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“Mi fa stare bene”

di Agnese Serrapica

Numero 212 - Luglio-agosto 2020

Tutta l’energia di Yuliya Mayarchuk, bravissima e bellissima attrice che presto rivedremo al cinema e in tv, i luoghi, insieme alla sua famiglia, che la fanno “sentire sempre rilassata e felice”


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È un’ucraina-napoletana la splendida Yuliya Mayarchuk. Ha i tratti e i colori tipici della sua terra combinati ad un’acquisita passionalità squisitamente partenopea. Lei le battute, per intenderci, le fa in napoletano, e questo la rende subito simpaticissima. Un po’ il suo valore aggiunto. Dalla lontana e sconfinata terra dell’Est arriva in Italia giovanissima, -taglio-con le idee chiare e un grande sogno nel cassetto: diventare attrice. Ci riesce debuttando da protagonista in “Tra(sgre)dire” del maestro del cinema erotico Tinto Brass, compare nelle serie TV più importanti di Rai e Mediaset, da “La squadra”, in cui ha un ruolo di rilievo, a “Distretto di Polizia 3”, da “Carabinieri 2” a “R.I.S. 5 - Delitti imperfetti”, da “Don Matteo 6” a “Il commissario Montalbano”. Scopre il teatro e calca il palcoscenico, sera dopo sera, con grandi attori e importanti registi. Il suo sogno, quindi, possiamo dire si sia pienamente realizzato, e oggi Yuliya è un’attrice molto richiesta, con una fiction e due film in uscita oltre a tanti progetti per il futuro. È innamorata di Napoli e della sua famiglia, con cui ha trascorso la quarantena in una meravigliosa tenuta, dove è rimasta anche dopo l’allentamento delle restrizioni. Perché si sa, quando stai bene in un luogo, alla fine non vuoi più andare via. Innanzitutto Yuliya, dopo tutto questo periodo vissuto, come stai? “Sto molto bene, mi sento privilegiata perché dall’inizio della pandemia mi sono trasferita con la mia famiglia nella nostra casa in campagna, una tenuta nell’alto casertano, dove c’è tantissimo spazio, con tante aree di verde ben curato. Abbiamo cinque cani, le galline, l’orto e il bosco per passeggiare. Non rimanere chiusi in quattro mura è stato salutare e fondamentale, infatti siamo ancora qui, dove in genere ci trasferiamo per la bella stagione. Diciamo che quest’anno abbiamo anticipato l’estate!” Come trascorri le tue giornate? “Ho approfittato di questo periodo per stare ancora più vicino alla mia famiglia, specialmente alle mie figlie, le quali, non potendo stare con gli amici qui hanno avuto la possibilità di continuare a fare sport e di muoversi all’aria aperta. E io con loro! Ho trasformato la stanza dei giochi in una specie di palestra, ho seguito le bambine con i compiti online e abbiamo cucinato insieme. Ho avuto la fortuna di poter avere la loro vita ancora più a portata di mano, ritrovando il vero valore della famiglia, che per me è sempre stato fondamentale.” Cosa ti è mancato di più? “Sembrerà banale, ma una cosa che mi è mancata tantissimo, e continua a mancarmi visto che siamo ancora qui alla tenuta, è quella di potermi fermare al bar per prendere un caffè. Un gesto semplice, ma pieno di significato, che vuol dire condivisione.” Qual è la prima cosa che hai fatto appena tornata alla vita più o meno normale? “Oltre al caffè al bar, mi è mancato tanto andare dal parrucchiere. Ma non come qualcosa di frivolo, mi manca l’accoglienza e tutta una serie di attenzioni, che negli anni ho imparato ad apprezzare dai parrucchieri di Napoli.” Dall’Ucraina all’Italia, immagino con una valigia piena di sogni. Cosa volevi fare da bambina? “Ho sempre sognato di fare l’attrice, pur sapendo che ci vuole fortuna e tanto studio in accademia. Già da piccola, a scuola e in parrocchia, mi divertivo ad improvvisare, a recitare sul palco. Quando sono arrivata in Italia, ho cercato un lavoro per mantenermi, e infatti ho lavorato come cameriera in bar e ristoranti, e contemporaneamente come modella, perché per mia fortuna avevo un viso che era un ottimo biglietto da visita.