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Nel mondo di Wharol

di Paola Ratti

Numero 243 - Settembre 2023

Intervista a Massimo Pirotti, uno dei curatori della mostra “Warhol’s World”, in programma nel mese di settembre presso la Galleria MAD di Mantova


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Tra le mostre imperdibili del mese di settembre c'è “Warhol’s World”, che non racconta solo l'estetica del grande artista, ma indaga anche attraverso la sua filosofia di vita che mescola la cultura alta con quella popolare. L'appuntamento è a Mantova, presso la Galleria MAD di Lucia Quasimodo, dal 3 al 28 settembre. Per saperne di più abbiamo intervistato Massimo Pirotti, curatore della mostra insieme a Sergio Zanichelli.. -taglio- In che modo e con quale approccio è stato ricostruito il “Warhol’s World” in questa mostra? «Partendo da un’idea della titolare della Galleria MAD Lucia Quasimodo si è pensato di impostare questa mostra non solo per celebrare le opere ormai iconicamente riconoscibili dell’artista ma di svelarne la sua poetica basata su dichiarazioni forti e uno stile di vita eccentrico per l’epoca. Nel celebre libro “La filosofia di Andy Warhol” che ci è stato di ispirazione possiamo già percepirne la lungimiranza. L’allestimento sarà particolarmente elegante nella sua semplicità con le tonalità argentate di sfondo che si adattano alla forma piuttosto strana della galleria, che è composta da spazi espositivi simmetrici ma differenti allo tesso tempo, si percepirà un percorso espositivo che ci farà intuire l’immensa attualità estetico-filosofica dell’artista». È stato difficile reperire le opere e il materiale da esporre, in particolare gli strumenti che l'artista usava per compiere il suo gesto creativo? «Il materiale che compone l’esposizione è formato da opere che lo hanno reso celebre (Marilyn,Campbell Soup, Brillo Box, Interview ecc), fotografie originali degli anni sessanta che raccontano la quotidianità lavorativa di Warhol all’interno della Factory, foto della seconda metà degli anni settanta inerenti a una sua visita a Roma e documenti che riguardano la sua vita di produttore musicale e fotografo come la sua inseparabile polaroid (che sarà esposta), il tutto è frutto di trent’anni di ricerca da parte di collezionisti privati che hanno messo a disposizione questo storico patrimonio». Come si è svolta operativamente l'organizzazione di tutta la mostra (che ha il patrocinio del Comune di Mantova) insieme a Lucia Quasimodo della Galleria MAD? -taglio2- «Insieme a Lucia ci siamo avvalsi della collaborazione di uno dei massimi studiosi e appassionati di Andy Warhol l’architetto Sergio Zanichelli (co-curatore insieme a me) che con la sua guida ci ha indirizzato al meglio sulla base delle nostre idee, prendendo spunto anche dalle recenti mostre a Padova e al Museo MAGA a Gallarate.Ci siamo avvalsi anche della preziosa collaborazione dell’artista e grafico Massimiliano Sbrescia come media partner e per la parte grafica». Quale era il rapporto tra Warhol e l’Italia? «I tributi di Warhol all’Arte Italiana sono molteplici da Leonardo e DeChirico, nel 1975 poi rimase fortemente colpito dalla diffusione dell’immagine simbolo del Partito Comunista, la falce e martello. L’artista ha acquistato questi utensili fotografandoli per poi riprodurre l’immagine su tela e intervenire pittoricamente su essa trasformando il suo significato ideologico con quello mercificato lasciando un importante segno indelebile della sua poetica anche nel nostro paese, l’opera infatti è conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, perciò il suo passaggio nel nostro territorio non è passato di certo inosservato». Secondo lei quanto è importante che anche i più giovani si nutrano dell'arte di Andy Warhol e del suo pensiero (magari partendo proprio da “Warhol’s World”)? «Il suo stile grafico è ancora oggi uno standard dove hanno attinto molti degli attuali Artisti New Pop, i giovani come la società intera del resto consciamente o inconsciamente ha finito con l’omologarsi al pensiero di Warhol, se pensiamo alla profetica frase “In futuro ognuno avrà i suoi 15 minuti di celebrità” è un modo per indagare i tempi odierni in maniera analitica senza falsi sofismi. Il suo è un pensiero filosofico apparentemente superficiale e meno arzigogolato ma l’universalità di questi concetti saranno sempre più basilari negli anni a venire».





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