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Legioni di imbecilli sul web

di Pasquale Matrone

Numero 237 - Febbraio 2023

Correggere o combattere gli imbecilli è impresa ardua. Chi tenta di farlo viene subito accusato di subdola collusione con la categoria


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È da imbecilli pensare di non essere imbecilli. La persona intelligente non si autoesclude dalla lista: potrebbe esserlo stato, o esserlo ancora, senza rendersene conto... Chi ha un minimo di buon senso, infatti, è sempre attraversato dal sospetto di fare parte della categoria; -taglio- al contrario, l’imbecille vero mai smetterebbe di essere fiero di sé e della sua presupposta quanto nobile appartenenza alla schiatta privilegiata degli immuni. In medicina, imbecille è vocabolo riferito a deficit delle capacità cognitive, linguistiche, motorie e sociali manifestatosi nell’età evolutiva. Nel linguaggio comune, invece, il termine viene usato per definire una persona superficiale, di modesta intelligenza, ottusa, priva di senso critico e, per questo, pericolosa, per sé stessa e per gli altri. Imbecille deriva da “in baculum”: colui che necessita di un bastone per sorreggersi. Gli esseri umani essendo, per natura, bisognosi di strumenti adatti a sostenerli nel loro percorso esistenziale, non possono affidarsi alle sole gambe: non basterebbero. Devono appoggiarsi a ben altro. Servono, cioè, scienza, cultura e arte per immergersi nella vita con efficacia, determinazione, consapevolezza e responsabilità. Imbecille, nella sua accezione dispregiativa, è, perciò, chi, ignorando questo dettaglio, pretende di percorrere il suo itinerario vitale senza procurarsi l’ausilio adatto a fornirgli l’energia di cui ha bisogno, il sostegno e l’indicazione della mèta verso cui tendere. -taglio2- La presa d’atto dei limiti della condizione umana permette di operare una netta distinzione tra chi, conscio dei suoi limiti, decide di costruirsi un universo spirituale e valoriale adatto a sostenerne il peso e le difficoltà e chi, senza tener conto della propria congenita inadeguatezza, sceglie di mettersi in cammino con passo malfermo e senza avere un’idea sia pure vaga del traguardo da raggiungere. Correggere o combattere gli imbecilli è impresa ardua. Chi tenta di farlo viene subito accusato di subdola collusione con la categoria. E, tuttavia, è necessario agire, nonostante tutto, perché l’avvento delle nuove tecnologie di comunicazione, nel mentre ha consentito di aprire le porte della cultura a una platea assai più ampia di pubblico, ha rivelato altresì crepe e difetti difficili da governare. Uno dei primi a rendersi conto del rischio e a lanciare l’allarme è stato Umberto Eco con una dichiarazione ormai considerata profetica: “Sul web si possono leggere tante cose intelligenti, ma il web è anche lo spazio in cui si possono scatenare legioni di imbecilli”.





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