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Libertà di pensiero e di parola

di Alfredo Salucci

Numero 245 - Novembre 2023

Si può togliere la parola solo a coloro le cui opinioni offendono altre persone. E questa cosa ce la ricorda Martin Luther King con una sua frase famosa “la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri”


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“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo”, questa frase attribuita a Voltaire si è scoperto appartenere alla scrittrice britannica Evelyn Beatrice Hall: “I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it” – “Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”.-taglio- Evelyn Beatrice Hall ha scritto una biografia su Voltaire nella quale ha riportato le idee del filosofo francese, quindi questa frase anche se non è di Voltaire esprime in ogni caso il suo pensiero.
Eppure un diritto sacrosanto come quello di esprimere la propria opinione raggiunto dopo secoli di lotte, a volte, anche in incontri pubblici, a qualcuno viene negato. Proprio così! Purtroppo non mancano e non sono mancate le occasioni in cui è stato impedito a qualcuno di parlare, anche con le minacce. E questa cosa è davvero odiosa, ancor più quando viene perpetrata da persone di cultura che dovrebbero stare a baluardo del libero pensiero. Purtroppo fatti del genere sono ricorrenti. Ti zittiscono dai giornali, durante le manifestazioni, in incontri di varia natura, ti toglie la parola il giornalista saccente in televisione, ti zittisce l’opinionista di turno per il solo fatto che lui è opinionista e tu invece non avresti opinioni da comunicare. Ma si può essere zittiti anche in altri posti. In pratica, oggi, ovunque ti trovi, anche al Bar dello Sport sotto casa rischi che qualcuno ti tolga la parola. E c’è anche chi pretende proprio in nome della democrazia di toglierti il diritto a parlare. È possibile che quello che dici possa non essere condiviso o sia sgradito, ma questo non deve significare che tu non possa dirlo. Che democrazia sarebbe se tutti condividessero le stesse idee? La cosa ci lascerebbe perplessi, addirittura dovrebbe preoccuparci. In effetti quando tutti condividono le stesse opinioni e nessuno si lamenta sorge il dubbio che piuttosto che vivere in una democrazia pienamente realizzata si viva “in una dittatura”. Si può togliere la parola solo a coloro le cui opinioni offendono altre persone. E questa cosa ce la ricorda Martin Luther King con una sua frase famosa “la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri”. -taglio2- In questo stato di cose va citata un’altra stranezza. Oggi si fa il possibile per essere politicamente corretti, ossia di essere rispettosi dell’identità politica, sessuale, religiosa, sociale, etnica delle altre persone e paradossalmente molti di coloro che si battono strenuamente per questo sano e nobile principio pretendono poi di decidere chi può e chi non può esprimere le proprie idee. Ancora una volta basta seguire una delle tante trasmissioni radio o televisive per sentire o vedere materializzarsi di tanto in tanto qualche tuttologo che pretende non solo di avere ragione ma anche, in modi non sempre urbani, di non dare spazio alle ragioni degli altri. Ora mi chiedo come sia possibile non accorgersi che certe prese di posizione cozzano contro uno dei valori della nostra costituzione: il diritto a esprimere le proprie idee. A che cosa possiamo attribuire questo stato di cose e la pretesa di poter impedire a qualcuno di manifestare democraticamente le proprie opinioni? Una risposta certa e convincente non la trovo, forse l’assuefazione a certi modi di fare, o una certa sciatteria nella comunicazione, forse l’ignoranza, o l’oblio del recete passato, non so. È necessario a questo punto che quelli che ritengono le proprie idee le migliori, tanto da essere più che sufficienti in uno Stato di diritto, facessero un bagno di umiltà, cosa auspicabile ma difficile che si avveri. Allora deve intervenire la base, ossia i lettori, gli utenti televisivi e radiofonici, gli appassionati di social media per riportare certe persone a un confronto corretto e paritario evitando di seguire le loro trasmissioni radio o televisive o di leggere i loro articoli, e soprattutto evitando di gratificarli anche con un semplice mi piace su facebook.





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