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Il ‘coraggio’ di un robot

di Pasquale Matrone

Albatros 182 - Novembre 2017

La tecnologia ha raggiunto, oggi, livelli incredibili.


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La tecnologia ha raggiunto, oggi, livelli incredibili. Macchine sempre più efficienti vengono impiegate, ad esempio, anche per accertamento prognosi e prevenzione delle patologie, allo scopo di individuare terapie più adatte al malato; grazie all’approccio multidisciplinare della medicina traslazionale, la ricerca biomedica, infatti, è in grado di rilevare e analizzare la risposta individuale ai farmaci per potenziarne l’efficacia. In chirurgia, poi, la robotica consente di eseguire interventi anche delicati e difficili con precisione e di ridurre rischi e tempi di degenza. Per capire la differenza tra mente umana, intelligenza artificiale e robotica, occorre un’adeguata conoscenza scientifica, informatica meccanica ed elettronica, data la natura multidisciplinare degli ambiti di applicazione.-taglio- Occorre altresì avere inteso il ruolo di un’interazione efficace tra esperti e utenti delle molteplici aree, in special modo quelle che prevedono la codificazione e l’elaborazione dei dati sensoriali, la pianificazione delle azioni, l’autonomia operativa, l’uso di dispositivi meccatronici, l’automazione dei processi, la lettura e l’interpretazione di immagini e simboli... Intricato è l’universo da esplorare per comparare computer e cervello. Oltre a cogliere, tra i due soggetti, potenzialità e affinità, è necessario, perciò, anche rimarcarne le differenze, tenendo conto che, mentre l’uno poggia su un substrato fisico elettronico, l’altro, invece, si radica e si nutre in una realtà biologico neuronale. Come il cervello umano, anche un computer è in grado di ‘pensare’, se con questo verbo si intende fare riferimento all’abilità di-taglio2- mietere dati, di rielaborarli e di fornire ‘risposte’ conseguenziali. Ma può bastare questo ad affermare che l’umana intelligenza è riproducibile artificialmente? Che un robot, per sofisticato che sia, è soggetto cosciente, in grado di percepirsi? Certo: possiede blocchi d’intelligenza; riconosce forme; esegue azioni stabilite; raccoglie e misura fatti; risponde a domande; in caso d’interruzione imprevista, sa attivarsi ed evitare danni… E, tuttavia, un robot non opera scelte intenzionali; ignora il ‘disegno’ in base al quale agisce; manca di creatività e d’ironia; non intuisce; non sogna; non si emoziona; non s’innamora. E, nei confronti della morte, la sua calma, è generata non da coraggio o stoica accettazione, bensì solamente dalla sua inerte e scontata ‘anima’ elettronica.





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