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Progettando insieme

di Teresa Pugliese

Numero 222 - Luglio-Agosto 2021

I Cartapesta presentano il loro secondo singolo “Quello che si perde”, con un unico obiettivo “fare bella musica”


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Un miscuglio di emozioni, pensieri, musica e parole. Questo sono i Cartapesta. Non una band, non amano definirsi così, ma un progetto pop che nasce dalla collaborazione tra Roberto Colzani, Riccardo Diecidue e Carlo Banchelli. Tre giovani ragazzi incontratisi sui social che hanno deciso di fondersi proprio come la cartapesta dando vita ad un sogno, -taglio-il loro. Roberto è la voce, Carlo è autore, scrive e si accompagna con la sua chitarra acustica mentre Riccardo, musicista, frequenta il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Hanno esordito con il loro primo singolo “Rimani” ed oggi ci presentano “Quello che si perde” la loro nuova canzone disponibile dal 4 giugno. La loro musica da vita ad un sogno fatto di tante emozioni, speranze e freschezza. Pur essendo “nati” da poco hanno le idee ben chiare, il loro unico scopo è quello di fare bella musica e pare proprio che ci siano riusciti. Noi abbiamo incontrato Roberto e abbiamo parlato con lui del loro progetto. Come nasce l’idea di mettervi insieme e di fondervi un po' come la cartapesta appunto? “L’idea di metterci insieme è nata più o meno un anno e mezzo fa. Ci siamo conosciuti per caso sui social, prima io e Carlo che conosceva a sua volta Riccardo. Carlo aveva ascoltato una mia canzone che avevo pubblicato su Instagram e così nasce la nostra avventura. Ci siamo subito trovati tutte e tre bene, scrivendo pezzi, cantandoli e producendoli. A dicembre è uscito il primo singolo “Rimani”, abbiamo poi lavorato ad altri progetti come questa nostra nuova canzone uscita il 4 giugno che si chiama “Quello che si perde”. Il nostro è un progetto ma non un gruppo, non ci sentiamo ancora tali.” Leggendo il testo del vostro singolo viene fuori una sorta di paura di fallire. Avete mai avuto paura di fallire? “Parlo per me ma sono sicuro che gli altri la pensano allo stesso modo. Soprattutto nell’ambito musicale, chi fa il nostro lavoro ha sempre un po' paura di perdere, di fallire, lasciando da parte i sogni che si hanno da piccoli e che ci accompagnano fino all’età adulta. Questo perché poi si pensa più al reale, come un lavoro fisso, una casa, una macchina. Nell’ambito artistico è sempre un po' difficile avere una stabilità economica, soprattutto all’inizio.” -taglio2- Questa canzone parla anche di amore e di speranza. Un messaggio comunque positivo. “Il messaggio vero è proprio è questo. Noi suggeriamo di non arrendersi mai, di sperare sempre. Di non lasciare andare i sogni. Ci rispecchia molto questa idea.” Il 7 giugno uscirà poi il videoclip relativo che vede la partecipazione di quattro atleti della nazionale olimpica. Come nasce l’idea? “Loro sono un simbolo. Lo sport è sicuramente qualcosa che accomuna un po' tutti e vedere un quasi fallimento nell’ambito sportivo che viene sovrastato dalla vittoria ci sembrava un messaggio che potesse arrivare agli occhi e alle orecchie di tutti. Più che dirlo attraverso l’immagine di un’artista abbiamo pensato a questi campioni. Rende secondo noi di più l’idea. Abbiamo ripercorso la loro esperienza all’interno del videoclip, le varie fasi grazie alle quali sono arrivati al successo e alle olimpiadi.” La curiosità è quello di capire cosa avete in comune voi tre allora. Cosa vi accomuna? “Siamo molto diversi noi tre, soprattutto a livello musicale. I pezzi che stiamo producendo invece ci accomunano molto. Facciamo un pop rock che alla fine piace a tutti e tre. Veniamo sicuramente da esperienze diverse che siamo riusciti ad unire. Facciamo cose che ci emozionano. A me piace molto la musica pop e rock e questo si rispecchia nel nostro stile.” Qual è il sogno dei Cartapesta? “Il nostro sogno è quello di arrivare a suonare nei grandi stadi, nelle grandi arene. Ci accomuna tutti e tre. E poi riuscire a trasmettere le emozioni che noi mettiamo nella nostra musica. La cosa bella è che riusciamo a suonare insieme perché la musica ha di per sé un’aurea misteriosa che attraverso le emozioni rende uniti. Che la nostra musica arrivi a tutti, questo è quello che vogliamo. Siamo molto umili e cerchiamo di non pensare sempre troppo in grande ma magari ci rivedremo a Sansiro o all’Olimpico chi lo sa!”





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