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La passione è di scena

di Maresa Galli

Numero 212 - Luglio-agosto 2020

Claudio Di Palma, coordinatore e docente del Teatro Stabile di Napoli, ci racconta progetti ed anticipazioni della stagione estiva


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Autore, regista, attore e docente, Claudio Di Palma non ha fermato, durante l’emergenza coronavirus, la creatività, la voglia di far rinascere il teatro e soprattutto la sua passione e dedizione per l’insegnamento ai giovani, futuri attori. Tanti saranno i suoi impegni per questa prossima estate, partecipando a “Scena Aperta”,-taglio- un progetto del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, nel cui ambito Di Palma presenterà un progetto davvero speciale... Lei è coordinatore e docente della Scuola dello Stabile e sappiamo di queste nuove iniziative per i prossimi mesi. Ci dica di più… “Scena Aperta è la rassegna è organizzata dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, diretto da Roberto Andò, d’intesa col Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura e al Turismo, in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival Italia. Si tratta di cinque spettacoli (3 luglio – 1 agosto) in scena nel Cortile del Maschio Angioino. L’evento offre due opportunità: di riattivare e recuperare il lavoro. Si recuperano tre produzioni che fanno parte del cartellone ordinario dello Stabile che erano quasi pronte al loro debutto in Stagione: “La chunga” di Mario Vargas Llosa, per la regia di Pappi Corsicato; “‘O tuono ‘e marzo”, di Vincenzo Scarpetta, per la regia di Massimo Luconi e “Week-End”, di Annibale Ruccello, per la regia Enrico Maria Lamanna. In quest’ambito presentiamo un progetto speciale, una produzione del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival Italia, focalizzato sulla scuola di teatro dello Stabile. È un’ulteriore opportunità per gli allievi che hanno potuto lavorare con Renato Carpentieri, uno spettacolo sulle diverse specificità energetiche di attori in formazione, un grande regalo della Scuola alla gioventù, futura “parola” del teatro. Si sono unite l’esperienza, la sapienza di Carpentieri e l’energia dei giovani attori. Carpentieri l’ha chiamata “idea format”, “di carattere quasi editoriale – una “Rivista”, sia in senso teatrale che editoriale, con articoli scritti da autori illustri quali Cechov, Brecht… A luglio, con tre repliche, è andato in scena lo spettacolo “Pastiche N°0 di pas/ssaggi, rivista di teatro dal vivo”, scritto e capitanato da Renato Carpentieri, con protagonisti gli allievi della Scuola. Sono contentissimo di questo progetto: i ragazzi sono quelli che hanno sofferto più di quelli della mia generazione per la lontananza, la separazione. Era importante farli ricominciare”. Con Giulio Baffi lei ha immaginato dei “Racconti per ricominciare” in splendide località della Campania: un segno d’amore per la ripresa del teatro… “Racconti per ricominciare” è un evento che prevede percorsi teatrali, itineranti e di breve durata, per un numero limitato di spettatori e per un solo artista alla volta. Progetto ideato e promosso da Vesuvioteatro.org, è una linea che ne interseca tre: la prima idea è stata di Geppy Liguoro; dalla vicinanza artistica di Giulio e mia l’idea originale è diventata corpo creativo, un “io” appassionato. Il lavoro e il teatro avevano bisogno di ripartire, anche con un comune volontariato, anche a costo di sacrifici economici per gli attori e per la produzione. Per me e Giulio un credo profondo dettato dal bisogno di ripartenza, una chiamata al sacrificio e alla creatività. Dal 25 giugno al 12 luglio sono 60 gli attori in scena, 10 gli autori al lavoro e 10 le location della Città Metropolitana di Napoli e della Regione Campania, luoghi di grande valore storico/architettonico, dove si era creata la piacevole consuetudine di assistere a spettacoli teatrali. Villa Tufarelli a San Giorgio a Cremano, il Museo Ferroviario di Pietrarsa