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“Leggere” il mondo

di Pasquale Matrone

Numero 179 - Luglio-Agosto 2017

Il mondo è un intreccio di tessere, ciascuna dotata di senso, che interagiscono tra loro in una sequela di relazioni già in atto, nonché, in un infinito numero di altre possibili connessioni...


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“Leggerlo”, perciò, capirlo, tradurlo in parole per farne un libro adatto a rappresentarne struttura e significato è aspirazione temeraria, dati gli strumenti che l’aspirante lettore possiede. I segni di cui l’uomo dispone sono pochi, se rapportati alla mole dell’impresa: non bastano a costruire un quadro adeguato della realtà, né per sé stessi e né per gli altri. È un “libro” complesso il mondo; dentro vi sono testi dettati dalla natura, dal codice genetico, dall’umana tendenza alla simulazione... per questo motivo è leggibile solo in maniera parziale, monca, incompleta. -taglio- Dal momento, dunque, che non tutto risulta evidente e che risulta impossibile squarciare il velo delle apparenze che maschera il volto delle cose, bisogna prendere atto dell’umana incapacità di dominare la realtà e, nel contempo, non abbattersi, non assumere un atteggiamento rinunciatario, non smettere di affinare gli strumenti per migliorare la ricerca, per ridurre la distanza tra ciò che è e ciò che appare, per esercitare intuizione e ragione, per ipotizzare nuove procedure, per inventarsi percorsi mai prima immaginati... In questa ardimentosa e mai sterile umana epopea, la filosofia ha un ruolo importante, fondamentale, irrinunciabile. Ma ne ha uno ancora più prezioso la letteratura, che scandaglia la realtà, vivisezionandone, sul campo, l’anima. Lo scrittore, infatti, sa mettersi a nudo; sa uscire da sé stesso; sa immergersi -taglio2- nell’altrui nudità; sa con essa amalgamarsi, per respirarne pensieri sofferenze, attese; sa, decifrare, per diretta esperienza, una preziosa e ineguagliabile parte di ‘mondo’; sa tradurla in parole; sa farne racconto; sa parlarne a sé stesso prima e poi all’intera umanità... Lo scrittore, dunque, sa “leggere” almeno una sia pur piccola parte di mondo; sa comprenderne il senso preciso; riesce, perciò, a capire che il suo compito è quello di svelare agli altri quello che ancora non sanno. La letteratura, infatti, ha ragione di esistere solo se riesce a restituire le parole e la parola a coloro che ne hanno più bisogno, allo scopo di aiutarli a farne strumento di consapevolezza, voglia di riscatto, arma efficace e insostituibile contro ogni sorta di arbitrio e di prevaricazione.





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