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Insieme per il Futuro

di Maria Paola Di Palma

Numero 208 - Marzo 2020

“Al mondo ci sono due poteri: quello della spada e quello della penna. Ma in realtà ce n’è un terzo, più forte di entrambi, ed è quello delle donne”


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Malala, che oggi ha 22 anni, dopo essere stata curata in Inghilterra nel 2012 per il proiettile che le aveva sfiorato il cervello, è diventata attivista mondiale per i diritti delle ragazze alla scuola e allo studio, incontra ad Oxsford Greta Thunberg , oggi 17 anni, che come lei ha iniziato da poco più che adolescente una battaglia per il futuro.-taglio- Le due ragazze, testimonial a livello globale delle rispettive battaglie, dimostrano il coraggio di chi anche se giovane, non si ferma davanti a problemi creati dagli adulti, ma li affronta, affinché il proprio pensiero la propria lotta possa coinvolgere il pianeta, affinché le persone facciano la cosa giusta. "Bene gli sforzi sul clima, ma manca il senso di urgenza" – dice Greta nel suo incontro con Malala – "La gente non ascolta e i media non riportano quello che dico. Dunque dovrò continuare. I media scrivono molto su di me e su cosa faccio, ma non sul contenuto di quello che dico. Parlano forse del clima, ma non della crisi del clima. Dobbiamo essere certi che si farà una transizione giusta e che tutti ne facciano parte.” “Lottare per il futuro del pianeta è necessario, così come è necessario lottare per i diritti di quanti, soprattutto le donne, in certi luoghi del mondo, non hanno alcuna possibilità di istruzione per poter almeno conoscere che si hanno dei diritti.” – afferma Malala. Le due ragazze non si erano mai incontrate prima, ma appare chiaro che la condivisione della giovane età, di forti ideali, della lotta per il diritto al futuro, climatico, sociale o di genere che sia, ha creato tra loro un forte legame. “Oggi ho incontrato il mio idolo” – ha twittato la Thunberg – “cos’altro posso dire?”. “Lei è l’unica amica per cui salterei la scuola.” - dichiara Malala Yousafzai, che aveva già espresso la sua ammirazione per Greta sulla rivista Teen vogue: “A volte i giovani non vengono coinvolti nei processi decisionali. Non vengono coinvolte le donne, quindi figuriamoci loro. Avere le voci dei ragazzi presenti ai tavoli di discussione, avere delle figure femminili a quei tavoli, penso faccia un’enorme differenza.” Greta Thunberg ha iniziato a protestare contro la crisi climatica quando aveva quindici anni. Si è seduta da sola davanti al parlamento svedese, sacrificando i suoi giorni di scuola per una causa più grande. Alla fine, ha creato un movimento globale e ha contribuito a portare la questione ambientale al centro delle tavole di discussione. Durante il tempo passato al campus dell’università, ha parlato di questioni scientifiche, dell’importanza di votare e dei limiti riscontrati durante le proteste. Quando aveva più o meno la stessa età, a quattordici anni, Malala Yousafzai è rimasta vittima di un attentato quasi mortale mentre tornava a casa da scuola, per aver tenuto un diario in cui raccontava la vita sotto il regime talebano. Una volta guarita dalle ferite, si è trasferita a Birmingham, nel Regno Unito con la sua famiglia e nel 2014 è diventata la persona più giovane a ricevere il premio Nobel per la Pace. “Sono qui per difendere i loro diritti, per far sentire la loro voce. Combatterò fino a quando l’ultimo bambino al mondo riceverà l’istruzione. Finché non vedrò tutti i bambini andare a scuola” aveva affermato dopo essere stata insignita del riconoscimento. Così come Greta continua la sua lotta con i “Friday for Future”: “Le nostre voci si sono alzate tante volte in questi mesi, da ogni parte del mondo, quindi è giusto che ora siano le voci della scienza ad essere ascoltate. Vogliamo che le evidenze sulla crisi climatica vengano condivise dai mezzi d’informazione di massa. Abbiamo fino al 2030 per agire o il clima impazzirà.” La voce , il pensiero di queste due giovani donne ha tanto da insegnare ad uomini e donne, che dovrebbero iniziare a saper ascoltare, -taglio2-ricordando che una positiva comunicazione parte non dalla bocca che parla, ma dall’orecchio che ascolta. Ascoltare senza pregiudizi o distrazioni ecco il più grande dono che possiamo a noi stessi e all’intera umanità. Una umanità che attualmente soffre per una inaspettata pandemia, che sta colpendo tutte le nazioni senza distinzioni e da cui forse dovremmo imparare molte cose e non solo in termini sanitari. Ma cosa ne pensano di ciò che sta accadendo le nostre giovani attiviste? “L’emergenza non ci deve far dimenticare la questione climatica, prima che anch’essa diventi un’emergenza. E’ per questo che invito tutti i giovani che fino ad ora hanno scioperato in piazza, di continuare a farlo virtualmente, postando post del sostegno alla protesta, anche attraverso foto simboliche. In Svezia sono circa 500 i casi di Coronavirus e questo ci sconvolge, come ci sconvolgono ancora di più il fatto che nessuno è escluso dal contagio. Ciò ci dovrebbe far riflettere, perché è lo stesso effetto che avrebbe la crisi climatica, perché anche da essa nessuno resterebbe escluso. Non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come tale e dobbiamo unirci con gli esperti e la scienza. Questo vale per tutte le emergenze ed ora gli esperti ci dicono di evitare riunioni pubbliche per rallentare la diffusione del Coronavirus, siamo ligi alle regole per superare la crisi, ma allo stesso tempo attiviamoci perché non sia mai abbassata la guardia verso il clima e la doverose decisioni che i governi devono prendere se vogliano salvare il futuro di tutti. Consideriamo, quindi, nuovi modi per sostenere il cambiamento climatico. Noi giovani siamo i meno colpiti da questo virus, ma è essenziale agire in solidarietà con i più vulnerabili e nell'interesse della collettività. La crisi climatica ed ecologica è la più grande crisi che l'umanità abbia mai affrontato, ma per ora dovremo trovare nuovi modi per creare consapevolezza pubblica e sostenere il cambiamento. In questo momento storico ogni Friday diventerà "digitale" fino ad emergenza conclusa.” – afferma Greta Thunberg. ““Ero una bambina, venuta alla luce in un paese in cui, quando nasce un maschio, tutti escono in strada e sparano in aria, mentre le femmine vengono nascoste dietro una tenda, perché già si sa che nella vita il loro ruolo sarà semplicemente quello di far da mangiare e mettere al mondo figli. Per molti pashtun, quello in cui nasce una femmina è un giorno triste. La pandemia che oggi ci troviamo a dover fronteggiare, non ci deve far dimenticare l’importanza della persona, maschio o donna che sia. Anzi proprio da questa emergenza che mette tutti sullo stesso piano di fronte al contagio, deve insegnarci qualche cosa, ovvero che il mondo ha bisogno di una leadership basata sull'umanità, non sulle armi. Nei momenti più bui io mi dicevo che se vuoi conquistare un obiettivo devi andare avanti, anche se sul tuo cammino ci sono grandissime difficoltà e allora impariamo ad andare avanti, a guardare al futuro senza discriminazione, perché nessuna lotta può concludersi vittoriosamente se le donne non vi partecipano a fianco degli uomini, in tutti i luoghi della terra, anche i più remoti. Al mondo ci sono due poteri: quello della spada e quello della penna. Ma in realtà ce n’è un terzo, più forte di entrambi, ed è quello delle donne.” – dichiara Malala Yousafzai





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