Non fa male…
Uno dei volti più amati del piccolo schermo diventa Rocky nell’imperdibile e appassionato musical tratto dall’iconico film
È andato in scena, al Teatro Augusteo di Napoli, “Rocky The Musical”. La musica e le liriche sono dei vincitori del Tony Award e candidati all’Oscar Lynn Ahrens e Stephen Flaherty, -taglio- con arrangiamenti moderni che conservano intatto il fascino della colonna sonora originale del film. Il libretto è di Tony Thomas Meehan, tratto dalla sceneggiatura di Sylvester Stallone, tra gli autori e produttori del film. Traduzione, adattamento e regia dello spettacolo sono di Luciano Cannito, già al lavoro al nuovo musical “Singin’ in the Rain”, che ha ideato le coreografie con Fabrizio Prolli. Belle le scene di Italo Grassi, i costumi di Veronica Iozzi, le luci di Valerio Tiberi, disegno audio di Leonardo Zagariello, la direzione musicale di Ivan Lazzara e Angelo Nigro, che ha realizzato anche gli arrangiamenti. “Rocky the Musical” è più di una trasposizione teatrale di un film iconico. È una storia, ormai celeberrima, di redenzione, di lotta e di speranza. Nella vita si può cadere, ma poi ci si rialza. Il musical è una celebrazione della forza umana e dell’amore. Bravi i protagonisti Pierpaolo Pretelli, già volto di famosi reality show e Giulia Ottonello nel ruolo di Adriana, apprezzata protagonista di tanti musical. Di talento anche il ballerino Robert Ediogu nel ruolo di Apollo Creed, Matteo Micheli in quello di Paulie e Giancarlo Teodori nei panni dell’allenatore Micky Goldmill. E con Laura Di Mauro (Gloria), Simone Pieroni (Mr Jergens), Francescopaolo Verratti (Mr Gaso), Christian Peroni (Tommy Crosetti), Valeria Cozzolino (Joanne), Laura Offen (Angie), Martina Peruzzi (Linda McKenna), Pietro Rebora (Allenatore Apollo), Cristina Da Villanova (Apollo Girl), Gianmarco Galati (Spider Rico), Gianluca Savino (Mike), Nicholas Lega (Buddy), Egon Polzone (Dipper). Tanta energia, travolgenti le scene del combattimento sul ring, belle voci per un cast affiatato e ben diretto. Ricostruita con maestria l’atmosfera urbana degli anni ’70 a Philadelphia, con pedane mobili, graffiti, videoproiezioni che rievocano il celebre film ma ben si adattano al palcoscenico teatrale.
Pierpaolo è il tuo primo musical: quale l’emozione di interpretare un ruolo che un grande come Stallone ha reso immortale?
“Si, sono al mio primo musical ma devo dire che al montaggio conoscevo anche le battute degli altri attori! Un’esperienza nuova per me, ma l’esperienza si fa nel bellissimo percorso che il teatro offre e questo accresce la mia personalità. C’è tanta emozione nell’interpretare Rocky, ed entrare nei panni di un’icona del cinema come Stallone è quasi impossibile. È una grande storia d’amore e ci sono tutte le canzoni più importanti dei film, da “Gonna Fly Now” di Bill Conti ad “Eye Of The Tiger” dei Survivor. Un trionfo della musica, incalzante nei momenti più forti: vedere Rocky che canta è la curiosità. Rispetto ai musical classici, però, “Rocky” è molto più recitato”.
Rocky viene dal basso, ha lottato per emergere e sceglie il riscatto. Anche tu ti sei cimentato con la boxe…
“Si, ho fatto un paio di anni di pugilato, ma senza lo sparring per proteggere un po’ il naso. Rocky, così come Stallone per produrre il suo film, ha sudato per farcela. Dalle strade di periferia, grazie alla sua forza interiore, alla sua voglia di riscatto, riesce ad arrivare dove vuole grazie alla boxe. E ottiene il trionfo anche grazie ad Adriana, vince nell’amore. Apparentemente è un duro ma dall’animo buono. Faceva un lavoro sporco ma senza fare le cattiverie. Entrambi siamo del Sud, lui proviene dalla provincia americana ed io sono arrivato da un piccolo paese della Basilicata, Maratea. Anche io sono di umili origini, figlio di operai. Prima del mondo dello spettacolo ho fatto il giardiniere, il parcheggiatore, il cameriere… Mi ritrovo nel personaggio di Rocky. Ho avuto anche io le mie sfide interiori. Il mondo va veloce e bisogna saper stare al passo”.
Qual è la differenza tra Rocky musical e film?
“Nel musical, rispetto al cinema, c’è un po’ più di magia. Il teatro è magia, energia, dove si vive di emozioni e la sinergia tra Rocky e Adriana è palpabile. Per me è un importante passo professionale e umano. Il teatro è la scuola per chi vuole fare tv, cinema. C’è tanta emozione, con le musiche incalzanti, la famosa scena in cui il pugile grida “Adriana”, e c’è il ring. Il pubblico che assiste diventa magicamente il pubblico del match di pugilato!”.