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Marammé

di Yvonne Carbonaro

Numero 240 - Maggio 2023

Bellissimo ed imperdibile l’intenso monologo di Sasà Trapanese


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“Marammé”: povero me! È l’esclamazione che il protagonista ripete di frequente raccontando la sua vita. Una vita difficile e amara sul filo dei ricordi di infanzia negata di bambino che cresce senza padre e con un fratello maggiore violento, Giacomino, che lo sottopone a scherzi cattivi e maltrattamenti. Il racconto procede in un turbinio di repellenti sensazioni oniriche e brutte rimembranze di una quotidianità segnata da mancanza di affetto: “mai una carezza”. -taglio- Crescere significa trovarsi nel mondo malavitoso del furto e dello spaccio di cui il fratello è parte attiva, lo stesso fratello che, non pago delle prepotenze a cui lo sottopone ogni giorno, tenta di indurlo a prostituirsi. Inutile cercare di fuggire da quel mondo. Assistere involontariamente, e impotente, all’agguato e alla brutale uccisione di Giacomino, è un trauma che precipita il giovane nel pozzo nero della follia. Follia ineluttabile, causata, subita, in un contesto torbido, insopportabilmente crudo. Un pozzo senza uscita. Un luogo non luogo in cui, non reggendo alla disperazione, la mente si rifugia. L’atto unico, interpretato magistralmente da Sasà Trapanese, è di Rosario Salvati, professore di lettere e autore teatrale che, intervistato, ci ha raccontato di averlo scritto anni fa, con l’intento di valorizzare le capacità attoriali drammatiche di Trapanese, noto soprattutto come interprete brillante, che si è esibito in una prova d’attore di grande intensità e tensione tragica davanti ad un pubblico molto preso ed emotivamente coinvolto. -taglio2-Il brano di sottofondo è cantato da Antonella Morea. A conclusione, per risollevare gli animi e a ulteriore riprova della sua versatilità e bravura, Sasà ha voluto allietare gli spettatori con deliziosi divertenti brani di autori classici napoletani dal ‘700 al ‘900, come “La confessione di Taniello” di Raffele Petra, marchese di Caccavone, “’A vasciaiola” di Arturo Trusiani, “Addio a Maria” di Libero Bovio e “’A mano d’opera” di Raffaele Viviani, suscitando molte risate e ricevendo calorosi applausi. MARAMMÉ, regia di Gigi Savoia, è stato rappresentato presso il piccolo Teatro Oberon, la cui direzione artistica è affidata ad Adriano Fiorillo. Un delizioso teatrino d’essai, frequentato da habitué e appassionati, sul cui palcoscenico da anni si avvicendano con successo tanti artisti napoletani. Lo stesso testo è inserito nel cartellone di quest’anno del Teatro Cerca Casa di Manlio Santanelli e sarà in programmazione a breve. Si raccomanda di non perderlo.





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