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IRAMA

Trasparente

di Laura Fiore

Numero 195 - Gennaio 2019

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Il giovane cantautore è pronto ad affrontare il palco dell’Ariston, e nel frattempo ci racconta del suo ultimo album nel quale canta la realtà di una generazione


Cresciuto a Monza, Filippo Maria Fanti, in arte Irama, dichiara di essersi interessato fin da bambino alla musica di Francesco Guccini e Fabrizio De André, per poi avvicinarsi all'hip-hop. La sua musica è un connubio di diversi generi, influenze e anche beat dalla strada. Il suo nome d'arte, scelto dopo avere anagrammato il secondo nome, vuol dire proprio "ritmo" in lingua malese, a dimostrare quanto il giovane cantautore sia nato con la musica nel sangue. Amatissimo dalle nuove generazioni e non, in pochi anni è riuscito a conquistare le persone grazie alla verità che si cela nelle sue canzoni.

Partiamo dal tuo ultimo album “Giovani”, che sta avendo grande successo di pubblico e critica. Hai dichiarato che si tratta di un lavoro discografico rock, spiegaci meglio...

“Bisogna fare una premessa, come sempre è stato e sempre sarà, noi artisti siamo la voce della nostra generazione quindi anche io mi sento rappresentante di quelli che sono i giovani d’oggi. Detto questo, il rock è di per sè un genere di rottura, di ribellione; sono cresciuto con questo tipo di cultura musicale e mi è venuto naturale fare un album simile. Quello che però rende speciale il disco sono anche le varie contaminazioni, infatti c’è il cantautorato, l’hip-pop, l’indie, io sono tutto questo. Non sono uno di quelli che decide a tavolino come deve o non deve essere un brano o un album, faccio tutto istintivamente e dopo si mettono insieme i vari pezzi del puzzle. Ciò che mi preme maggiormente è cantare il vero, che si tratti di sentimenti di gioia oppure di dolore... la vita è fatta così, perché mentire?!”

Pensi che il tuo pubblico recepisca appieno i messaggi che vuoi trasmettere?

“Perché no? Certo, non è possibile arrivare a tutti allo stesso modo, ma io faccio musica per esigenza e non per vedere quanto sono famoso. Sono convinto che l’arte in generale debba essere fatta non per il successo, ma per rappresentare qualcosa o qualcuno nella maniera più sincera possibile.”

Inoltre, questo nuovo album è uscito a breve distanza da “Plume”. Una scelta azzardata...

“Lo so, in tanti mi hanno detto che non era il caso, ma per me era giusto così. Pensa che ho interrotto il tour instore, ad un certo punto ho avvertito una voglia matta di scrivere, creare, fare un disco. Così mi son messo subito a lavoro ed in poco tempo è nato ‘Giovani’.”-taglio-

A breve ti vedremo impegnato sul rinomato palco del Festival di Sanremo...

“Sì, sono contento che il mio brano ‘La ragazza col cuore di latta’ sia piaciuto al direttore artistico. Partecipare a Sanremo è sempre una grande emozione, il palco dell’Ariston è speciale e ammetto che mette anche un po’ di soggezione. Speriamo vada tutto per il verso giusto.” Tu, però, hai già partecipato al Festival nel 2016, risultando tra i vincitori della categoria giovani. Qualcosa, però, non andò bene… “Si, ho raccontato questa storia varie volte anche durante la mia esperienza televisiva ad ‘Amici’. Diciamo che tutto era partito bene, la canzone ‘Cosa resterà’ aveva riscosso un bel successo, solo che per alcuni cavilli che non sto qui a spiegare ho poraticamente perso un anno senza poter pubblicare nulla. Quwesta, però, è acqua passata, ora ritornerò a Sanremo con entusiasmo. Come ho detto prima, è sempre un orgoglio essere tra gli artisti in gara.”

Come hai superato quel periodo?

“A dirla tutta, ho cercato di focalizzarmi sulla musica. Per fortuna, ho avuto sempre al mio fianco Giulio Nenna e Lorenzo Galli, il mio team artistico, che mi ha sostenuto nonostante tutto e tutti. Così ho lasciato da parte tutti i problemi, solo in questo modo ho capito quanto fosse importante essere professionale nel mondo della musica.”

Prima hai accennato ad “Amici”, rifaresti questa esperienza?

“Penso di si, alla fine questo programma ti da la possibilità di arrivare ad un grande numero di persone ed è stato un mezzo per poter raccontare la mia musica e la mia verità artistica. Non rinnego nulla, ripeto, è stata una vetrina incredibile.”

Ritornando all’album, nei tuoi brani c’è anche molto romanticismo, alcune volte nella sua forma più carnale. È tutto autobiografico?

“Assolutamente sì! L’amore è una parte fondamentale della mia vita, sono proprio i rapporti che danno vita alla mia creatività che poi si trasforma in musica. Inoltre, in questo momento sono molto sereno. Penso di essere molto fortunato ad aver trovato una persona ‘giusta’ per me, sento che sto costruendo qualcosa e di aver iniziato a vivere l’amore da persona adulta.”

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