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Medicina e storia

di Alfredo Salucci

Numero 209 - Aprile 2020

Durante il Medioevo la professione medica non era per niente controllata. In pratica chiunque poteva spacciarsi per medico. Il primo a dare una regolamentazione fu Ruggero II, il Normanno, primo re di Sicilia a partire dal 1130


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Ruggero II nasce a Mileto nel 1095 e muore a Palermo nel 1154. Ruggero II fu il primo monarca a stabilire che nessuno poteva esercitare l’arte medica senza aver prima superato un esame. -taglio-In pratica, colui che voleva esercitare la medicina doveva essere esaminato da ufficiali regi che dovevano accertare le sue conoscenze in campo medico e quindi autorizzarlo all’esercizio della pratica medica. Quelli che praticavano questa professione abusivamente erano condannati alla detenzione in carcere e al sequestro dei loro beni. Queste disposizioni furono mantenute e migliorate con l’ascesa al trono di Federico II (1194-1250), che impose un serio corso di studi a chi desiderava esercitare l’arte medica. Federico II era ben consapevole dei danni che potevano arrecare alla salute medici improvvisati che non avevano una valida preparazione medica. Così stabilì che per accedere alla professione medica era necessario seguire un ciclo di formazione della durata di nove anni distinti in tre anni di logica, cinque anni di medicina, un anno, il nono, dedicato alla pratica medica. Ogni cinque anni, poi, il medico era obbligato a praticare un’autopsia. Lo studio della logica si rendeva necessario per il fatto che chi esercitava la professione medica non poteva ignorare questa disciplina, in pratica non poteva non conoscere la filosofia, la teologia e la legge. Secondo quanto stabilito da Federico II, il corso dei cinque anni di formazione, oltre alla medicina, comprendeva anche lo studio di anatomia e chirurgia sia teorica che pratica. I testi utilizzati erano quelli di Ippocrate e di Galeno. Gli studenti alla fine dei cinque anni non potevano ancora esercitare, ma dovevano completare il corso trascorrendo un intero anno presso un medico esperto, allo scopo di mettere in pratica quanto appreso con gli studi sotto la supervisione di un medico di provate capacità. Completato l’iter degli studi, i futuri medici dovevano superare un esame molto difficile per poter conseguire l’attestato di idoneità alla pratica medica. -taglio2-Questo attestato abilitava anche all’insegnamento. Federico II nel 1231 decretò che potevano esercitare la medicina solo i medici in possesso del diploma rilasciato dalla Scuola Medica Salernitana. È bene ricordare che questa scuola, forse la prima Scuola di Medicina in Europa, già da qualche secolo formava i medici. In questa scuola l’accesso era consentito anche alle donne, che potevano anche far parte del corpo docente. Questa cosa era molto significativa se consideriamo il periodo storico. E fu proprio una donna a dare grande lustro alla Scuola Medica Salernitana: Trotula de Ruggiero. Trotula si interessò in modo particolare alle patologie delle donne, scrivendo anche dei trattati di grandissimo rilievo per l’epoca: il De passionibus mulierum ante in et post partum (Sulle malattie delle donne prima e dopo il parto), il De ornatu mulierum (Sui cosmetici delle donne), e il libro Practica secundum Trotula (La pratica medica secondo Trotula). Indubbiamente, Trotula fu un medico di grandi capacità e dalle notevoli conoscenze in campo ostetrico e ginecologico, basti ricordare le sue idee innovative legate alla prevenzione delle malattie. Prevenzione che andava praticata attraverso l’igiene personale, una corretta e sana alimentazione e facendo attività fisica. Erano concetti rivoluzionari per quegli anni. Proprio per i suoi testi e per le novità in campo medico che andava propugnando, Trotula fu conosciuta in tutta Europa. Ma Trotula de Ruggiero non fu la sola donna medico di questa Scuola. Dopo la Scuola Medica Salernitana, le Università di Medicina cominciarono a sorgere in tutto il continente europeo. In Italia grande importanza assunse l’Università di Bologna anche per i prestigiosi docenti che vi insegnarono. All’Università di Bologna seguì quella di Padova, poi, furono aperte Università in tutto il resto dell’Italia e in Europa.





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