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Persecuzioni religiose

di Antonio Morabito

Numero 189 - Giugno 2018

Le testimonianze che don Luigi Ginami riporta nel suo libro “Dove i cristiani muoiono” - Edizioni San Paolo 2018 -, sono di una drammaticità disarmante e tolgono il fiato...


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Le testimonianze che don Luigi Ginami riporta nel suo libro “Dove i cristiani muoiono” - Edizioni San Paolo 2018 -, sono di una drammaticità disarmante e tolgono il fiato. In particolare, destano sgomento e sono sconvolgenti i racconti sulla strage nel campus universitario di Garissa in Kenya ai confini della Somalia. Sono 148 i giovani studenti cristiani, ragazzi e ragazze, che vengono massacrati, ferocemente, da diavoli incarnati in fanatici islamici di Al Shabaab. Sono immagini che rievocano l’Apocalisse “vidi le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio”, descritte da coraggiosi superstiti che l’autore riporta… “sgozzano e distruggono le loro teste…. L'intento diabolico è evidente: non solo uccidere, ma polverizzare e dissacrare l’identità cristiana”. Una ferocia frutto di quel “integralismo islamico che sfrutta il nome di Dio per uccidere in modo orribile”. -taglio- Erano i giorni in cui si festeggiava la Pasqua in tutto il mondo, esattamente il 2 aprile 2015, ma di quel giorno non si ricordano grandi adunate di folle di cristiani per le strade delle città, o raduni nelle chiese a testimoniare per quei moderni e innocenti Martiri. Forse ci saranno stati tanti post sui social, ma non bastano. Siamo forse troppo assuefatti alla morte violenta e a subire o restiamo attoniti e incapaci di reagire in modo collettivo ed energico. A Parigi, per i morti di Charlie Hebdo si mobilizza il mondo intero e i capi di governo europei sfilano per le vie della capitale parigina. Anche don Luigi non ricorda simili manifestazioni per l’uccisione dei giovani Martiri di Garissa né per le tante vittime di abusi e discriminazioni e per i morti inceneriti nelle chiese che lui racconta nel suo incredibile libro-testimonianza. Una nuova chiesa ora ricorda quella ferocia. Una chiesa per i Martiri nella missione di Bura Tana. Quel sangue innocente ha cementificato una costruzione quasi miracolosa realizzata dalla Fondazione italiana Santina onlus che don Luigi guida. Un parallelismo simbolico forte tra la chiesa di Roma nata dal sangue dei martiri e quella africana sorta su quello dei giovani universitari. Ma perché i cristiani sono ancora oggi oggetto di violenza, crudeltà e persecuzioni efferate? Ci sono ancora molti Paesi dove la libertà religiosa è limitata e dove i cristiani sono discriminati. L’efferatezza dell’estremismo islamico ha superato ogni -taglio2- immaginazione, anche se la storia ci ha lasciato immagini cruente del periodo delle crociate. Ma sono periodi lontani nel tempo. La recrudescenza di questa violenza ha origini più recenti. In Paesi dove regnava la convivenza pacifica oggi appare quasi impossibile convivere. I cristiani oggi letteralmente fuggono da Paesi come l’Iraq, la Siria la Somalia, il Sudan. Vivere da cristiani in quei Paesi significa rischiare la propria vita e quella dei propri congiunti. Il leitmotiv è quello di sempre, la stabilità ci sarà solo quando saranno garantiti equità sicurezza e legalità. Afferma Barbara Serra - AlJazeera English -, che la soluzione per la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente si troverà quando “ci sarà una stabilizzazione della situazione per tutti i gruppi etnici e religiosi in maniera più equa possibile”. Il dramma, però, è ancora più globale e le sofferenze per i cristiani si ripetono in maniera violenta e sistematica in Africa ma anche in Asia. Le informazioni restano limitate a lanci di agenzia e sommari report che restano in sordina e lasciati a pochi servizi giornalistici in gran parte dello stesso mondo cristiano e cattolico. C’è sempre più da auspicare e volere che i cristiani in sofferenza sparsi nelle aree a rischio del mondo se sono perseguitati non siano abbandonati e ancor peggio non dimenticati. Ma la questione va affrontata in modo globale e non lasciata alle comunità locali che non possono difendersi e quando reagiscono restano vittime.


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