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LA MIA MUSICA

di Claudia Minichino

Numero 207 - Febbraio 2020

Dopo vent’anni da chitarrista in tournée con grandi artisti, Didio ha deciso di salire sul palco in prima fila, proponendo la sua musica ed i suoi testi


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Il 25 Ottobre è uscito il suo primo singolo inedito “Mi Gira La Testa”. Il secondo, “Naufraghi”, è già disponibile online. Didio, dopo una lunga carriera da chitarrista, ha deciso che è il momento di proporre le sue canzoni. Ho chiacchierato con lui di sogni, di ricordi legati alla sua carriera da chitarrista, di rivoluzioni generazionali e, naturalmente, di musica. -taglio-

Didio, chi legge la tua biografia può vedere che hai una bella carriera da chitarrista. Com’è nata questa tua passione?

"Alla fine degli anni ‘90, da Napoli, sono venuto a Milano per cercare di proporre la mia musica, quindi il mio intento iniziale era quello di fare il cantautore. Poi, per una serie di eventi - sai che le cose non vanno mai come ti aspetti – mi sono ritrovato a fare il chitarrista. Adesso la rivoluzione che, a mio avviso, è in corso a livello generazionale nella musica italiana, mi ha fatto capire che era il momento giusto per riprendere il discorso da dove lo avevo lasciato."

La tua carriera da chitarrista ti ha però dato grandi soddisfazioni. Sei stato anche in tour con artisti come Franco Battiato ed Eros Ramazzotti. Qual è stato il momento più bello?

"Ce ne sono tanti. Il momento che più mi è rimasto nel cuore è stata la partecipazione al concerto “Pino è”, per il tributo a Pino Daniele nel 2018. Pino è stato uno dei motivi principali per cui ho iniziato a fare musica. Come tutti i ragazzi napoletani, suonavo la chitarra cercando di riproporre i suoi testi. Il che, bisogna dirlo, non era per niente facile. Cimentarmi con la sua musica mi ha portato a studiare e migliorarmi ogni giorno. Quindi poi essere salito su quel palco con i suoi collaboratori storici è stato veramente indimenticabile."

Ora però sta per uscire il tuo primo album d’esordio. Com’è nata questa esigenza di scrivere e perché hai deciso di ricominciare proprio ora?

"Come ti dicevo l’esigenza di scrivere l’ho sempre avuta. Ho deciso di riprenderla adesso perché credo ci sia una società molto diversa rispetto a quella raccontata nei dischi dei cantautori storici come De André o lo stesso Battiato. Nel frattempo, ci sono state tante rivoluzioni. Ad esempio, nel mio primo singolo “Mi Gira la Testa”, parlo dei social, dell’iperconnessione all’interno della quale siamo immersi -taglio2- ogni giorno e di come sia necessario ogni tanto dire un “no” per riappropriarsi dei propri spazi e dei propri tempi. Naturalmente sono tematiche nuove perché questo tipo di tecnologia non esisteva prima."

Adesso però è disponibile anche il tuo secondo inedito “Naufraghi”. Parlaci di questo testo.

"È un testo che racconta dei rapporti di coppia. Naufraghi sull’isola è una metafora che utilizzo per descrivere una coppia di innamorati che decidono di andare a convivere. E poi nel testo si capisce che la tematica principale è soprattutto quella della violenza sulle donne. Ma non violenza fisica, di cui se ne parla ampiamente. Bensì intendo una violenza più subdola, quella psicologica. A mio avviso il più grande pericolo oggi è far passare per normali cose che non lo sono."

Essere un cantautore è un modo di fare musica bello ma delicato. Cos’è che vuoi raccontare nelle tue canzoni?

"Io lavoro con la musica da vent’anni, ma metterci la faccia è diverso. Ci tengo ad esprimere ciò che mi sta a cuore e che ritengo importante. Ciò di cui voglio parlare sono i rapporti umani. Sono appassionato ai libri dello Psichiatra Massimo Fagioli che ha lavorato tutta la sua vita su questa tematica. È un modo nuovo di trattare l’argomento, che non c’è nel cantautorato italiano. Ed è quello che mi preme maggiormente fare; parlare dei rapporti umani in una nuova prospettiva."

Cosa ti aspetti dall’uscita del tuo nuovo album?

"Sonoramente parlando è un album che mette un ponte che va dagli anni ’80 fino ad oggi. La collaborazione con Battiato e altri grandi artisti mi ha fatto scoprire la musica di quei tempi, deliziosa dal punto di vista sonoro. Ciò si combina con il cantautorato oggi e con l’era generazionale che stiamo attraversando che, a mio parere, da molto spazio a chi ha voglia di raccontare e raccontarsi. Per cui sono entusiasta di aver deciso di riprendere il cantautorato proprio adesso e raccontarmi attraverso la mia musica."





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