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Ischia, l’isola a vocazione terapeutica

di Yvonne Carbonaro

Numero 234 - Ottobre 2022

Leggende e acque medicamentose: Nitrodi e Sorgeto


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I Greci chiamarono Pithecusa e i Romani Aenaria l’isola oggi nota come Ischia. L’etimologia dei suoi nomi è molto discussa e controversa: Pithecusa sarebbe ‘isola delle scimmie’ oppure ‘isola delle giare’; il nome Aenaria è stato spesso associato alla figura di Enea, ma anche al latino ‘aenum,’ metallo mentre per altri significherebbe ‘isola del vino’; infine Ischia deriverebbe da ‘eschia o ischio’, una specie di quercia. -taglio- Ma non solo l’origine delle sue denominazioni resta confusa nella leggenda, sono intrise di leggenda tanti suoi luoghi, così che il visitatore passa di sorpresa in sorpresa. Dalla flora rigogliosa alla cucina stuzzicante, al clima dolce, al mare limpido, ai meravigliosi paesaggi e alle acque e fanghi termali, fin dal tempo del “grand tour” viaggiatori provenienti da tanti paesi sono accorsi ad esplorarla e conoscere i suoi tesori archeologici e naturali, le sue tradizioni religiose, restandone incantati. Lamartine, oltre che Procida, amò molto Ischia che a metà ottocento descrive così: “Ischia è il capolavoro della Baia di Napoli, dell’Italia, del mondo; è il soggiorno completo che abbiamo sognato così spesso…” e scrisse le poesie: "Saluto dell’isola d’Ischia" e "Il giglio di Santa Restituta". Quest’ultima riferita al fantasioso racconto secondo cui, quando il corpo della martire Restituta giunse in una barca sulle coste di San Montano, la barca si riempì di gigli bianchi. I parchi termali dell’isola sono tanti e bellissimi, offrono piscine termali a varie temperature, cascatelle, centri benessere inseriti in giardini lussureggianti e ben curati. Ci sono però dei luoghi selvaggi, meno noti perché più difficili da raggiungere, che riservano ineguagliabili esperienze. Uno di questi è la Fonte delle Ninfe Nitrodi in località Barano dove, fin dall’antichità, i guerrieri si recavano a curarsi le ferite, gli anziani per l’artrite e la gotta, le fanciulle per la bellezza della pelle e dei capelli. Si tratta insomma della la più antica SPA (acronimo di Salus Per Aquam). Tra il I secolo a. C. e il III secolo d. C diventò un centro di culto molto importante, essendo considerato un dono delle ninfe Nitrodi e del dio Apollo. Nel 1757 furono ritrovati tredici bellissimi rilievi votivi che hanno tutti per tema il ringraziamento per avvenuta guarigione e raffigurano a bassorilievo le ninfe, di solito tre, nell’atto di versare l’acqua miracolosa sul paziente. Oggi ne sono conservati presso il Museo Archeologico di Napoli undici più un altarino, giacché uno risulta perduto e un altro è conservato in Russia allo State Hermitage Museum di San Pietroburgo.-taglio2- Presso la fonte ad Ischia è possibile ammirarne delle perfette riproduzioni. La sorgente è perenne e il luogo attualmente è attrezzato con postazioni a prezzi differenti, per consentire di fruire dei benefici di quella particolare acqua con frequenti docce, passeggiare tra piante aromatiche, riposare sulle sdraio, godere della bucolica pace dell’insenatura fitta di verde di piante spontanee e di orti con la vista del mare. Un altro luogo sorprendente ubicato nel territorio di Panza, è Sorgeto. Come indica il nome, l’acqua termale sorge caldissima da pozze adiacenti il mare nelle quali si possono addirittura cuocere le uova. Qui si mescola acqua calda e fredda, dolce e salata. La cala si può raggiungere per mare oppure attraverso una lunga scalinata di 250 gradini scendendo da Punta Chiarito. In quella zona è stato trovato un antichissimo sito archeologico greco, forse dell’VIII secolo a.C. Si tratterebbe di una casa con attrezzi domestici e suppellettili che 2700 anni fa rimase sigillata da una colata lavica di fango bollente. Tutti i ritrovamenti sono custoditi al Museo Archeologico di Napoli. Il promontorio di Punta Chiarito si sporge tra la Baia di Sant' Angelo e quella di Sorgeto. Vi è stato creato un complesso ricettivo tra giardini fioriti e piante della macchia mediterranea, con panorama mozzafiato su Sant’Angelo sia di giorno che al tramonto. La struttura è dotata di vasche termali che si insinuano nella roccia con suggestive gallerie scenograficamente illuminate in cui nuotare è un’emozione unica. Il ristorante (attenzione a non ordinare pesce se non si vuole far salire il conto alle stelle!) propone prodotti coltivati e lavorati nella stessa azienda agricola dal titolare signor Nicola: vino, olio, ortaggi, frutta, aglio, origano, peperoncini, tutti in vendita. Lo stesso, con orgoglio, ama guidare gli ospiti a vedere le sue cantine colme dei prodotti appena raccolti e fa assaggiare miele e pappa reale. Un posto davvero fuori dal mondo!





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