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Moderno cantastorie

di Teresa Pugliese

Numero 230 - Maggio 2022

Eugenia Martino esordisce con “L’alieno, il Califfo e la bambina”, una storia fantastica, di passione e di vita


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L’amore esiste per tutti anche per “L’alieno” (L’altra metà srl). Questo è il titolo e il tema del nuovo singolo della cantautrice romana Eugenia Martino. Il brano è contenuto nell’album “L’alieno, il Califfo e la bambina", prodotto da Mogol e curato nella produzione artistica da Massimo Satta. -taglio-L’album d’esordio della cantautrice racconta storie rubate al mondo, parla di personaggi incontrati per caso, è un mix di emozioni crude vere e vissute. Eugenia racconta in maniera sofisticata e reale la vita e i sentimenti, attraverso musica e parole che si fondono, insieme, per creare un unico e solo canto fantastico. Noi l’abbiamo incontrata per farci raccontare questi pezzi di vita. L’alieno è una canzone che parla di un argomento tabù e cioè della sessualità nell’ambito della disabilità vero? “Sì, parla di quelle che sono le diversità sessuali che purtroppo possono essere anche avvenute anche a causa di incidenti o di malformazioni congenite. È un argomento delicato al quale quasi nessuno osa avvicinarsi soprattutto a livello artistico perché è chiaramente difficile da trattare. Per questo motivo l’ho voluto trasformare in una favola, per renderlo un pochino leggero e accessibile.” Nonostante tutto il tuo è un disco molto ironico. Come mai hai usato un tono così inusuale per questi temi? “È vero, è un disco ironico. Tende, diciamo, alla leggerezza su alcuni temi che sono molto pesanti. L’alieno parla appunto di questo, si parla anche di bullismo, di malattia raccontata come un viaggio che non sa come va a finire. Cerco di raccontare sempre le cose con un tono un pochino meno melodrammatico. Parlo delle cose brutte che ci possono succedere così perché probabilmente penso che sia l’unico modo per poi risolverle e per uscirne.” Sembra un po' l’inizio di una favola l’incipit di questo CD “L’alieno, il califfo e la bambina”. Ha un qualcosa di fantastico? “È assolutamente così. volevo fare un disco di storie, un disco che fosse come un libro, che non fosse sulle mie paturnie sentimentali piuttosto che sulla mia vita, della quale non interessa niente a nessuno, ma che fosse un cd in cui ognuno potesse ascoltare una storia e trarne una morale o un messaggio soggettivo. -taglio2-Sono tutti personaggi diversi che raccontano cose diverse.” Immagino ci sia qualcosa di autobiografico nel senso che hai dichiarato che questo è un disco di storie rubate al mondo e di personaggi che hai incontrato nella tua vita. “Sì, nel senso che ho avuto la fortuna di aver viaggiato molto ed ho incontrato moltissime persone e sono stata protagonista di diverse situazioni. Nella mia vita ci sono delle persone che ho conosciuto, che mi hanno ispirato, come questo stesso ragazzo disabile che ho davvero incontrato. Sono storie che ho rubato alla gente per poterle scrivere.” Quello che risolve tutte queste storie è forse l’amore, un sentimento che trova sempre la soluzione giusto? “Nel caso dell’alieno questo vuole essere il messaggio e cioè che possiamo essere diversi, possiamo avere delle difficoltà “tecniche” piuttosto che caratteriali ma se c’è un sentimento puro alla base si trova sempre una soluzione. Questo è chiaramente il messaggio contenuto dentro il disco. L’amore è un tema poco toccato in questo disco, anche perché credo che fare una bella canzone d’amore sia molto difficile, però si può parlare di amore a più livelli.” Questo è un disco prodotto da Mogol. Come lo hai incontrato e come è stato lavorare con lui? “L’ho incontrato nel 2018 perché mi presero a un corso nella sua scuola a Terni, un corso per autori di testo e ci siamo conosciuti lì. Ha cominciato a sentire delle cose che avevo scritto ed ha chiesto di me. Abbiamo avuto un imprinting artistico immediato, questa è stata la cosa più bella che mi è successa nella vita perché io faccio la gavetta da tantissimi anni, quindi finalmente a 31 anni mi è capitato di incontrare un mito come lui che mi ha detto: “finalmente ho incontrato qualcuno che scrive come piace a me”. È stata una soddisfazione ed è svolta nella mia vita. La volta buona.





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