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Risorse e limiti di Facebook

di Pasquale Matrone

Numero 193 - Novembre 2018

Prima che accusa, la presente vuole essere autodenuncia, un ‘mea culpa’, che sento il dovere di recitare, a tutela della mia dignità di persona fornita di dosi sufficienti d’intelligenza e di carattere...


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Prima che accusa, la presente vuole essere autodenuncia, un ‘mea culpa’, che sento il dovere di recitare, a tutela della mia dignità di persona fornita di dosi sufficienti d’intelligenza e di carattere. Prendo atto, sia pure in ritardo e senza averne merito, di aver dedicato, sino a oggi, troppo tempo a Facebook. Agli inizi ero convinto che mai avrei sprecato le ore in attività futili, guidato dall’occulta regia di chi, da questo social, ricava guadagni smisurati. Non sarei caduto nella trappola: non mi sarei lasciato travolgere dagli strumenti telematici; né mai sarei diventato vittima dei loro algoritmi, ‘rotella’ acefala di un sistema costruito con geniale quanto pericolosa ‘ingegneria’ psicologica mirata alla sfrontata persuasione occulta… -taglio- Ma, pur avvezzo a ‘predicare’ bene, ho ‘razzolato’ male. Sfortuna e fortuna, comunque, ora ne ho la prova, sono due facce della stessa medaglia. La prima (gravi motivi di salute, adesso, quasi del tutto archiviati) mi ha tenuto per molti mesi lontano dagli ‘amici ’virtuali; la seconda mi ha aiutato a capire che, grazie alla forzata e imprevista ‘vacanza’, avrei potuto affrancarmi da una consuetudine che minacciava di trasformarsi, prima o poi, in malattia; in ‘dipendenza’ da droga prosciugatrice di energia, istigatrice di comportamenti eterodiretti: mirati all’effimero, al banale e all’inautentico… Avevo più tempo, ora, per: leggere, scrivere, ascoltare, parlare, abbracciare, toccare, passeggiare, guardare… Facebook, come ogni altro ‘veicolo’, è una grande risorsa. Per evitare uscite di strada e incidenti più o meno perniciosi, però, occorre averne imparato struttura, funzionamento, codici, -taglio2- linguaggio, insidie… Una ‘macchina’, infatti, è tanto più pericolosa quanto più ci s’illude di poterla guidare senza esserne all’altezza e cioè senza conoscerne bene esigenze e forza, pregi e difetti, risorse e limiti. -taglio2- È indispensabile, perciò, conseguire la ‘patente’, prima di sedersi al volante. Occorre dotarsi di ‘anticorpi’ adatti a irrobustire il senso critico e a rendere più alta la tensione morale, se si vuole dominare il mezzo, senza subirne seduzioni maligne e per governarne le risorse senza mai tradire la ‘persona’ che si è dentro e che vale assai di più di qualsivoglia marchingegno, per sofisticato e potente che sia… ‘Mea culpa’, dunque; e, insieme, ‘atto di dolore’, per aver ceduto alle lusinghe della nuova ‘droga’. Ma anche, e soprattutto, ‘atto di fede’ nel primato dell’autonomia di giudizio e della libertà dell’uomo, pur nel rispetto della scienza e delle sue meravigliose conquiste.





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