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Pop intelligente

di Gennaro Santarpia

Numero 189 - Giugno 2018

Insieme hanno abbracciato uno stile di vita invidiabile, grazie al quale sono riusciti a creare un pop-folk impegnato, ma mai noioso. I Secondamarea ci presentano “Slow”, il loro nuovo album di inediti


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Per capire il senso dell’ultimo disco dei Secondamarea bisogna partire dal titolo: “Slow”, in italiano “lento”, “tranquillo”, che rappresenta un invito a prendersi un po’ di tempo per riscoprire noi stessi e quello che ci circonda. Il disco contiene 12 brani inediti, con la partecipazione di musicisti quali il batterista e percussionista Leziero Rescigno, il bassista Lucio Enrico Fasino ed il trombettista Raffaele Kohler. Le canzoni esplorano i temi della natura, del clima, dell'acqua, dei boschi e degli effetti che questi hanno sull’uomo e sulla sua capacità di osservare il mondo. Tutto ciò viene racchiuso in un lavoro unico e originale. Il duo toscano è composto da Ilaria Becchino e Andrea Biscaro, che insieme hanno deciso di trasferirsi all'Isola del Giglio da oltre 12 anni. Attivi sulla scena musicale indipendente dal 2005, hanno alle spalle vari lavori discografici e con questo “Slow” passano ad una nuova fase della loro storia musicale. Noi di Albatros abbiamo incontrato Andrea per scambiare due chiacchiere su questo ultimo disco.

“Slow” è il vostro ultimo album, il cui concept è una sorta di inno alla natura, spiegaci meglio...

“’Slow’ è un’idea che avevamo da sempre; io ed Ilaria facciamo una vita un po’ particolare: ci siamo trasferiti dalle nostre rispettive città all’Isola del Giglio e la nostra vita assomiglia tanto a questo disco che è venuto fuori in maniera spontanea e naturale. -taglio- Nell’album trattiamo temi del quotidiano, vivere su un’isola ti mette a contatto con il tuo lato più ’animale’, quindi ‘Slow’ è un invito alla lentezza per osservare, per capirsi, e per guardare. Il titolo è il nostro mantra: prendersi del tempo per fare le cose. Questo aspetto è in contrapposizione col nostro tempo, in cui si vive di iper-connessioni, di velocità e mancanza di attenzione.”

Qual è stato il momento in cui avete capito di voler cambiare vita e priorità?

“In realtà è stata una cosa molto naturale, abbiamo fatto un passo avanti e siamo venuti qui molto giovani per iniziare una vita. Facevamo già i musicisti, avevamo messo da parte un po’ di soldi e abbiamo deciso di trasferirci. Usiamo l’isola come base, e di certo non dimentichiamo la dimensione cittadina. Quest’ultima l’apprezziamo più adesso, perché viviamo la città come se fosse l’isola: giriamo a piedi, la osserviamo, la ascoltiamo.”

Com’è nata la vostra collaborazione artistica?

“Ci siamo conosciuti più di 15 anni fa, ed abbiamo deciso subito di suonare e cantare insieme. Ilaria ha una voce incredibile, ed era perfetta con quello che suonavo io. Il nostro è stato un connubio molto immediato, non ce lo siamo neanche detti, da lì abbiamo costruito la nostra identità musicale.”

La parola, o meglio i testi delle vostre canzoni, hanno una grande importanza, come nasce un vostro brano?

“Fortunatamente non abbiamo una regola specifica per creare le nostre canzoni, la scrittura è qualcosa di magico -taglio2- e quindi non sai quando e come nasce. In questo disco c’era un tema alla base: l’idea di cantare la natura nei suoi molteplici aspetti. La cosa bella di ‘Slow’ è che le canzoni sono nate velocemente, come se fossero già state scritte da molto tempo ed erano lì per essere raccolte.”

“Petrolio” è uno dei singoli estratti dal nuovo album, una denuncia alla società odierna, come vedete il mondo tra dieci anni?

“Non ne ho idea, mi piace proiettarmi nel futuro ma il tempo va talmente veloce, che non riesco a prevedere. Penso che verrà il momento in cui dovremo raccoglierci in noi stessi per capire che cosa ci sta succedendo. Il punto che questa comunicazione 3.0 da una parte aiuta, ma dall’altra ci rende molto più soli. La certezza matematica in questo mondo è che abbiamo bisogno degli altri in modo fisico, di uno sguardo, di un abbraccio. Rischiamo quindi di perdere il rapporto tra le persone. Questo raccontiamo in ‘Petrolio’.”

Come pensate sia cambiata la vostra musica dagli esordi ad oggi?

“Sono cambiate tante cose, ci siamo alleggeriti un po’. Sentiamo meno il peso della responsabilità di dover dire a tutti i costi qualcosa di pregnante, o meglio, lo continuiamo a farlo ma con più ironia. Ci siamo avvicinati al pop, creando un intrattenimento intelligente. Questo disco è una sorta di nuovo inizio, un percorso nuovo, musicalmente parlando.”


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