un rapporto fisico con l’arte in generale e con le sue opere in particolare, realizzate con l’ausilio di vari materiali ed in altorilevi cosicché, toccandole, possono restituire nell’immediato sensazioni ed emozioni forti al pari di quelle che si provano solo ammirandole”.





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