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Pensare come una montagna

di Pasquale Matrone

Numero 231 - Giugno 2022

Uomini, animali e cose (anche loro vive) sono parte integrante di un unico organismo: attori dotati di pari dignità e la cui interazione equilibrata e funzionale è la sola garanzia di una corale e sana sopravvivenza


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Uomini, animali e cose (anche loro vive) sono parte integrante di un unico organismo: attori dotati di pari dignità e la cui interazione equilibrata e funzionale è la sola garanzia di una corale e sana sopravvivenza. Sono vive le montagne, con la fauna e la flora che le abitano: dai minuscoli insetti, a volpi, lupi, daini, uccelli;-taglio- dai timidi licheni, ai boschi di larici, agli abeti, ai pini (cembro, mugo, rosso, nero, silvestre), ai ginepri, ai rododendri, alle stelle alpine, ai prati di nardo, ai cespi penduli di carice. Altrettanto sono vivi, e popolati di vita, cielo, fiumi, mare, laghi… Sembra banale ripetere queste cose che tutti sanno. Ma non lo è affatto. Si tratta, quasi sempre, di una conoscenza distaccata, superficiale, priva di adeguata consapevolezza. Ecologia profonda. Questa espressione viene coniata negli anni settanta dal filosofo norvegese Arne Ness ed è indicativa della necessità, da parte degli uomini, di capire finalmente di non essere elementi estranei alla natura bensì di esserne parte e, conseguenzialmente, responsabili. La natura non va manipolata, ma compresa, assecondata e rispettata… Bisogna, perciò, abituarsi ad agire, tenendo ben presenti gli interessi a lungo termine di un universo da considerare come sistema integrale, e cioè unitario e autoregolatore, come sottolineato da James Lovelock nella sua teoria di Gaia, negli anni sessanta. -taglio2- Sono questi gli anni in cui la filosofia comincia a preoccuparsi dell’incombente disastro ecologico dovuto all’incuria, nonché allo sfruttamento dissennato del territorio e delle sue risorse. Già, qualche decennio prima, l’ecologista americano Aldo Leopold aveva ammonito: “L’uomo deve imparare a pensare come una montagna”. Una montagna non tradisce le creature che la abitano: le nutre, le protegge, le lascia vivere… Allo stesso modo l’uomo, mai dimenticando di far parte della biosfera, deve rispettare le peculiarità e i bisogni dell’intero ambiente naturale senza devastarlo per il proprio vantaggio e mai perdendo di vista l’importanza che esso riveste nella sopravvivenza delle creature che ne fanno parte.

Pensare come una montagna vuol dire, nel presente e nel futuro, mantenersi fedeli alla natura e interagire con essa in maniera leale e armonica. Occorre, dunque, che ciascuno impari a scoprire il proprio sé ecologico, rendendosi conto che il proprio io non è un’astrazione bensì un’entità le cui radici traggono alimento dalla complessa e variegata comunità comprensiva di tutta la realtà.





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