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Riccardo Dalisi

di Joanna Irena Wrobel

Numero 204 - Novembre 2019

Raccontando l'artista del mese...


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Un Uomo poliedrico, una figura a cavallo tra il progettista, l’artigiano e il poeta, un creativo da mille risorse, guidato e illuminato da una straordinaria libertà del pensiero, Riccardo Dalisi (1931, Potenza) è, sin dagli esordi, considerato un visionario sognatore ed un magnifico interprete del reale. Un indiscusso precursore di Arte Povera (prima ancora che diventasse una vera corrente artistica) e di design ultrapoverissimo, si è sempre contraddistinto per la sua arte, apparentemente giocosa e spensierata, ma con forti radici nella cultura, nel sapere e nella tradizione popolare italiana. Per anni titolare della cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura di Napoli e in seguito, direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale, da sempre, ha legato la propria attività artistica con il territorio circostante. -taglio-Negli primi anni ’70, insieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini ed altri, è stato il fondatore della Global Tools, contro-scuola di architettura e di design, che univa tutti (gruppi e persone) confluiti nell’area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale”. Dalisi, per primo, portò nel degrado del Rione Traiano di Napoli i suoi laboratori d’arte e di creatività, facendo cimentare i bambini e gli studenti con materiali di scarto, stoffe, tessuti, frammenti di lamiere. I bambini, in competizione con gli studenti di architettura, disegnavano, costruivano e diventavano consapevoli delle proprie attitudini, del fatto che avrebbero potuto, anche loro, farcela nella vita. A seguito di questa straordinaria esperienza, Dalisi aveva perfettamente capito l’importanza del design come strumento di riscatto sociale. I laboratori d’arte, aperti a tutti, ebbero il seguito con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli, con i ragazzi di Scampia, con i giovani del Rione Sanità. In quel periodo, si concretizza l’idea dell’Università di Strada e dell’associazione Semi di Laboratorio e viene promosso (2010) un premio particolare, “Compasso di Latta”, iniziativa volta a sostenere una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della ecocompatibilità e della decrescita. Nella pluriennale ricerca artistica di Riccardo Dalisi, il territorio napoletano diventa uno sfondo critico e interattivo, rivelando tutta la sua fragilità. Dalle pieghe di questa fragilità e dalla ricchezza culturale nasce la volontà dell’apertura verso il mondo intero, attraverso un atto creativo che guardasse sempre al futuro, senza mai tralasciare le esperienze del passato. Nel 1981 Dalisi viene insignito con il “Compasso d’Oro” per la ricerca sulla caffettiera napoletana. È un riconoscimento importante, che dona al designer una fama internazionale. Un premio, che diventa il coronamento di un percorso creativo iniziato proprio sul territorio cittadino, con i lattonai e-taglio2- i ramaioli dei vicoli della Rua Catalana. Nell’ intero percorso creativo, Riccardo Dalisi si è accostato sempre più all’espressione artistica come via maestra della vita, dedicandosi intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura e il design, la scultura e la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e l’immenso potenziale della creatività che ne scaturisce. Tutti i suoi lavori, oggetti d’arredo e mobili-sculture, si collocano in una zona di confine tra arte e design, rifacendosi spesso alla antica tradizione di arredi “preziosi”, ispirati all’artigianato artistico italiano e destinati alla valorizzazione dell’ambiente domestico. Gli arredi, spesso prodotti in serie limitate e numerate, pur essendo formalmente identici, si diversificano sempre per i dettagli a discrezione dell’artista, diventando oggetti unici, pezzi d’arte irripetibili. La riflessione sul complesso tema della necessaria conversione ecologica identifica, nella incessante ricerca artistica di Riccardo Dalisi, le nuove strade che portano a percorsi alternativi, nel rispetto della dimensione umana e ambientale. Le indagini spaziano dai nuovi materiali e le loro conseguenti applicazioni, a nuovi progetti di riciclo, che presuppongono una diversa idea di cultura materiale. L’arte di Dalisi, sin dagli anni’70, si basa sul progetto rigenerativo capace di introdurre un cambiamento, di innescare reazioni a catena e di produrre azioni ed oggetti che durano nel tempo fisico e materiale. Ne rimane una ricchissima testimonianza la recente mostra monografica a Porto in Portogallo, intitolata “Perfetta imperfezione”, che illustra il complesso lavoro di ricerca dell’artista sul territorio di Napoli, esplorando e riflettendo su tutte le relazioni culturali e sociali che ne rimangono alla base.





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