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Il suono della curiosità

di Teresa Pugliese

Numero 228 - Marzo 2022

Renato Caruso con il suo album solo guitar “Grazie Turing” mette in musica un omaggio ad un grande uomo che ha caratterizzato la nostra modernità


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“Grazie Turing” è il nuovo album “solo guitar” di Renato Caruso, distribuito da Believe. Il disco è la colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura dell’ultimo libro del chitarrista calabrese, “# DIESIS O HASHTAG?”, disponibile nelle librerie e negli store digitali, edito da Onereed. Un album che celebra Alan Turing una delle più grandi figure del '900, Alan Turing, ideatore del primo computer, eroe di guerra processato ingiustamente per la sua omosessualità e pioniere dell'intelligenza artificiale che addirittura riuscì a fare grandi esperimenti di sintesi con la musica.-taglio- Noi abbiamo parlato con Renato della sua musica e non solo… Hai tante facce, mille sfaccettature, ma chi è davvero Renato Caruso? “Nasco come musicista, precisamente chitarrista. Ma ho avuto sempre una passione per la scienza, interesse che ho sempre portato avanti. Mi sono laureato infatti in una materia informatica e alla fine di tutto questo ho unito queste due passioni. In realtà mi piace definirmi un piccolo divulgatore. Chi sono veramente ancora non lo so, sono sicuramente una persona molto curiosa.” Questo album come il precedente contiene molta storia della filosofia, tutto questo è evidentemente frutto della tua formazione ed educazione familiare che ha influito molto vero? “Sì devo dire tanto. Sono cresciuto con un papà che quando non è in campagna a godere del bello della natura, è al camino con il libro che legge. Ho questa scena impressa nella mia testa. È lui sicuramente che mi ha trasmesso questa passione per il sapere e questa costante ricerca e propensione alla curiosità. Lui insegnava filosofia ed aveva una scuola di musica, quindi sono nato tra i libri e gli strumenti. Sono un po' di cose messe insieme. Questo a volte è un vantaggio altre volte è uno svantaggio. Sin da piccolo montavo e smontavo cose, poi utilizzavo il manuale di Archimede per capire come funzionavano gli oggetti e per costruirli. È così che poi mi sono laureato in informatica. Sono andato sempre alla ricerca del perché di tutte le cose.” La tua musica e la tua arte sono anche un grande omaggio alla tua terra: la Calabria. “È un legame molto forte quello che mi lega alle mie origini e l’omaggio a Pitagora, come hai detto tu, era doveroso, da crotonese.-taglio2- Quasi mi emoziono a pronunciare il suo nome. Pitagora viene riconosciuto come matematico e filosofo che inventò il teorema che porta il suo nome, ma pochi sanno che fu uno dei primi teorici della musica.” Poi hai deciso di omaggiare in questo disco un altro grande genio della come Alan Turing. “In questo lavoro sì. Molti non lo conoscono ma è stato colui che ha salvato milioni di vite durante la seconda guerra mondiale riuscendo a decifrare i messaggi dei tedeschi. Inoltre fu l’inventore del computer, e noi oggi senza questa piccola scatola magica non potremmo fare tante cose. Ma non solo, fu anche il primo che istruì una macchina al suono. Fece quindi degli esperimenti sulla musica. Fu anche uno dei primi omosessuali processati e poi graziati. Ha una storia molto affascinante, in quarant’anni cambiò davvero il mondo.” Hai studiato tanto ma hai anche lavorato con i grandi della musica italiana come Ron, Alex Britti, Biagio Antonacci. Che emozione è guardarsi indietro? “Se penso dove sono arrivato e quello che ho fatto dico: wow! Gli ostacoli da passare sono stati tanti, non conoscevo nessuno in questo mondo, ho fatto la classica gavetta. Sono arrivate grandi soddisfazioni, ad esempio insegnare chitarra classica nella scuola di musica di Ron è stato un vero e proprio sogno, una soddisfazione. Come ci sono capitato neanche io lo so. I casi della vita. Ho lasciato Bologna per Milano in un momento nel quale ero sconfortato e volevo mollare tutto lì è capitata la mia botta di fortuna che è stata la corista di Ron che me lo ha fatto conoscere. Non mi sento arrivato. C’è ancora tanta strada da fare ed io sono pronto a percorrerla.”





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