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Il medico oggi

di Alfredo Salucci

Numero 191 - Settembre 2018

La figura del medico continua a cambiare nell’immaginario della gente, e il medico eroe, stacanovista, disponibile in qualsiasi momento, missionario, pare non esista più


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La figura del medico continua a cambiare nell’immaginario della gente, e il medico eroe, stacanovista, disponibile in qualsiasi momento, missionario, pare non esista più. Con l’oblio di questa sacra figura sono finiti nel dimenticatoio anche tanti medici della letteratura che con la loro abnegazione ne avevano fatto un essere quasi mitico. Il fascino della figura del medico era insito nel suo lavoro, diverso da quello svolto da altri professionisti. -taglio- Era il contatto con il malato e la responsabilità di prendersene cura a renderlo un professionista speciale. E questa cosa, certo, non è cambiata nel tempo, oggi non vi sono medici meno responsabili di quelli una volta, di quelli che d’inverno percorrevano chilometri di notte nella neve per portare soccorso a una partoriente. È una mia opinione che potrebbe essere anche sbagliata. La verità è che la figura del medico è stata svilita negli ultimi decenni, e questo si è potuto fare anche perché il medico impegnato nel suo lavoro non si è mai interessato di altro, come hanno fatto le altre categorie, in pratica non ha mai avuto il tempo necessario per dedicarsi alla difesa della propria immagine. È stato un gravissimo errore e oggi si vivono e si pagano le conseguenze che non sono solo i medici a patire, ma l’intera collettività. Il quotidiano parlare e scrivere di malasanità da decenni, ancor prima di accertare i fatti, ha favorito anche all’aggressività, sotto tutte le sue forme, contro i medici. Anche questa è una mia opinione. È strano, però, che questa battaglia tanto violenta sia rivolta solo contro i sanitari e non verso altri professionisti, che pure commettono errori. Sono convinto che se si facesse una seria statistica tra i professionisti per stabilire chi sbaglia meno, i medici si classificherebbero al primo posto, in pratica sarebbero quelli che commettono meno errori. Non mi risulta che una statistica del genere sia stata fatta, in tal caso propongo di farla, per smentire questa chimera ormai imperate della malasanità, che spinge con assidua pubblicità a denunziare ospedali, medici e paramedici. Anche contro questi inviti a denunziare, che mi risulti, nessuno ha speso una parola di dissenso, o almeno di solidarietà per gli operatori sanitari, nemmeno i medici hanno reagito. Evidentemente siamo messi così male che -taglio2- non vale la pena nemmeno protestare. È inutile rimpiangere la mitica figura del medico che faceva la sua professione per missione. Di questo medico non solo si sono perse le tracce, ma sembra che non se abbia più bisogno. Oggi per le visite c’è un tempo stabilito, il rapporto col paziente è cambiato e deve essere soprattutto professionale, mentre nei pronto soccorso, negli ospedali, nelle guardie mediche, negli ambulatori, c’è il rischio di essere aggrediti da chiunque ritenga che l’intervento non sia stato immediato o adeguato. A questo punto è bene ricordare che il medico di oggi professionale, ligio ai protocolli sanitari nazionali e internazionali, per evitare errori e, in caso di denunzie, per dimostrare di essersi regolato secondo le ultime linee guida raccomandate, non supera per perizia il medico missionario di una volta, che doveva fidare solo sulle sue capacità. L’unica differenza è che quel rapporto umano e fiduciario che c’era non esiste più. Così è nata una nuova branca della medicina: la cosiddetta medicina difensiva, che ha fatto ulteriormente aumentare la spesa sanitaria. Cambieranno le cose in futuro? Seneca nell’opera “I benefici” rappresenta il medico come amico del malato, come una persona di famiglia a cui affidare la propria salute e le proprie ansie con la massima fiducia. Il medico ritornerà a essere come lo descriveva Seneca? Una figura familiare tanto da rientrare nel novero degli amici? Forse no, ma resto della convinzione che nessuno riuscirà a svilire completamente questa professione, perché il medico rispetto agli altri professionisti ha qualcosa in più: l’umanità e la disponibilità incondizionata verso gli altri, sentimenti connaturati alla sua professione che nemmeno le peggiori campagne di discredito riusciranno a scalfire.





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