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Le grandi epidemie

di Alfredo Salucci

Numero 211 - Giugno 2020

La storia della medicina è ricca di epidemie e pandemie, molte raccontate da grandi scrittori con dovizia di particolari


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La pandemia da Covid-19 che sta creando tanti problemi sia di ordine sanitario che economico non è una novità nella storia della medicina. Tanti sono infatti i racconti di grandi pandemie che restano una fonte ineguagliabile di notizie sia per l’aspetto medico che sociale. La prima epidemia di cui si hanno notizie alquanto precise è la peste Antonina,-taglio- nota anche come peste di Galeno, avvenuta tra il 165-180 d.C. Forse fu una pandemia di vaiolo o di morbillo, oppure di tifo. Questa pandemia avrebbe fatto cinque milioni di morti con un indice di mortalità del 3,1%. Tra il 541 e il 542 ci fu un’epidemia di peste bubbonica che avrebbe causato la morte di circa 30 milioni di persone, con un indice di mortalità pari all’11-19%. Dal 735 al 737 imperversò il vaiolo giapponese. I giapponesi morti furono un milione. Ma la pandemia più disastrosa in termini di mortalità si ebbe tra il 1347 e il 1351 a causa della peste nera che causò 200 milioni di morti, con un indice di mortalità pari al 30%, indice fortunatamente mai più registrato. Questa pandemia si diffuse dalla Mongolia fino a raggiungere i paesi europei. Questo periodo è ricordato dal Boccaccio nel suo Decamerone, letteralmente di dieci giorni, periodo in cui alcuni giovani per sfuggire alla peste si isolarono trascorrendo il tempo raccontando novelle. Nel 1520 ci fu un’epidemia di vaiolo che causò oltre 50 milioni di vittime. Nel 1630 ci fu una nuova peste, quella raccontata dal Manzoni nel romanzo i Promessi sposi, le vittime di questa epidemia furono tre milioni, con un indice di mortalità pari allo 0,50%. È un’epidemia ben documentata di cui si conosce il numero dei morti registrati nelle varie città del nord dove si sviluppò in modo particolare. Di questa epidemia Manzoni ci fa un racconto di straordinaria bellezza e molto vicino alla realtà anche per l’aspetto medico. Nel 1855 ci fu la cosiddetta terza epidemia di peste che si sviluppò soprattutto nei paesi asiatici provocando oltre 12 milioni di morti. L’indice di mortalità fu pari al 1% della popolazione. Alla fine dell’Ottocento ci saranno altre due epidemie: la febbre gialla che mieterà circa 150 mila vittime, e la febbre russa che farà un milione di morti. -taglio2- Arriviamo così ai nostri giorni con l’influenza spagnola che durerà dal 1917 al 1920. Le vittime di questa influenza saranno circa 50 milioni con un indice di mortalità pari al 3%. Dopo questa epidemia ci sarà una nuova epidemia ma con caratteristiche nettamente diverse rispetto alle epidemie e pandemie precedenti: si tratta dell’AIDS. La diversità di questa patologia rispetto alle precedenti è che pur trattandosi di una malattia infettiva la contagiosità si ha attraverso il sangue, i rapporti sessuali e il latte materno. Questa malattia da quando è stata scoperta nel 1981 ad oggi ha causato quasi 35 milioni di morti. Fino alla pandemia da Covid-19 vengono registrate altre patologie infettive come la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) tra il 2002 e il 2003 e negli anni 2009 e 2010 l’influenza suina che provoca circa 200 mila morti. Ultima epidemia prima del Covid-19 è stata la MERS (Middle-East Respiratory Syndrome). Una considerazione importante è che SARS, MERS e l’ultima pandemia, quella che stiamo vivendo, Covid-19, sono tutte sindromi respiratorie da coronavirus. Come possiamo notare la nostra esistenza è stata sempre segnata da epidemie e pandemie che ciclicamente si sono presentate provocando a volte situazioni gravissime sia dal punto di vista sanitario con milioni di morti che dal punto di vista economico. Anche questa pandemia si spera possa essere superata il prima possibile. Certo ci saranno delle ripercussioni sia in campo sanitario che economico, ma ci sarà anche un forte insegnamento: quello di non dimenticare. L’oblio di tante epidemie del passato, nonostante siano state descritte con dovizia di particolari da tanti autori, ci ha trovato impreparati, come se quei fatti non ci riguardassero. È stato un gravissimo errore a livello mondiale che non deve più essere ripetuto.





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