logo-coverstory

Michelle Williams

Dalla parte delle donne

di Tommaso Martinelli

Numero 240 - Maggio 2023

albatros-michelle-williams

Reduce dal successo nel film di Spielberg, l’amatissima attrice hollywoodiana si racconta. Come professionista, donna e madre


Ne è passato di tempo da quando, tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Duemila, un'adolescente Michelle Williams, nei panni dell'inquieta Jen Lindley, faceva innamorare di sé, seppur in modo diverso, sia Dawson sia Pacey nella serie televisiva Dawson’s Creek che l’ha resa celebre in tutto il mondo.-taglio- A differenza di altre colleghe rimaste "intrappolate" nel loro ruolo d'esordio, Michelle ha trovato il suo posto al sole conquistando sia l’industria cinematografica quanto i circuiti indipendenti grazie alla sua capacità di dare voce a donne delicate e ferite ma mai spezzate dalla vita. Dopo quattro nomination per le sue interpretazioni ne I segreti di Brokeback Mountain, Blue Valentine, Marilyn e Manchester by the Sea, è stata anche una delle candidate favorite ad aggiudicarsi la statuetta come "Miglior attrice protagonista" in The Fabelmans di Steven Spielberg all'ultima edizione degli Oscar (poi vinta da Michelle Yeoh per la sua interpretazione in Everything Everywhere All at Once, ndr), film uscito nella sale italiane lo scorso dicembre che ripercorre gli eventi che hanno scandito la vita e la carriera del filmmaker. The Fabelmans racconta la storia di Sammy Fabelman (Gabriel LaBelle), un ragazzo cresciuto tra l’Arizona e la California tra gli anni Cinquanta e Sessanta, che grazie all’amore di sua madre Mitzi - interpretata da Michelle Williams -- per la musica e il cinema, si appassiona anche lui alla settima arte. Michelle, com’è stato lavorare con Steven Spielberg? “Ho realizzato un sogno. Se ci ripenso, sembravamo due bambini in un parco giochi: tutto ci sembrava possibile. Steven diceva, ‘Vai lì!’ e io correvo dove mi aveva indicato. Poi esclamavo, ’Guarda che cosa ho trovato!’. Ogni giorno era bellissimo. Non ero mai stata così impaziente di andare a lavorare!” Come descriveresti Mitzi, il personaggio che interpreti? “Mitzi è una musicista di talento che ha dovuto rinunciare alla possibilità di diventare concertista, per dare la priorità alla famiglia. Adora i suoi quattro figli e suo marito Burt, ma come tante donne della sua generazione, ha messo da parte le sue ambizioni e desideri, per attenersi alle convenzioni sociali e occuparsi degli altri.” Come hai lavorato sul personaggio? “Mi sono sentita libera di trasmettere a Mitzi una vitalità originale che è costretta all’interno dei confini della tradizionale vita americana degli anni ’50. Non di rado, ti capita di calarti nei panni di una madre… È difficile separarmi dall’essere madre: è al centro di ogni scelta che faccio nella vita, oltre che come attrice. Ma non dico niente di speciale: credo accada a tutti quelli che diventano genitori.” Che mamma sei? “Cerco di ascoltare i miei figli per quello che sono, più di ogni altra cosa. Nel 2019, sul palco degli Emmy Awards, dove hai trionfato come “Migliore attrice protagonista” in Fosse/Verdon hai sottolineato l’importanza della parità retributiva.. “Ho sottolineato come quel premio fosse un riconoscimento di quanto è possibile fare quando si crede in una donna, quando la si fa sentire sicura di dar voce ai suoi bisogni e la si rispetta abbastanza da ascoltarli. Quando per prepararmi per il film ho chiesto più lezioni di danza me le hanno subito concesse. Quando ho chiesto altre lezioni di canto o una parrucca diversa, mi hanno subito accontentata. Tutte quelle cose che richiedono sforzo e costano più soldi ma i miei “superiori” non hanno mai avuto la presunzione di sapere - meglio di me - di quello che mi serviva per fare il mio lavoro e onorare al meglio Gwen Verdon, il personaggio che interpretavo. Quando dai valore a una persona, le consenti di entrare in contatto con i propri valori intrinsechi. E poi dove mettono quei valori? Nel loro lavoro.” Inoltre hai ringraziato per essere stata pagata alle stesse condizioni del tuo co-protagonista Sam Rockwell e hai incoraggiato tutti a fare lo stesso, soprattutto per le donne di colore… “Sì. Ho invitato tutti ad ascoltare e a credere nelle donne, soprattutto in quelle di colore, che vengono pagate 52 centesimi per ogni dollaro che entra in tasca alla sua controparte maschile. Un giorno potrebbero essere di fronte a loro e ringraziarli per avergli regalato il successo. Grazie a loro. E non nonostante loro.”

ads-publicità


Booking.com

Booking.com