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Max Gazzè

Le radici della mia musica

di Teresa Pugliese

Numero 221 - Giugno 2021

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Il grande musicista e performer torna sulle scene con “La matematica dei rami”, segno di un percorso di ricerca ed approfondimento


La Matematica dei Rami è il nuovo album di Max Gazzè, anticipato dal suo singolo sanremese “Il Farmacista”. Uscito l’8 Aprile 2021 per Universal, questo è l’undicesimo album in studio dell’autore romano, che nonostante la pandemia ha instaurato una meravigliosa collaborato con la Magical Mystery Band, composta da Daniele Silvestri, Fabio Rondanini, Gabriele Lazzarotti, Duilio Galioto, Daniele Fiaschi e Daniele “il Mafio” Tortora con i quali ha anche calcato il palco dell’Ariston. Musicisti che sono riusciti a stabilire con lui una vera e propria alchimia musicale. Daniele e Max sono amici da molti anni e questa loro chimica si sente tutta nel sound di questo lavoro. La sua performance sanremese aveva già rivelato il solito lato estroverso di Gazzè che ripropone però in questo suo lavoro diverse anime. Negli anni lo abbiamo visto nelle vesti di molti strabi personaggi, non ultimo Leonardo da Vinci, ma l’identità di Gazzè resta sempre unica e inconfondibile, almeno nel suo stile. Ed in questi giorni è uscito anche il suo nuovo singolo dal titolo “Considerando”, una ballata romantica che esprime la bellezza dell’amare e dell’essere amati. A noi di Albatos Magazine Max ha raccontato di questo suo nuovo progetto e di tante altre cose. La parte matematica emerge sempre nei tuoi pezzi, come mai questo elemento è ricorrente? “Questi argomenti sono molto interessanti per me che ho avuto modo di approfondire in questi ultimi anni, mi hanno sempre affascinato e interessato. La matematica cella natura ricorre in questo album, la simbologia legata ai rami è la provenienza da più fonti, un albero con rami che convergono verso il tronco, l’unico nucleo e che a sua volta ha delle radici. La matematica dei rami fu uno studio espresso anche da Leonardo da Vinci.” Cosa ha significato per te la collaborazione con la Magical Mystery Band? “Questo album è frutto del mio lavoro e della Magical Mystery Band. Ho avuto la fortuna di incontrare Daniele Silvestri e gli altri ragazzi ed è nato qualcosa di bello. Sono entrato a gamba tesa rompendo tutti i loro progetti. La priorità era trovare il giusto stimolo e la passione. Mi hanno preso in mano e mi hanno coccolato. Abbiamo lavorato intensamente a questo disco. Volevamo un disco che suonasse dal vivo con la voce live. Questo è il sale e lo spirito della nostra collaborazione.” Quanto ha influito questo periodo che stiamo vivendo nella composizione del tuo cd? “Ne “Il farmacista” ho proposto in maniera ironica l’uso dei farmaci. In realtà questo periodo mi ha portato a pensare e a riflettere su tante cose, su tanti perché. Ho capito che abbiamo dato per scontato tante cose, molte altre le abbiamo sacrificate e ho riportato queste mie riflessioni in questo lavoro. In questo album ci sono più punti di vista, quello che ci fa sorridere e quello che ci fa riflettere di più, due cose facce della stessa medaglia.” All’inizio del tuo brano sanremese hai citato il mitico Frankenstein Junior, come mai questa scelta insolita? “Mi è servito per identificare la follia del personaggio protagonista della canzone, un ciarlatano con la soluzione in tasca. Ne vediamo tanti in giro ormai, medici che fanno i politici e politici che fanno i medici. In questa confusione che stiamo vivendo mischiare verità insieme alle menzogne crea un pericolosissimo inganno e noi persone che viviamo di queste informazioni non ci rassicuriamo ma ci fanno dubitare di qualsiasi cosa venga spacciata per verità.” Le tue performance sono sempre molto curate esteticamente, quanto è importante la moda per te? “L’estetica è per me affacciarsi e guardare un tramonto, un albero dei fiori. Il gusto del bello è qualcosa che fa parte della nostra percezione dell’arte. E se la moda è arte ben venga la moda. Certo per me non è uno status ma ha la sua importanza. Ad esempio a Sanremo ho indossato i panni di Leonardo da Vinci con un abito originale di fine ottocento, ho curato insieme al mio stylist i dettagli, addirittura anche la barba, questo sicuramente ha aiutato la mia performance.” Ci sono dei live in progetto? “Speriamo di sì. Penso che questa estate si possa tornare a suonare dal vivo. Anche se la cosa più brutta è proprio non poter pianificare, immaginare, anzi si ha anche un po' paura a farlo. La speranza è quella di occupare tutti i luoghi andare a suonare ovunque. Navighiamo a vista imparando ogni giorno come questo mestiere si può reinventare. Magari faremo qualcosa di diverso chi lo sa. Siamo pronti a qualsiasi cosa, diciamo così.” Se non con “Il farmacista” quale altro brano avresti scelto del tuo album per partecipare a Sanremo? “Probabilmente avrei portato “Il vero amore” un brano molto bello che ha un’ambientazione un po' retrò nella sua esecuzione e nella gestione della registrazione. Tutti i brani di questo disco hanno dei sapori meravigliosi, delle provenienze è molto eterogeneo. Ogni brano ha un carattere. Ci sono tanti brani probabili candidati al palco del festival.” Sei uno dei principali esponenti della scuola romana, ritrovi il tuo modo di fare musica e di scrivere canzoni in qualche giovane tuo collega di oggi? “Mi fa molto piacere vedere delle realtà interessanti. Fulminacci è un bravo artista per esempio, talentuoso e istrionico. Mi verrebbe in mente anche Willie Peyote. Ci sono tanti artisti che meritano di fare della loro passione il loro progetto di vita.” Tu sei anche padre. Che impatto ha avuto secondo te questo periodo proprio sui ragazzi di oggi? “Questo è un argomento delicato, ho figli di varia età e la cosa l’hanno vissuta in modo diverso. Mi rattrista moltissimo percepire il disagio dei miei figli sia di quelli adolescenti che di quelli più grandi. Per i piccoli la cosa probabilmente è diversa, non sono consapevoli di quello che sta succedendo. Per i ragazzi adolescenti che dovrebbero vivere lo tsunami della loro vita è difficile subire tutto questo. Non hanno neanche lo strumento per elaborare tutto questo, non hanno il confronto. Rassicurarli, rasserenarli sarebbe importante. È triste anche per noi genitori vederli così. Ci si sente in colpa pur non avendo colpe dirette.”

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