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La Musica racconta...

di Paola Ratti

Albatros 182 - Novembre 2017

Il cantautore napoletano Nando Misuraca ci racconta come mai ha deciso di scrivere la canzone “Mehari Verde”, dedicata al giornalista Giancarlo Siani


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Giancarlo Siani era un giornalista napoletano, assassinato nel 1985 dalla camorra. Una storia, la sua, purtroppo non conosciuta da tutti o almeno non ricordata a differenza di tante altre. È per questo che il cantautore napoletano Nando Misuraca ha deciso di dedicagli una canzone intitolata “Mehari Verde”, che sta ottenendo un grande successo.-taglio-

Come nasce l'idea del singolo "Mehari Verde"?

“L'idea nasce quattro anni fa quando la Citroen Mehari, l'auto del giovane cronista Giancarlo Siani, venne rimessa in moto e cominciò a girare dapprima la Campania, poi l'Italia. Quell'auto verde, la sfortunata storia di Giancarlo ed i suoi 26 anni furono, per me, la scintilla d'emozione che mi ispirò per la composizione di questa canzone che poi, tramite il giornalista ed amico Arnaldo Capezzuto, arrivò a Paolo Siani, fratello della vittima e stimato pediatra.”

Quanto pensi sia conosciuta, a livello nazionale, la storia di Giancarlo Siani?

“È certamente conosciuta e clamorosa, ma purtroppo non è la sola. Le vittime della criminalità organizzata in Italia sono tantissime e tutti, come Giancarlo, degni di essere raccontati. Ma non basterebbe una vita per poterlo fare.”

Ci racconti la lavorazione del videoclip...

“Il videoclip parte da una precisa volontà, quella di mostrare un Siani inedito e privato e raccontare la sua passione per il giornalismo e per la vita più in generale. Il soggetto del lavoro è stato ideato da me e dall'attrice Barbara Mercurio (che nel clip interpreta la mamma della piccola esordiente Viviana Messere). Le numerose guest che sono presenti all'interno del video sono professionisti della cultura e dello spettacolo campano, tutti, come Giancarlo, mossi dalla volontà nel riuscire nel proprio mestiere e a realizzare i propri sogni. Il messaggio del progetto è indirizzato ai giovani, lavorare duro e credere nei propri obiettivi è possibile, basta non mollare. Esattamente come faceva Giancarlo.”

Il progetto è sostenuto dal Premio Elsa Morante. Ci dici qualcosa in più a tal proposito?

“Tutto è nato in maniera casuale. Pasquale Testa, un piccolo editore napoletano (Iod edizioni), ha inviato il provino del brano alla direttrice Tjuna Notarbartolo che, dopo aver ascoltato la canzone, ha fortemente voluto la mia presenza a maggio scorso durante il premio Elsa Morante Ragazzi all'Auditorium Rai di Napoli. Sono-taglio2- sincero, l'effetto del brano su una platea di oltre 700 ragazzi è stato stupefacente, e da lì Mehari Verde ha ripreso a camminare ed ho preso coscienza che poteva arrivare al grande pubblico.”

Il brano è lanciato dall'etichetta Suono Libero Music. Ci parli di questa realtà?

“Suono Libero Music è il progetto che più mi sta a cuore. È un'etichetta discografica indipendente che ho fondato 4 anni fa e che, in questo lasso di tempo, m'ha portato ad essere conosciuto anche come produttore di musica, che è un po’ il sogno di una vita. Mettere al servizio dei giovani (e di tutti i musicisti indipendenti) la mia esperienza di 18 anni tra giornalismo e musica, mi rende fiero.”

C'è in previsione un tour?

“Si, è partito il tour di proiezioni/dibattiti sul videoclip, e vari incontri con i ragazzi delle scuole Superiori del circuito campano. Subito dopo (presumibilmente da dicembre/Gennaio) il progetto ‘Inconsapevoli Eroi’ mi vedrà impegnato in un calendario di date italiane. Gli Inconsapevoli eroi sono personaggi del quotidiano che, grazie al loro operato sano hanno in qualche modo condizionato positivamente (in taluni casi addirittura cambiato) la realtà intorno a loro, divenendo così un punto di riferimento della loro società.”

Secondo te la musica, oggi, può ancora cambiare le cose?

“La musica ha il dovere di comunicare storie alla gente, non soltanto immagini plastiche. I cantautori degli anni '70 ed '80, che dopo la musica napoletana sono stati il nostro fiore all'occhiello per la produzione musicale leggera italiana, raccontavano cose, che sia d'amore o del sociale, erano microfilm. I talent hanno spettacolarizzato la musica togliendole la magia della ricerca e del lavoro di bottega ma, per fortuna, esistono tante etichette discografiche indipendenti che fanno un ottimo lavoro ed un circuito di gente slegata dal mezzo televisivo di massa.”





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