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Paura del domani

di Adriano Fiore

umero 243 - Settembre 2023


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Cresce in tutto il mondo l'ansia dovuta alle nuove frontiere dell'intelligenza artificiale e ai suoi possibili usi in tutti gli ambiti del nostro quotidiano. Numerose produzioni cinematografiche e letterarie provano a metterci in guardia dal percorrere questa strada di vita smart a tutti i costi, evidenziandone i rischi e le enormi contraddizioni e derive, ma apparentemente la possibilità di un domani sempre più "facile da usare" e la rassicurante sicurezza di poter gestire ogni momento della propria vita sembrano avere un impareggiabile sopravvento.-taglio- Ad uno sguardo superficiale potrà apparire come l'ennesimo capitolo della lotta tra uomo e macchina, tra umanità e meccanizzazione, tra il "fatto a mano" e l'automatismo, ma queste non sono che piccole schegge che pochissimo hanno a che fare con la foresta di contraccolpi che può generare un futuro preparato in laboratorio. Il rischio, infatti, non nasce nella possibilità che le macchine si sostituiscano agli uomini ma che quest'ultimi diventino macchine. Negli ultimi cinquant'anni già siamo passati dall'essere cittadini al ritrovarci consumatori, trattati da tali in ogni istante della nostra vita (nel bene e nel male). Nei prossimi decenni il dramma sarà ritrovarci ad essere non followers ma influenced, non intenti a seguire mode e modi di fare ma già irrimediabilmente convinti di cosa comprare o chi ascoltare, cosa mangiare o chi votare, con anche le precise indicazioni di quando e come farlo, con tanto di bad rating nel caso in cui si sbagli qualcosa. Credete sia un'esagerazione? Questo è un futuro già attorno a noi, vedi app come BeReal, quelle che monitorano ogni nostro spostamento e i primi esperimenti di realtà aumentata con gli occhiali da sole "fighi" che permettono (a te e forse a qualcun altro) di rivedere quello che stai guardando, fotografare tutto e tutti e mille altre funzionalità in costante aggiornamento.-taglio2- Contrastare le perversioni di chi vorrebbe sempre più condizionare le nostre scelte non significa andare contro lo sviluppo tecnologico e la modernità. Il vero scopo di tale critica deve essere quello di riuscire a canalizzare tali forze ed investimenti in qualcosa che non uccide l'individualità a vantaggio della massa, ma che aiuta il singolo in ciò che ogni giorno sceglie di fare (o di non fare). Anche se è sbagliato, devo poter scegliere di non fare sport, di non fare i regali a Natale, di non innamorarmi o di dire a tutti quello che penso. La libertà sopra ogni cosa, nei limiti del vivere comune, è quanto le intelligenze "superiori" dovranno aiutarci a preservare. Tutto il resto non sono che strategie commerciali, e tali devono rimanere. Aiutateci a non temere niente, non scegliete al posto nostro così da risolvere la nostra ansia di sbagliare. Che solo gli errori possono darci coraggio dinanzi a un futuro che, da solo, già sa fare abbastanza paura.





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