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Noemi

di Paola Trotta

Numero 230 - Maggio 2022

Sincerità, naturalezza e crescita costante: queste le chiavi del successo della bella e brava cantautrice, che dopo Sanremo continua il suo “percorso d’equilibrio”


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Il suo modo di fare musica è sempre in grado di incantare e trascinare, facendosi conquistate dalla sua voce graffiante e dalle sue melodie che la rendono gemma unica del nostro panorama musicale. L’abbiamo apprezzata, fra l’altro, nell’ultima edizione del Festival, quando alla settima volta sul palco dell’Ariston ha portato la sua-taglio- “Ti amo non lo so dire” (Columbia Records/Sony Music), che ha poi spopolato in radio nelle ultime settimane. Un brano autobiografico con un testo profondo e consapevole che affronta un dolore personale. Un uptempo scritta da Dario Faini, Alessandro Mahmoud, Alessandro La Cava e prodotta da Dorado Inc che conferisce al brano una grande energia, con un crescendo che esplode nel ritornello e il sinth che ricorda il battito del cuore. Il testo racconta il coraggio di superare la paura di prendere una posizione, di scoprire il fianco esprimendo i propri sentimenti, del cambiamento e delle sue conseguenze. Tutti temi che la cantautrice ha da sempre affrontato e portato avanti, mostrando senza veli il proprio essere donna libera, naturale e trasparente dinanzi a tutti i suoi fans ed estimatori. Ma non solo. La voce di Noemi vola leggera sempre e arriva a tutti, con un messaggio dai colori inediti e luminosi. Reduce da un anno strepitoso, Noemi sta continuando il nuovo capitolo del suo percorso di ricerca interiore iniziato con “Guardare giù”. Una crescita costante, personale ed artistica, che è oramai sotto gli occhi di tutti, e che ne fa senza dubbio tra le protagoniste più apprezzate del panorama musicale italiano. Iniziamo da “Ti amo non lo so dire”: Cosa rappresenta per te questo brano? “È un altro pezzo che si aggiunge al mio puzzle. Parlo del cambio d’equilibrio con le persone che ci circondano, è una canzone che non parla solo di me. Il primo step è stato raccontare la mia metamorfosi con Glicine, un brano che era un racconto interiore. Il secondo step riguarda il nuovo modo di sapersi calibrare con gli altri, di resettare sé stessi dopo un cambiamento. È un brano che ho tantissimo nel cuore. Negli ultimi anni, ho fatto un grande lavoro di consapevolezza su di me, attraverso la musica.” La canzone, che parla di come i rapporti possano rischiare di incrinarsi, però, lascia un messaggio finale di positività a chi l’ascolta… “Si. Tante volte nascono degli equivoci creati da un cambiamento, tante persone si allontanano e noi, parlando, facciamo ancora peggio. Non sono brava a parole, mi esprimo meglio con le canzoni e la canzone parla proprio di questo. La cosa bella di questo pezzo è che, però, alla fine, forse ce la faremo a dire “ti amo”.-taglio2- Il “ti amo”, in questa canzone, è una metafora incredibile per raccontare questa volontà. Mahmood e Alessandro La Cava hanno capito quello che volevo dire, mi piacciono da morire le parole che hanno scelto. Sono molto soddisfatta della produzione della Dorado Inc. di Dardust. Hanno scelto il vestito perfetto per questa canzone. Il pre-chorus è molto “vaschiano”. Il ritornello esplode con un “synthone” bello grosso con la cassa-in-4. Il pezzo è complesso da cantare, la melodia è agile, ci sono tante parole, è un fraseggio moderno, sul ritornello ho alleggerito il mio timbro, è un pezzo pieno di energia. In ogni ascolto, si possono scoprire frasi sempre diverse. È una bella sfida, cantarlo.” A chi dedichi questo brano ed il suo messaggio? “Dedico il pezzo a tutte le persone super-sensibili che hanno voglia di non essere fraintese. L’equilibrio con le altre persone è importante tanto quanto l’equilibrio mente-corpo. Le persone più vicine a me hanno avuto paura del mio cambiamento. Dovevamo riprendere le misure nei nostri rapporti. Chi non vive questo cambiamento in prima persona e sta vicino a chi attraversa un cambiamento di questo tipo rimane un po’ perplesso, perché non è facile. Quando i rapporti sono belli e importanti, però, ci si riprende in un attimo.” Che ricordi hai dei tuoi Sanremo passati, delle tue canzoni? Le canzoni che ho portato a Sanremo, le amo tutte. Con le altre canzoni, ho avuto un po’ di timore nel raccontare un mio piccolo pezzo di vita. Glicine ha rappresentato un cambio da questo punto di vista. Del podio tutto femminile con Sono solo parole, ho un ricordo bellissimo. È l’anno in cui vinse Emma, con Arisa al secondo posto e io al terzo. Per la serata delle cover, hai scelto “(You Make Me Feel Like) A Natural Woman” il celebre brano scritto per Aretha Franklin da Carole King e Gerry Goffin, come omaggio alle grandi donne della musica. Come mai? “L’ho scelta perché il mondo del blues e del soul è stata la prima musica che ho amato. Ho cantato questa canzone col cuore in mano. Aretha Franklin non ha vissuto la musica da diva, lei è stata la voce per la sua comunità, la comunità delle donne afroamericane. Anch’io ho deciso di cantare questa canzone per le donne ma non solo. È un brano trasversale che penso di portare con me anche nel prosieguo della mia carriera e nei miei live.”





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