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Le Confessioni

di Alfredo Salucci

Uno dei libri più belli, certamente uno dei più importanti, scritti da sant’Agostino è quello delle Confessioni. Un libro dove Agostino apre il suo animo a Dio e confessa la sua vita, chiedendo il perdono dei suoi peccati.


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Uno dei libri più belli, certamente uno dei più importanti, scritti da sant’Agostino è quello delle Confessioni. Un libro dove Agostino apre il suo animo a Dio e confessa la sua vita, chiedendo il perdono dei suoi peccati. Questo libro parla di se stesso, della sua vita, ma non è solo un libro autobiografico, e vedremo il perché. Inoltre, rappresenta un modo nuovo di scrivere. In Grecia e nella stessa Roma, in sostanza, non si trovano libri autobiografici. Questa cosa ha impedito in molti casi di risalire al vero autore di tante opere e al periodo storico in cui sono state scritte. Sant’Agostino, in verità, non è stato il primo a scrivere di se stesso, già Tertulliano, nato in Tunisia nel 160 dopo Cristo, aveva inserito nei suoi scritti elementi riguardanti la propria persona. Ma è soprattutto dopo le opere di sant’Agostino che alcuni autori successivi hanno iniziato a parlare di sé, a introdurre delle note autobiografiche nei loro lavori. Ma, come anticipato, le Confessioni non sono semplicemente un’opera autobiografica, anche se elementi della vita dell’autore sono massicciamente presenti nel libro. L’opera è innanzitutto un inno di lode a Dio: una lode che si propone continuamente. -taglio-Sant’Agostino inizia il volume narrando la propria infanzia, poi la fanciullezza, fino alla maturità, e in questo racconto confessa a Dio i suoi peccati. In questo percorso ha modo di affrontare vari temi di carattere religioso, come le eresie, e temi di carattere squisitamente filosofico. Nel libro terzo delle Confessioni rivela la sua ricerca di amore, mentre nel libro quarto inizia a raccontare la sua esperienza con i Manichei, gruppo eretico di cui fu uditore per quasi dieci anni. In questo libro quarto parla anche della sua unione con una donna da cui avrà un figlio, Adeodato. Nei libri successivi racconta il suo graduale distacco dai Manichei e il rapporto con Sant’Ambrogio, incontrato a Milano, che segnerà la svolta della sua vita. Inizia così il suo percorso di riconciliazione con Dio. Sant’Agostino manifesta con questo lavoro anche le sue capacità di scrittore. Il libro, oltre che interessante per gli argomenti trattati, è bello anche stilisticamente, cosa che rende piacevole la lettura. L’autore, inoltre, ostenta anche capacità psicologiche. Quando parla della sua infanzia, sembra quasi vederlo nel commettere le sue marachelle.-taglio2- Il bambino di allora, oggi non è cambiato; i piccoli di oggi fanno le stesse cose che racconta Agostino della sua infanzia. La sua voglia di giocare al posto di studiare lo rende ancora più umano e apprezzabile, uno vicino a noi. Pagine belle e intense delle Confessioni sono anche quelle in cui sant’Agostino ricorda la madre, Monica, una donna e una santa, che ha pregato e pianto tanto affinché il figlio si riavesse e abbracciasse finalmente la religione cattolica. Agostino sa che deve molto a sua madre. Sant’Agostino nelle Confessioni ha raccontato se stesso con umiltà, senza nascondere niente nel bene e nel male; è stato capace di rivedere la sua esistenza alla luce della fede e scriverla affinché altri potessero meditare sulla sua storia e ravvedersi. E chissà quanti leggendo questo libro hanno trovato o ritrovato la fede. È certo che quest’opera, questo Inno a Dio, questa lunga lettera a Dio, com’è stata chiamata, resta una delle più belle storie mai scritte. Un’opera che ha dato inizio anche a un nuovo genere letterario, tanto che alcuni autori successivi non hanno esitato a chiamare le loro opere: Confessioni.





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