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Mille progetti

di Maresa Galli

Numero 236 - Dicembre-Gennaio 2023

Il cantautore Carlo Faiello, compositore e musicologo, ha rappresentato Napoli e l’Italia al Festival “Sete Sóis Sete Luas” con un ensemble multietnico


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Sta lavorando al nuovo album, “Ballanza”, che uscirà il prossimo marzo, è reduce da festival multietnici e concerti internazionali, dal successo del concerto “Rose e spine”, con Isa Danieli e dal concerto al teatro Sannazaro, una summa della sua intensa e brillante carriera. Carlo Faiello, cantautore, compositore, musicologo, -taglio- direttore artistico e promoter, ha scritto canzoni per Lina Sastri, Roberto Murolo, Antonella Morea, Peppe Barra e altri grandi artisti, inciso eleganti dischi, come “Tzigari” e composto musiche per il teatro di Orlando Forioso ed Enzo Moscato. Da anni dirige la “Domus ARS” di Napoli, il Centro di Arte, Ricerca e Spettacolo dell’associazione Il Canto di Virgilio attivo nella produzione, valorizzazione e diffusione della musica barocca e del ‘700 napoletano. Promuove la musica della tradizione campana innovando profondamente con le sue composizioni e ricerche. Preziose le sue opere di teatro in musica, “Carnascialata”, “Mozart alla corte di Pulcinella”, “Miserere”, “Cantata dei Pastori in forma di concerto”. Iniziamo dal successo della XX edizione de “La Notte della Tammorra”, come lo descriverebbe? “Beh, è stato bello vedere tanta gente che ballava in piazza Mercato, dove la manifestazione è tornata dopo nove anni, dopo piazza del Plebiscito e la Rotonda Diaz. Sono state due serate molto partecipate; alla prima “Notte” ho invitato gli artisti che hanno saputo trasferire la tradizione e alla seconda i gruppi che portano avanti la tradizione orale.” Ha tenuto poi un coinvolgente concerto al teatro Sannazaro di Napoli… “Una grande gioia per me tornare a teatro nella mia zona, dopo avere suonato tanto tutta l’estate. Al Sannazaro ho portato tutte le mie canzoni chiudendo idealmente un ciclo della mia vita artistica: brani scritti per Lina Sastri, Roberto Murolo, Peppe Barra… un vero e proprio inventario! Con me sul palco l’Orchestra della Notte della Tammorra e due coriste.” Il 16 novembre ha partecipato, come ormai di consueto, al Festival “Sete Sóis Sete Luas” a La Réunion con un ensemble proveniente da tutto il mondo… “Sì, ho portato con me un ensemble composto da un pianista capoverdiano, un chitarrista sloveno, un batterista portoghese ed una cantante africana, Laurence Beaumarchais. -taglio2- Voglio raccontare la magnifica accoglienza che mi hanno riservato facendo cantare due mie brani ai ragazzi dell’isola, una grande emozione.” Parliamo di un altro importante lavoro: il 30 novembre, al Teatro La Perla, ha messo in scena “La religione del mio tempo”, spettacolo per il centenario della nascita di Pierpaolo Pasolini… “Pasolini è un personaggio importante, complesso, così mi sono ispirato ad un libro di poesie, “La religione del mio tempo”, che descrive gli anni ‘59/’60/’61, il periodo del dopoguerra, la Roma di Fellini… In scena Franco Iavarone, Gennaro Monti, Sonia De Rosa, Maria Teresa Iannone, il rapper ShaOne e l’Orchestra Santa Chiara. Raccontiamo le poesie di Pasolini con le musiche di quel periodo, con leggerezza, con brani celebri quali “Roma nun fa la stupida stasera” a “Piove (Ciao ciao bambina)”.” Il prossimo anno presenterà, al Teatro Trianon, il suo spettacolo “Alla corte di Pulcinella”: di che si tratta? “Dal 17 al 19 febbraio 2023 saremo in scena con lo spettacolo in prima assoluta, che è molto piaciuto al direttore artistico Marisa Laurito. Si tratta di un progetto di teatro e musica in cui la maschera partenopea simboleggia mistero, libertà e ironia. È una sorta di spettacolo circense, con attori, cantanti e un’orchestra di fiati.” Per tanti anni ha fatto parte della Nuova Compagnia di Canto Popolare, magnifici compagni di viaggio… “Si, entrai a farne parte come contrabbassista. Grazie a loro ho suonato nei migliori festival del mondo. Corrado Sfogli la pensava come me nel guardare avanti e con lui iniziammo a scrivere nuovi brani. Prima suonavamo solo il repertorio della tradizione e le composizioni di Roberto De Simone.” Cosa significa trasferire ai giovani la conoscenza della tradizione? “Ho lavorato con le scuole, con i giovani e molto bello è stato il lavoro con i ragazzi di Nisida, che furono applauditi anche dall’allora presidente della Repubblica Scalfaro. Ai giovani spiego l’importanza delle loro radici, il senso dell’identità che vuol dire avere una casa ma sempre aperta alle nuove influenze e ad altre persone.”





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