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La Kallipolis tra le tematiche platoniche

di Alfredo Salucci

Numero 238 - marzo 2023

Kallipolis, il sogno di Platone: una città bella, ben governata, giusta e per questo una città felice


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Kalliposis in greco significa città bella. E realizzare una Kallipolis era il sogno di Platone: una città bella, ben governata, giusta e per questo una città felice. Platone è considerato uno dei filosofi più importanti, per qualcuno il più rilevante. Alfred North Whitehead, filosofo e matematico britannico, ha affermato che “tutta la storia della filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone”. -taglio- Questa affermazione, forse, è un po’ esagerata; ma, senza ombra di dubbio, Platone è stato il primo grande filosofo, e per tutti i filosofi che sono venuti dopo di lui, a cominciare da Aristotele, è stato un punto di riferimento imprescindibile. La riprova di ciò sono le tematiche affrontate da Platone durante gli anni di insegnamento nella sua scuola, l’Accademia, che sono veramente tante. Platone attraverso i suoi scritti in forma di dialoghi, di cui Socrate spesso è il personaggio principale, ci ha comunicano il suo pensiero che ancora oggi, oltre a suscitare interesse, stimola vivaci dibattiti tra gli studiosi. Platone affronta il problema dell’essere, e ci informa che ontologicamente esistono due piani dell’essere quello sensibile, ossia il mondo in cui viviamo, che possiamo cogliere con i nostri sensi, e quello ultrasensibile, metafisico, intellegibile, il mondo delle idee, che può essere colto dall’intelletto, dalla ragione. Introduce così un dualismo, in questo caso ontologico, ossia relativo a ciò che realmente esiste. Ma il dualismo platonico non resta limitato al mondo delle idee, giacché dal dualismo ontologico deriva il dualismo gnoseologico. La conoscenza viene così distinta in opinione e scienza. L’opinione appartiene al mondo sensibile che, per Platone, non è garanzia di conoscenza, mentre la scienza, o episyéme, è la conoscenza certa, non fallace, in quanto riguarda le idee. La conoscenza per Platone è reminiscenza, ricordo di ciò che l’anima ha contemplato nel mondo delle idee prima di entrare in un corpo. Infine esiste un dualismo antropologico ossia la contrapposizione tra il corpo mortale e l’anima immortale. Platone, oltre ai temi molto sinteticamente qui esposti, affronta nei dialoghi altre questioni importanti come il relativismo dei sofisti, la fisica, l’etica, l’escatologia, e un tema a cui è molto interessato: chi deve governare la polis. -taglio2- È bene ricordare che Platone veniva da una famiglia aristocratica e facoltosa e molti suoi parenti erano stati impegnati o erano impegnati nel governo della città di Atene. Anche Platone era destinato alla politica, al governo della città, ma vi furono due vicende che lo indussero a prendere le distanze dal modo di come Atene era stata ed era governata, prima da un regime oligarchico, i trenta tiranni, regime imposto da Sparta dopo la guerra del Peloponneso persa da Atene, poi da un regime democratico. Nel primo regime, dei trenta tiranni, c’era anche Crizia, zio di Platone. Questo regime si era macchiato di gravi colpe condannando a morte anche cittadini che non avevano commesso reati. A questo governo dopo varie vicende successe un governo democratico. E furono proprio i governati democratici a mandare a morte Socrate, il maestro di Platone, con accuse manifestamente infondate: quella di corrompere i giovani e quella di non credere agli dei.
Queste penose vicende misero in crisi il concetto di Stato che aveva Platone e lo spinsero a ricercare un governo che rendesse la città, la polis, giusta e bella, per rendere i cittadini di quella città felici di viverci. E chi poteva realizzare questo tipo di governo? Per Platone, i filosofi, i migliori, i soli capaci di agire nel modo giusto e per il bene comune, perché conoscevano il mondo delle idee e l’idea del Bene in particolare. Nella eventualità che questa cosa non fosse stata realizzabile, allora quelli che governano una città o uno Stato avrebbero dovuto convertirsi alla filosofia. La realizzazione di uno Stato siffatto fu tentata dallo stesso Platone che provò, senza successo, a trasformare Dionisio II, il tiranno di Siracusa, in filosofo.





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