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Nuove strategie didattiche

di Laura Fiore

Numero 187 - Aprile 2018

Svoltosi con successo il Convegno “Approcci didattici per l’inclusione di alunni con disturbo dello spettro autistico”, promosso dalla Direzione Didattica Statale Scafati I e ospitato nella sala conferenze della Biblioteca Comunale “F. Morlicchio” di Scafati


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Numeroso afflusso di partecipanti al Convegno ““Approcci didattici per l’inclusione di alunni con disturbo dello spettro autistico”, promosso dalla Direzione Didattica Statale Scafati I e ospitato nella sala conferenze della Biblioteca Comunale “F. Morlicchio” di Scafati. Ad aprire il convegno la Direttrice della Biblioteca, D.ssa Maria Benevento, che presentando gli ospiti sottolinea l’importanza di incontri formativi che coinvolgendo il territorio offrono non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti i cittadini la possibilità di approfondire un disturbo che in Italia interessa un bambino su 160 e circa 500 mila persone. A sottolineare l’importanza di fare rete e di creare un corpo docente preparato nell’offrire adeguate strategie didattiche, la Prof.ssa Maria Funaro, dirigente scolastica della Direzione Didattica Statale Scafati I, che così risponde alle nostre domande: “I disturbi dello spettro autistico hanno notevoli ripercussioni sulla qualità della vita delle persone interessate e delle loro famiglie. Il bisogno di conoscere meglio questi disturbi coinvolge profondamente sia i familiari sia le diverse figure professionali sanitarie, sociali e scolastiche direttamente coinvolte nell’interazione con persone con autismo. La formazione, dunque, assume un ruolo importante e significativo per poter esaminare e approfondire i risultati più recenti della ricerca scientifica sull’autismo, in modo particolare per quanto riguarda gli interventi psico-educativi. -taglio- Ecco perché ci siamo attivati affinché la nostra direzione didattica firmasse una convenzione con l’Università di Salerno – Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione (DISUFF), rappresentato dal Direttore Prof. Maurizio Sibilio, per un corso di formazione su: “Approcci didattici per l’inclusione di alunni con Disturbo dello Spettro Autistico”, rivolto ai docenti del Circolo, di cui questo convegno è parte integrante. Al termine del percorso formativo, si avvierà, infatti, la sperimentazione pilota sul G-ESDM, mirato a promuovere lo sviluppo delle abilità sociali, comunicative e di apprendimento già a partire dal secondo anno di vita, che coinvolgerà alcune sezioni della Scuola dell’Infanzia della Direzione Didattica Statale SCAFATI I, il gruppo di ricerca del DISUFF ed alcuni ricercatori americani. Sono certa che attraverso questi interventi e un serio rapporto affettivo potremo sperare i bambini con autismo possano sul serio avere la possibilità di uscire fuori dal silenzio. ” – spiega la Prof.ssa Funaro. Continuiamo ad addentrarci nel problema autismo con la relatrice prof.ssa Paola Aiello, Professore Associato di Didattica e Pedagogia Speciale, presso il Dipartimento Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione -Università degli Studi di Salerno: “Fornire modelli metodologici e strumenti operativi per affrontare la complessità dei disturbi dello spettro autistico nei contesti scolastici è importante, considerato che la nostra esperienza ha evidenziato un quadro molto disomogeneo della preparazione degli addetti ai lavori nel campo dei disturbi dello spettro autistico, evidenziando alcuni deficit -taglio2- formativi le cui conseguenze ricadono sulla possibilità, per chi ne è affetto, di essere incluso nei contesti scolastici e nel più ampio tessuto sociale. È giunto il momento che la scuola si faccia garante di una offerta formativa rivolta a tutti con personale qualificato, perché formato adeguatamente”. Ma su cosa è fondato il programma G-ESDM? – chiediamo alla dott.ssa Irene Russo Psicologa presso l'Early Days Autism Center - Sacramento- California e PHD Student presso il Dipartimento Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione - Università degli Studi di Salerno: “Il metodo è implementato sulla reciprocità, ovvero nella realizzazione di I contesti socialmente inclusivi. La ricerca ha, infatti, dimostrato che i contesti inclusivi, in cui interagiscono bambini con sviluppo tipico e bambini con bisogni educativi speciali, producono ricadute positive su questi ultimi. I programmi inclusivi consentono ai bambini di sperimentare il dare e il ricevere dagli altri. Tali ambienti creano opportunità per educatori e operatori sanitari della prima infanzia di collaborare con i fornitori di servizi sanitari per costruire un programma inclusivo di sviluppo educativo in cui vi sia spazio per l'apprendimento individualizzato, guidato dalla motivazione e dalle abilità del bambino.” Durante il convegno è stato anche presentato dal dott.re Stefano Di Tore, ricercatore di didattica e Pedagogia presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno, un software interattivo a sostegno di tutto il percorso G-ESDM.


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