-taglio2- All’epoca andavano molto di moda i fotoromanzi, che furono tra i miei primi lavori in Italia. Per me, che arrivavo dall’ex Unione Sovietica a frontiere chiuse, l’Italia era davvero il paese dei sogni: ai miei occhi l’Italia era una specie di cartolina.” Poi il debutto con Tinto Brass. Come avvenne? “L’esperienza con Tinto Brass l’ho sempre considerata più che altro un’occasione. In quel periodo, lavoravo come valletta in una trasmissione comica di una tv locale e allo stesso tempo mi proponevo a vari casting. Un giorno mi presentai al provino per il cortometraggio ‘Sogno’, supervisionato proprio da Tinto Brass, che mi vide e mi propose un provino per il suo film. Fui scelta sia per il cortometraggio sia per il film, e mi sembrava incredibile, perché fui selezionata tra tantissime aspiranti, tra cui spiccavano anche volti noti. Era tutto strano, inaspettato.” E così ti sei ritrovata ad essere la protagonista del film di un regista famoso come Tinto Brass… “In realtà, non avevo mai visto i suoi film, allora ne parlai con il mio compagno e solo dopo accettai il ruolo. Non ho mai avuto problemi col mio corpo, sono sempre stata bene con me stessa e durante le riprese non ho mai provato imbarazzo o pudore, forse solo in alcune scene. Ero giovane e acerba, ma ero anche molto coccolata: avevo la macchina che veniva a prendermi e alloggiavo nelle migliori suite, in fondo ero la protagonista!” Hai recitato in tante serie tv. Quale ricordi con più affetto o nostalgia? “Ognuna mi ha lasciata qualcosa. Ricordo con affetto ‘La squadra’, dove ho lavorato per sette anni, avevo un ruolo fisso e il pubblico mi riconosceva come personaggio. Sul set si era creata una bellissima condizione di famiglia.” Hai un’attrice di riferimento? “Tra le attrici italiane del passato ho sempre amato Monica Vitti, tra quelle del momento apprezzo particolarmente Micaela Ramazzotti.” Hai lavorato tanto anche a teatro… “Il teatro è una palestra, vuole una formazione più lunga, si prova per tanto tempo e tu stessa assegni ritmi diversi al tuo personaggio a seconda di come ti senti in quel momento. È vero, la macchina da presa ti intimorisce molto, ma il teatro ti mette alla prova ogni giorno, hai ogni sera di fronte a te un pubblico diverso. Da un punto di vista affettivo, forse lo preferisco perché si crea una relazione quasi familiare con i colleghi. Vedo che cerchi sempre un clima familiare in tutti lavori che fai. È così? “Si, è proprio così, mi piace creare un’energia calda e umana tra le persone, è quella che prediligo anche nei rapporti interpersonali. Quando posso, scelgo sempre situazioni che mi fanno stare bene e mi fanno sentire rilassata.” Progetti per il futuro? “Prima della pandemia avevo in uscita due film e una fiction. Il primo, in cui sono la protagonista femminile, è ‘Mai per sempre’ di Fabio Massa, e racconta una storia forte e drammatica. L’altro è di Carlo Luglio e si intitola ‘Il ladro dei cardellini’, una commedia dal retrogusto amaro. Infine c’è ‘Mare fuori’, una serie tv per Raidue incentrata sul carcere minorile di Nisida. Sono tre progetti molto belli, intensi e diversi tra loro. Speriamo solo possano uscire presto. Incrociamo le dita.”





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