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Me stessa sempre

di Laura Fiore

Numero 193 - Novembre 2018

Veronica Marchi ci presenta il suo nuovo album, ricco di pop e che strizza l’occhio all’elettronica. È questo un nuovo capitolo della vita artistica della cantautrice veronese


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"Non sono l’unica” è il titolo del nuovo album di Veronica Marchi, cantautrice, polistrumentista, vocal coach e produttrice veronese, resa nota al grande pubblico per aver partecipato al programma X-Factor. Con questo nuovo lavoro Veronica rinuncia alla venatura cantautorale scarna e acustica che l’ha sempre contraddistinta, per virare verso una dimensione più squisitamente pop con escursioni elettroniche. Il risultato è un progetto discografico degno di nota, che già dal primo ascolto riesce a trasportare nel mondo di Veronica. Inoltre, è già partito il tour con una doppia data europea a Bruxelles e Berlino, e altri live in Italia a Verona, la sua città, Cremona, Brescia e Torino. Pre4sto sarà possibile ascoltarla a Roma (15 novembre), Milano (18 novembre) e Magenta (29 novembre). Noi di Albatros ci siamo fatti raccontare cosa si nasconde dietro quello sguardo magnetico.

Nel nuovo album, “Non sono l’unica”, hai fatto una sorta di cambio di direzione stilistica verso il pop, a cosa è dovuta questa scelta? -taglio- “In realtà non si tratta di un vero e proprio cambiamento perché ho sempre amato questo approccio pop, e un po’ nei primi due dischi si sente questa tendenza. Poi ho fatto un lungo periodo legato al folk acustico e anche adesso nutro un amore molto forte per questo genere, però era da molto tempo che avevo bisogno di tirare fuori anche la parte pop e sono riuscita a farlo perché è stato fatto un lavoro da fuori: ovvero c’è una produzione artistica e la cosa è particolare perché se avessi lavorato da sola come ho fatto per gli altri album forse questa cosa non sarebbe uscita.”

La musica è da sempre parte della tua vita, in questo momento in che punto della tua esistenza artistica sei?

“Mi sento di avere tantissima esperienza addosso, a volte è una sensazione positiva altre negativa, è un lavoro ‘faticoso’ specialmente qui in Italia. Inoltre ho sempre tentato di farlo senza nessun compromesso conscia della difficoltà legata a questa idea. C’è da aggiungere, però, che sono contenta perché vivo questo disco come se fosse il primo, perché ci sono tanti aspetti della mia vita personale che sono cambiati. Insomma mi impongo di cercare sempre il lato positivo delle cose.”

Hai mai pensato di espatriare “artisticamente” all’estero?

“Mi piace muovermi, infatti, sia per questo tour che per il precedente sono partita con un paio di date in Europa però non mi piace legarmi al pensiero di trasferirmi altrove. Ho un forte attaccamento all’ideale di cambiare le -taglio2- cose dove sono e di migliorarle invece di trasferirmi all’estero, certo mi piacerebbe lavorare di più ma non potrei mai ‘abbandonare’ il mio Paese e la mia città poiché amo Verona.”

C’è stato un momento nella tua vita in cui ha pensato di non farcela?

“Si continuamente – ride ndr - credo sia questo il motore per spingersi oltre. Io ho iniziato in età adolescenziale, ho affrontato diverse ‘crisi’ ma è proprio nel momento peggiore che riesco a risalire e darmi da fare.”

C’è un brano dell’album cui sei legata particolarmente?

“Quando canto ‘Non è nelle stelle’ mi sento di aver centrato perfettamente delle cose di me, è una sorta di brano liberatorio.”

Cosa desideri trasmettere alla persone che vengono ad ascoltarti?

“La bellezza, caratteristica spesso dimenticata. Ogni volta voglio lasciare qualcosa di profondo ed un pezzo di me al mio pubblico creando così un legame tra me, loro e la mia musica.”

Oltre ai live, hai anche altri progetti in programma?

“Sono a lavoro su dischi di altri ragazzi che scrivo e produco in uno studio a Verona, quindi sono concentrata sulle loro carriere e ed è una cosa che mi da molta gioia. Ho comunque sempre mille desideri e progetti in testa e ce ne sono tanti in cantiere… vediamo cosa ne esce fuori”.





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