La forza della grande Artemisia Gentileschi celebrata a Parigi fino al 3 agosto, presso il Musée Jacquemart-André
La mostra «Artemisia. Eroina dell’arte», in programma fino al 3 agosto 2025 presso il Musée Jacquemart-André di Parigi, celebra il talento e il coraggio di Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, tra il 1654 e il 1656),-taglio- una delle più grandi pittrici del Seicento. L’esposizione valorizza il ruolo rivoluzionario di questa artista straordinaria, capace di affermarsi in un mondo dominato dagli uomini grazie alla sua maestria tecnica e alla potenza espressiva delle sue opere. Fin dagli anni della sua formazione nella bottega del padre, Orazio Gentileschi, Artemisia mostrò una sorprendente maturità artistica, profondamente influenzata dal caravaggismo, con il suo uso drammatico della luce e la rappresentazione intensa e realistica delle figure. Il suo talento le consentì di lavorare nelle più importanti corti europee — da Firenze a Venezia, da Napoli a Londra — dove ottenne fama internazionale e il rispetto di grandi mecenati. Fu inoltre la prima donna ammessa all’Accademia delle Arti del Disegno, a conferma di una carriera straordinaria: un raro esempio, per la sua epoca e non solo, di un’artista capace di vivere della propria arte. Oggi, Artemisia Gentileschi è considerata non solo una pioniera dell’arte, ma anche un simbolo di resistenza e autodeterminazione femminile. La sua pittura, intensa e vibrante, restituisce un’immagine potente delle donne, rendendola ancora attuale e di forte impatto per il pubblico contemporaneo. A curare l’esposizione sono la storica dell’arte Patrizia Cavazzini, Maria Cristina Terzaghi, docente di Storia dell’arte all’Università di Roma Tre, e Pierre Curie, conservatore del museo. -taglio2-La mostra beneficia del patrocinio dell’Ambasciata d’Italia e del sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi. La professoressa Maria Cristina Terzaghi ha risposto con amabilità ad alcune domande in merito all’esposizione: Quali criteri avete seguito per selezionare le opere? «Abbiamo cercato di costruire un percorso che riflettesse l’intera carriera di Artemisia Gentileschi. La mostra inizia con il periodo del suo successo internazionale a Londra, per poi ripercorrere la sua biografia: dagli esordi accanto al padre e l’influenza di Caravaggio, fino al soggiorno fiorentino. Abbiamo inoltre dedicato un focus inedito alla ritrattistica, un aspetto mai approfondito prima d’ora.» Avete riscoperto nuovi dipinti e nuove informazioni sulla sua vita? «Sì, abbiamo individuato quattro nuovi dipinti, tra cui uno firmato, quindi di particolare rilievo. Molte opere provengono da collezioni private e sono esposte qui per la prima volta. Per quanto riguarda nuove informazioni sulla sua vita, al momento non ne sono emerse, poiché la mostra fa il punto sugli studi condotti fino a oggi.» La mostra aiuta a comprendere meglio l’importanza di Artemisia nella storia dell’arte del XVII secolo? «Il nostro obiettivo non è quello di presentare Artemisia come una donna che ha subito una violenza, che ha marcato la sua esistenza, ma come una grande artista del suo tempo.» Quante opere sono esposte? Avete incontrato difficoltà a ottenerle? «Sono circa 40 opere in mostra, di cui 35 autografe di Artemisia. Come in tutte le mostre, ottenere i prestiti non è stato semplice, ma siamo riusciti a superare le difficoltà!» Quale messaggio dovrebbe arrivare ai visitatori? «Quello inequivocabile del potere e dell’intraprendenza di una donna nel Seicento.»