L’attrice e scrittrice, dopo il successo dello scorso anno, è tornata a vestire i panni dell’inviata a “Camper” su Rai1, con una rubrica sulle vacanze inclusive
Fino a qualche tempo fa da noi non molti sapevano granché sulla Georgia e alcuni facevano confusione con l’omonimo stato del sud-est degli Stati Uniti che ha dato i natali a Martin Luther King. Da qualche tempo questa nazione è balzata agli onori della cronaca da quando nel 2022 ha fatto richiesta di adesione all'Unione Europea. -taglio- A dicembre 2023 è stata riconosciuta paese candidato, ma il processo di adesione è stato interrotto nel 2024 a causa di tensioni politiche sia interne che internazionali, trattandosi di un paese drammaticamente in bilico tra l’Europa e la Russia. Alla fine ha vinto le elezioni un presidente nazionalista antieuropeista e filorusso. La Russia di Putin infatti non rinuncia a tentare di estendervi nuovamente i suoi tentacoli, specie ora che con tanta violenza lo sta facendo nei confronti dell’Ucraina in quell’atroce guerra di cui non si riesce a vedere la conclusione. Anche la Georgia era parte dell’Unione Sovietica fino al 1991, oggi è una repubblica parlamentare ma la sua vicinanza geografica con la Russia con cui confina a nord e nord-est rappresenta un grave motivo di preoccupazione per la sua reale indipendenza. Situata all'estremità orientale del Mar Nero, sulle pendici meridionali della catena del Caucaso, confina con l'Azerbaigian a est e sud-est, con l'Armenia e la Turchia a sud e con il Mar Nero a ovest. Conta su una storia antica e intricata. Per i Greci era la favolosa Colchide del vello d’oro. Dopo averla conquistata, vi governarono sulla fino al 66 a.C., quando fu dominata dai Romani. Fu bizantina, poi regno indipendente, subì le razzie di Tamerlano, il dominio persiano, e successivamente quello ottomano. Nel 1801 fu annessa alla Russia degli zar, che imposero la lingua russa con l’alfabeto cirillico, e vi rimase anche dopo la creazione dell’Unione Sovietica fino al 1991. Nella città di Gori nacque Stalin. La chiesa russo-ortodossa aveva già da tempo abolito quella georgiana. Molti monumenti antichi e splendidi paesaggi attirano i visitatori. La capitale Tblisi è caratterizzata da vari stili architettonici, dalle chiese ortodosse orientali ai palazzi liberty, alle strutture moderniste. -taglio2-Dominano sopra la città la fortezza Narikala del IV secolo, e la Kartlis Deda, la statua della “Madre della Georgia”. La suggestiva Vecchia Tiblisi comprende le zone di Abanotubani, Betlemi Street, l’area intorno alla piazza Meidan e i quartieri Avlabari e Chugureti dall’altra parte del fiume. È un groviglio di strade con vecchie case, scale a chiocciola, cortili e i balconi. Viaggiando per il paese sono da visitare la Fortezza di Ananuri, la Chiesa della Trinità; il monastero scavato nella roccia a Vardzia; il Canyon di Martvili; la Grotta di Prometeo (Kumistavi); il Palazzo Dadiani; le case-torri dell'Alto Svaneti. Un’altra grande attrattiva turistica le deriva dall’interessante caratteristica fino a non molto tempo fa poco nota ai più: quella di poter essere considerata “la madre originaria del vino”. Gli studiosi hanno accertato infatti che il primo vino risale al 6000 a.C. in Georgia, nel cuore del Caucaso. Il poeta greco Apollonio di Rodi nella sua opera "Argonautica" nel III secolo a.C. afferma che gli Argonauti nella Colchide videro delle viti rampicanti all'ingresso del palazzo reale e una fontana di vino all'ombra degli alberi. Dunque, molto prima che i greci della Magna Grecia facessero conoscere la domesticazione della vite nella penisola italica, i georgiani producevano vino, essendo la vite originaria proprio di quel territorio, in particolare nella regione del Kakheti. Lì si continua ad adoperare l'antichissima tecnica, probabilmente di età neolitica, della fermentazione e l'invecchiamento del succo d’uva in enormi vasi di argilla, chiamati “kvevris”. Tali vasi vengono realizzati a mano e impermeabilizzati all’interno con cera d’api. Il “kvevri” viene completamente sotterrato, a eccezione della sommità, e vi viene messo a fermentare sia il mosto sia la vinaccia, il che rende i vini georgiani particolarmente tannici e di gradazione alcolica media più alta di quella europea, intorno ai 13-14 gradi. Questi contenitori sono molto simili ai “dolia” romani ritrovati nella villa rustica “la Regina” a Boscoreale nei dintorni di Pompei, sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79dC., e nella grande villa imperiale di Somma sepolta dall’eruzione del 472 dC, in cui morì Augusto. Evidentemente i romani avevano appreso lì tale tecnica di lavorazione e conservazione vinicola risalente a 8000 anni fa e hanno continuato ad utilizzare tali tecniche di produzione lungo tutto il periodo imperiale. Va detto che gli archeologi sono sempre più convinti che il vino romano dovesse somigliare per sapore a quello georgiano per la comune consuetudine di affinamento nella terracotta.