e la Reggia a Portici, Villa Campolieto e Villa Signorini a Ercolano, Villa delle Ginestre a Torre del Greco, il Complesso Badiale Santa Maria del Plesco a Casamarciano e il Mulino Pacifico di Benevento sono state la sede di percorsi teatrali,-taglio2- itineranti e di breve durata, per un numero limitato di spettatori e per un solo artista alla volta. In cartellone opere di Buzzati, Rea, Borges, Čapek, Defez e scritture originali di Massimo Andrei, Marcello Anselmo, Gennaro Ascione, Igor Esposito, Massimo Maglietta, Anna Marchitelli, Antonio Marfella, Sara Sole Notarbartolo, Fabio Pisano, Dario Postiglione. Sara Sole ne ha scritti quattro per l’occasione, così come i ragazzi di “Puteca Celidonia” (in scena a Casamarciano) hanno scritto sollecitati dall’evento e dai luoghi. Oltre alla bellezza, i luoghi sono stati scelti per decongestionare Napoli. La rassegna vuole essere un piccolo, dirompente segnale per superare i tempi eccezionali che stiamo vivendo, occasione di rinascita comune e di lavoro per un così importante numero di artisti”. Altra sua grande passione è lo sport, che ha coniugato con il teatro, da ideatore e direttore della sezione “SportOpera” del Napoli Teatro Festival Italia dal 2004… “SportOpera è un’intersezione felice tra due passioni. Potrei dire che lo sport è la mia passione primaria, il teatro quella secondaria. Non casualmente, sono discipline gemelle che indagano la sperimentazione del limite. L’individualità del limite e il tentativo di superarlo: l’arte tenta di compiere questo salto. Lo sport è misurazione del mondo, e questa sua funzione nel tempo è stata dimenticata per motivi ideologici. Si parte con “Preludi”, in prima assoluta, per raccontare l’attore-atleta alle prese col ritmo, col respiro e con le cesure della gara: da Virgilio, Omero e Nonno di Panopoli, un incontro in compagnia di Mariano Rigillo, Patrizio Oliva, Pino Maddaloni e altri protagonisti del mondo sportivo, accompagnati dalle musiche eseguite dal vivo da Massimiliano Sacchi, Annalisa Madonna, Gianluca Rovinello, Marcello Giannini (13 luglio, Area 239 del Real Bosco di Capodimonte). I ludi di epoca greca, intesi anche come ludi funebri, citati nell’Eneide, nell’Iliade, raccontati da Virgilio, mostrano come la poesia racconti la necessità dello sport”. Come sta cambiando la fruizione del teatro? “È importante che tutto il settore sia ripartito. I giovani hanno sperimentato la didattica a distanza, un vincolo comune. Il teatro all’epoca Covid non è teatro: il teatro è prossimità. Purtroppo finché i protocolli non cambiano occorre il distanziamento che ridurrà moltissimo le platee: sappiamo come sono importanti un applauso come un fischio… Il teatro ha sempre lavorato con ciò che c’era, tentando di eluderlo e di sublimarlo. Gli attori possono andare in scena senza mascherina ma col distanziamento. Questo comporta nuove regie, fare di necessità virtù. Dall’altra parte stiamo vivendo un momento storico, epocale, e questo briciolo di curiosità, l’interrogativo su come possa evolvere si muove con noi. Attendiamo la verifica, la risposta del pubblico.” Un sodalizio con Ruggero Cappuccio, col quale ha condiviso tanto teatro: quando nasce? “Negli anni ’80, quando ci incontrammo per lavoro. Per un po’ abbiamo lavorato insieme. Poi ci siamo ritrovati nell’ ’87, come per gli appuntamenti affettivo-familiari; non abbiamo mai interrotto il nostro rapporto professionale. Nella diversità di vedute, di finalità, c’è condivisione. Ruggero ha tirato fuori il meglio di me. Tengo molto ad un suo testo, “Shakespea Re di Napoli”, che interpreto con Ciro Damiano, spettacolo che rappresentiamo dal 1994, con almeno venti repliche ad ogni Stagione – magnifico nella sua longevità, un piccolo miracolo che può accadere scrivendo in una lingua dimenticata. Quest’anno lo abbiamo messo in scena al “Franco Parenti” di Milano. Mi sento di sottolineare solo segni positivi per il teatro che verrà.”





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