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RICCARDO SINIGALLIA

La chiave della felicità

di Laura Fiore

Numero 195 - Gennaio 2019

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Il cantautore romano è in uno dei momenti più belli della sua vita, e ne approfitta per raccontarci tutte le novità circa la tournée che inizierà a breve


Il cammino di Riccardo Sinigallia nel mondo della musica inizia nel lontano ‘94, quando inizia la collaborazione come autore con Niccolò Fabi, di cui produce e arrangia i primi 2 album "Il giardiniere" e "Niccolò Fabi" e con cui firma - tra le altre - canzoni come "Dica", "Capelli", "Rosso", "Vento d'Estate", "Lasciarsi un giorno a Roma". Già da quel momento il cantautore romano dimostra di avere grandi qualità e competenze artistiche, e così nel 1997 produce e firma alcune canzoni de " La favola di Adamo ed Eva" di Max Gazzè. Inoltre è dello stesso periodo il ritornello di "Quelli che benpensano" di Frankie Hi-Nrg Mc con il quale Sinigallia dirigerà anche il videoclip, iniziando una lunga collaborazione che lo vedrà dietro alla macchina da presa anche da solo per molte delle sue produzioni musicali tra cui quella dei Tiromancino. Nel 2000, infatti, esce l’album "La descrizione di un attimo" dei Tiromancino, di cui Riccardo Sinigallia cura la produzione artistica ed è co-autore di tutte le canzoni, tra cui quella che darà il titolo al disco, ma anche di "Due destini" che sarà nei titoli di coda de "Le fate ignoranti", e "Strade" con cui parteciperà in duetto al festival di Sanremo di Fabio Fazio. Tre anni dopo esce il primo omonimo lavoro "Riccardo Sinigallia" che viene inserito, dalla critica specializzata, nelle classifiche dei migliori dischi italiani di quegli anni. Nel frattempo le sue collaborazioni continuano arrivando fino ai giorni nostri, con un secondo album “Ciao Cuore” che l’artista romano porterà in giro per l’Italia.

Dal 17 gennaio 2019 inizia la tua nuova tournée, come ti sei preparato?

“Ho una discreta aspettativa perché diciamo che l’accoglienza data al disco ‘Ciao Cuore’ mi fa ben sperare rispetto a tutte le persone che già conoscevano me e la mia musica e tutte le nuove conoscenze. Quindi mi aspetto di un pubblico più folto rispetto al passato, sarebbe praticamente la ciliegina sulla torta, il coronamento di un sogno e del momento in cui mi trovo ora, che è bello: mi sento pienamente soddisfatto di quello che faccio e di quello che vivo. Durante i live metteremo al centro il nuovo disco ma ritorneremo anche al passato facendo addirittura dei pezzi del primo album che non facevo da tanto tempo.”-taglio-

Nell’album “Ciao Cuore” Ogni canzone diventa un personaggio e ogni personaggio ha una storia da raccontare, quanto c’è di autobiografico in questo lavoro e quale canzone ti rappresenta maggiormente?

“Ogni parola, ogni nota è estremamente autobiografica, questo perché quando qualcosa nasce dalla fantasia o da una visione attinge sempre totalmente dalle mie viscere quindi è tutto strettamente e puramente autobiografico. Mi sono divertito ad inventare quando era il caso, anzi più che altro ad evidenziare un oggetto o una persona, quindi un personaggio o un simbolo per ogni canzone che avevo scritto e mi è venuto tutto abbastanza semplice ed immediato tant’è che nella copertina abbiamo fatto questa specie di foto di gruppo, una sorta di foto di famiglia dell’album dove ci sono tutti i personaggi o gli oggetti che rappresentano le canzoni. Per quanto riguarda la scelta di un brano particolare, non è facile scegliere perché sono veramente tutte come dei figli, impossibile indicare un preferito, queste cose è meglio farle fare agli altri… magari in una determinata situazione si può capire che un pezzo piace di più rispetto ad un altro.”

In questo album, ma in generale attraverso tutti i tuoi lavori, hai dimostrato la tua grande capacità di metterti continuamente in gioco, hai mai pensato di aver rischiato troppo?

“Beh sì, ma se non c’è il rischio non c’è neanche il motivo per farlo! Come si può notare dal mio curriculum alla fine non ripeto mai lo stesso motivo e anche quando faccio delle produzioni, se mi rendo conto che forse proseguire è sterile sia per me che per l’artista che ho prodotto, le strade si dividono. Cerco sempre di mettermi ‘in pericolo’, affrontare qualcosa di nuovo. Poi ho la mia noiosissima carriera d’artista – ride ndr – che invece si ripete costantemente, ma quella è una necessità, è una sorta di casa base e per quanto alle volte ti possa annoiare poi ti rendi conto che rappresenta un qualcosa che ti rende orgoglio e felice proprio perché è la tua.”

Ha dichiarato che "Ciao cuore", il nuovo album, suona come una ripartenza. Sorge spontaneo chiedere quindi in che momento della tua vita ti trovi?

“Beh, è finita la giovinezza e questo disco si chiama ‘Ciao Cuore’ anche per questo, perché forse è l’ultimo disco ‘da pischello’ che potevo permettermi di fare e ammetto che desideravo tanto farlo. Diciamo che è un disco giovanile. I miei figli stanno crescendo e mi rendo conto che sto entrando in una fase della vita in cui ho una discreta quantità di ricordi e una minore prospettiva, ma è un momento molto felice quindi me lo godo totalmente. Forse non sono mai stato così contento di tutto quello che mi capita e che mi circonda.”

Sei nel mondo della musica da un bel po’ di tempo, oggi è ritornato il grande interesse verso gli artisti italiani dopo anni segnati dal “predominio” straniero specialmente tra i giovani. Secondo te, come mai è tornato ad imporsi così tanto il cantautorato italiano anche tra i giovanissimi?

“Credo che i giovani abbiano scoperto quanto è più gratificante comprendere pienamente la parte testuale, rispetto semplicemente a ballare e dire ‘che figata sta chitarra!’. C’è un nuovo interesse per la parola e questa è veramente una buona notizia per tutti gli artisti, adesso però ci aspettiamo un approfondimento da parte del pubblico italiano verso la parola, perché ancora l’approccio è molto superficiale. Inoltre, se ci dovesse essere, come c’è, un ritorno alla lingua italiana significa che sia sulla buona strada. Quantomeno si è aperta una finestra, sarebbe bello riuscire a tornare ad un approccio come quello degli anni settanta quando c’era un cantautorato di altissimo livello... sarebbe fantastico. Non mi riferisco necessariamente a quel modo di fare canzoni, ma a quella consapevolezza nel farle.”

Hai accennato di essere entrato in questa “nuova fase” della tua vita, in questo momento quindi qual è il sogno che hai nel cassetto?

“Mah, non ho grandi sogni nel cassetto, se non quello di continuare a fare quello che faccio e a mio modo. Sarebbe un privilegio e potrei finalmente godermi tutto al cento per cento. Molte volte ci si chiede qual è la chiave o il segreto della felicità, secondo me è semplicemente riuscire ad accorgersi della felicità, e io forse dopo tanti anni ho capito che devo fare un po’ più di attenzione nei momenti in cui sono contento, anche se questi sono brevissimi. Quello che sto vivendo è uno di quelli: la felicità si fa presente e viva e voglio essere attento a non perdermi neanche un istante.”

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“Se non c’è il rischio non c’è neanche il motivo per farlo! Come si può notare dal mio curriculum alla fine non ripeto mai lo stesso motivo”

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