La stagione estiva dell’Associazione Alessandro Scarlatti ospitata nei giardini di Villa Pignatelli a Napoli
Anche la musica riparte, nella magia di uno dei più belli tra i giardini della città di Napoli, Villa Pignatelli, che ha ospitato la rassegna estiva “Musica sotto le stelle”, a cura dell’Associazione Alessandro Scarlatti, in collaborazione con la Direzione Generale dei Musei della Campania.-taglio- Il pianista Dario Candela ha celebrato la ricorrenza del 250esimo anniversario della visita di Mozart quattordicenne a Napoli: vero e proprio viaggio di formazione, alla scoperta delle radici musicali d’Europa, nel confronto con maestri del calibro di Domenico Scarlatti e Domenico Cimarosa. Colori pastello e verve mediterranea si sprigionavano in pagine brevi in un unico movimento, confluendo l’una nell’altra con naturalezza, come una suite settecentesca; l’uso sobrio del pedale di risonanza, la varietà degli affetti e la fluente ornamentazione richiamavano atmosfere barocche, che preparavano la maggiore complessità degli esiti mozartiani. Le celebri Sonate K 330 e K 283, culmine del percorso, erano qui presentate in tutta la loro libertà e veste stilistica smagliante, che ne esaltava la perfezione e la gioiosa inventiva musicale. Nel bis, infine, due saggi di puro pianismo: il sognante “Claire de lune” di Debussy e il travolgente “Presto” dai “Sei Momenti musicali” di Rachmaninov. Con il suggestivo titolo “Riflessi dall’Oriente” il duo pianistico a quattro mani formato da Antonello Cannavale e Maria Libera Cerchia ha proposto un programma ricco di esotismo e riferimenti poetico-letterari: a partire da “Bilder aus Osten” di Schumann, sorta di goethiano “Divano occidentale-orientale” in musica, idealizzazione di mondi e paesi lontani, fantasticamente vagheggiati come un paradiso perduto e un simbolo di bellezza; ma il viaggio è tutto interiore, nel segno di un romanticismo tenero e appassionato, affrontato con slancio, per un’intesa e un feeling immediati che si ritrovavano in quell’inno all’amore che sono i “Liebeslieder-Walzer” op. 52 di Brahms: diciotto piccoli brani pieni di grazia e maestria, in origine concepiti anche per quartetto vocale nello spirito delle “schubertiadi”, ondeggianti fra danza viennese e sospiri del cuore. Non ne fu indifferente lo stesso Dvorak, -taglio2-nelle sue scalpitanti “Danze slave” (eseguite l’op. 72 n. 1 e n. 8, nel bis l’op. 46 n. 1), per una rilettura dal sapore orchestrale e schiettamente nazionalistico. Il pianista Ciro Longobardi, Premio Abbiati del Disco 2018-19, ha presentato tre brani tratti dal “Catalogue d’Oiseaux” del compositore francese Olivier Messiaen: opera singolarissima, ispirata al canto degli uccelli, studiato e riprodotto con metodo scientifico e innalzato a metafora del linguaggio e della creazione musicale; rapidi tocchi e ampie pennellate di suono si fondevano col respiro stesso della natura, nel silenzio della sera, in una sinestesia affascinante, quasi mistica e rituale. Un’intuizione folgorante travalicava limiti e confini geografici nelle successive “Estampes” debussyane: impressioni di luoghi mai visitati, eppure così chiari e vividi nell’immaginazione da formare un trittico mirabolante di scale pentatoniche e atmosfere gitane, suggellate da una magnifica toccata di bravura; il tutto saldamente nelle mani di un interprete virtuoso, che si congedava con la più solare delle visioni musicali delle Colline di Anacapri. L’ultimo appuntamento di agosto - inserito nel progetto nazionale “Musica con vista”, coordinato dal Comitato Amur e Le Dimore del Quartetto - ha visto il debutto napoletano del Quartetto Henao, ensemble giovanile ma già alla ribalta (William Chiquito Henao e Simona Cappabianca ai violini, Stefano Trevisan alla viola e Giacomo Menna al violoncello), perfettamente amalgamati e fusi, con bel suono limpido e armonico, nello struggente “Crisantemi” di Giacomo Puccini, prima di cimentarsi con un caposaldo come il Quintetto op. 44 di Schumann, sostenuti al pianoforte dall’esperienza di Costantino Catena: insieme ne hanno offerto un’esecuzione vibrante e appassionata, piena di fascino e drammatico lirismo, col bis del galoppante Scherzo del terzo movimento.