logo-rubriche

La conca del golfo

di Yvonne Carbonaro

Numero 195 - Gennaio 2019

Biscotti antichi, acque minerali prodigiose, gastronomia, monumenti e mare. Un’infinità di tesori non valorizzati


albatros-la-conca-del-golfo

Quando da Napoli si va verso la Costiera si passa per la ridente cittadina di Castellammare dove tanti anni fa nugoli di ragazzi e adulti si avvicinavano alle auto per offrire in vendita i biscotti prodotti sul posto: le celebri, una volta, “gallette di Castellammare”, di origine addirittura trecentesca. Trattandosi di prodotti da forno fatti a mano senza lievito e cotti due volte, non ammuffivano mai e quindi costituivano una scorta preziosa per i marinai, la cui produzione crebbe verso la fine del 1700, quando i Borbone potenziarono la Marina Mercantile del Regno delle Due Sicilie. Oggi si producono ancora per conservare la tradizione, ma sono stati soppiantati dai prodotti industriali. Castellammare non è però solo un luogo di passaggio che si attraversa percorrendo la via lungo il mare o quella più a monte che di panorama in panorama porta a Vico Equense e a Sorrento. Ha una storia antica e tante bellezze naturali e tipicità da scoprire. Dopo le dominazioni di Sanniti, Etruschi, Greci venne conquistata da Roma nel 340 a.C. Si chiamava Stabiae ed ebbe il suo massimo splendore grazie alla ricchezza del circostante Ager Stabianus. L’eruzione del 79 d.C. la rase al suolo e distrusse le splendide ville del territorio, alcune delle quali sono state riscoperte e sono visitabili. Plinio il Vecchio, che accorse a Stabiae per osservare più da vicino l'eruzione, vi fu soffocato dai gas tossici. In epoca medievale fu chiamata Castellammare per la presenza di uno o più castelli affacciati sul mare. -taglio- Nel 1842 fu una delle prime città italiane dotata di una linea ferroviaria che la collegava direttamente con Napoli: questo la fece diventare un importante centro commerciale in quanto era lì che le mercanzie provenienti dalla Calabria e dalla Puglia venivano caricate sul treno. I Borbone vollero anche valorizzare la grande ricchezza delle acque termali del territorio. Le prime analisi scientifiche furono effettuate nel 1787 per volontà del re Ferdinando I che diede incarico al noto medico Domenico Cotugno di studiare le proprietà dell'acqua acetosella, che all'epoca veniva largamente usata dalla popolazione e trasportata fino a Napoli nelle “mummare”. Una lapide indicante le proprietà dell'acqua fu collocata nei pressi della fonte per uso pubblico ed è ancora oggi visibile là dove si attingono le celebri acque salutari tra cui l’acqua della Madonna e l’acqua sulfurea. Francesco I creò poi un impianto termale per la cura del corpo e varie fonti per le varie acque da bere, che sgorgano da 28 sorgenti naturali lungo le pendici del Monte Faito e che si caratterizzano per la varia composizione chimica (cloruro-sodiche sulfuree - isotoniche, ipotoniche o ipertoniche - ferruginoso-carboniche e bicarbonato-calciche). Sono indicate per la terapia di diverse patologie respiratorie, bronchiali e riabilitative. Dette strutture, abbandonate nel tempo, sono state ricostruite e inaugurate nel 1964 con un grande hotel annesso. Anche il nuovo bellissimo complesso è stato aperto saltuariamente e poi lasciato decadere. Ancora nel 2018 il bando di privatizzazione delle Nuove e Antiche Terme è andato deserto per la terza volta. -taglio2- Esso prevedeva l’immissione sul mercato della gestione concessa a privati per 30 anni, rinnovabili per altri 30. I troppi danni alle strutture, dovuti a incuria e abbandono, hanno scoraggiato gli imprenditori a cui si chiedeva un investimento da oltre 20 milioni di euro. C’è il rischio che il patrimonio delle Terme finisca all'asta. Comunque al momento è tutto fermo in totale stato di trascuratezza. Un grande spreco e una grande vergogna italiana!! Verso la fine dell’800 l'area nord di Castellammare di Stabia intorno alla ferrovia si riempì di conservifici, come Cirio, cartiere, pastifici, cantieri metallurgici e diverse industrie tessili e meccaniche che inquinarono il suolo. Oggi alcune di quelle strutture dismesse sono state trasformate in alberghi. Il Cantiere navale attivissimo in epoca borbonica, e anche successivamente, fu distrutto nel 1943 dai tedeschi in ritirata, per cui la città è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valore. Oggi esso ha ripreso le attività insieme al porto turistico. Trattandosi di un luogo di mare e di pesca, innumerevoli ristoranti di pesce consentono di degustare ottimi piatti di mare oltre a grandiosi vassoi di tagliata di frutta dolcissima del territorio. Una stazione della funivia consente di raggiungere il Faito e di godere dall’alto di una vista mozzafiato. Chiese, musei, castelli, siti archeologici, splendide località marine come lo Scoglio di Rovigliano, offrono al visitatore un elenco davvero notevole di attrattive, eppure il luogo, essendo così trascurato e non valorizzato dalle amministrazioni locali, non è annoverato tra le mete turistiche di primario interesse!


albatros-la-conca-del-golfo-2



Booking.com

Booking.com