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La gratuità del sogno

di Lucia de Cristofaro

Numero 181 - ottobre 2017

Ognuno di noi sogna, tranne poi dimenticarsene al risveglio, quando l’IO prende il sopravvento sull’Inconscio, limitandone la libertà e imponendo le barriere della logica.


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Ognuno di noi sogna, tranne poi dimenticarsene al risveglio, quando l’IO prende il sopravvento sull’Inconscio, limitandone la libertà e imponendo le barriere della logica. Freud affermava, infatti, che i sogni rappresentano un pacifico compromesso tra l’Io e l’Inconscio in un contesto che non provoca danni. Il padre della psicanalisi fu il primo a essere convinto sull’attendibilità del mondo onirico e a dare ufficialità al valore del sogno. In tal modo esso, rappresentando il pensiero umano, non è altro che un desiderio disatteso proveniente da una parte ignota della nostra mente, l’inconscio, una metafora, una proiezione dei bisogni dell’individuo. Accade, poi, che quando un sogno ci travolge con forti emozioni, sentiamo il bisogno di raccontarlo, probabilmente come afferma un recente studio, annoiando notevolmente il malcapitato costretto ad ascoltarci, ma ciò che abbiamo provato vivendo, quella che a noi sembrava realtà, nel momento in cui vivevamo il nostro mondo onirico, è stato talmente forte e sconvolgente che abbiamo il bisogno di condividerlo. Ma cosa realmente condividiamo se non la “storia visibile” del sogno, che ci appare chiara, mentre è ben nascosta nel nostro inconscio il contenuto latente, che ha motivato quello specifico sogno. -taglio- Cerchiamo nella condivisione un aiuto concreto a dare significato al nostro sogno, a interpretarlo in ogni sua sfaccettatura, cercando un raccordo anche con altri sogni fatti in passato e un possibile segno premonitore, che ci offra quello che poi ci interessa sul serio, ovvero uno squarcio verso un futuro che da ignoto, diventa palese. Ecco perché ogni giorno, a qualunque latitudine, spesso sul posto di lavoro ci si trova intrappolati in conversazioni sui sogni "incredibilmente accurati" e "veramente paranormali" dei colleghi, ed anche se ci annoiamo siamo incuriositi dalla possibilità che quei fatti si avverino sul serio e cerchiamo di aiutare il nostro interlocutore ad individuarne i segni, vestendo i panni, seppur per qualche minuto, dei protagonisti di famose serie tv, dedicate proprio ai veggenti. A farla da padrone, dunque, è sempre la curiosità verso un ignoto in cui ci addentriamo, grazie al sogno, senza troppi rischi. Alcuni soggetti che abbiamo intervistato, chiedendogli di raccontarci i propri sogni e le proprie impressioni dell’atto di sognare, ci hanno rivelato, che nel momento doloroso, sembrava che l’IO per un’azione di difesa volesse prendere il sopravvento e quindi riuscivano a svegliarsi, prendendo consapevolezza che ciò che avevano vissuto era solo un sogno, eppure al momento di riaddormentarsi il sogno ricominciava lì dove loro lo avevano interrotto, trascinandoli completamente... -taglio2- altri sottolineavano la ripetitività periodica di un sogno che poi si sarebbe rilevato premonitore… altri ancora la completa incoerenza di ciò che accadeva, ma che a loro sembrava normale quotidianità. Spesso nei sogni ad avere la meglio è l’ansia, che ci porta alla condivisione per cercare di rimuoverla, in essi c’è una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia, perché se di giorno siamo tutti insieme in una realtà condivisa, di notte siamo lanciati, dai sogni, ognuno in un mondo separato, da dove osservare da vicino la memoria della nostra anima, infinita ombra del corpo, del vero, del concreto. Sono certa, comunque, che chi ascolta il sognatore, seppur si annoia, è un po’ invidioso di una esperienza che comunque apre l’altro a qualcosa di profondo, che gli appartiene in modo inconfondibile e che lo definisce come persona, anche quando ha gli occhi ben aperti, perché quel riuscire ad annullare le sovrastrutture mentali, aprendo la mente ad una grande emozione, è qualcosa di grande, che tutti vorrebbero avere. E se è vero che siamo fatti della stessa materia dei sogni (Shakespeare), e allora sogniamo alla grande, sogniamo l’impossibile, tanto non costa niente e di sicuro fa bene al nostro spirito e al nostro ego.





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